'Anche i dolori sfiorivano ed appassivano.'
-Hermann Hesse-Un incolmabile vuoto piombò su di noi.
Si alzò da quella panchina.
Si avvicinò a me.
Mi abbracciò.
Le piccole lacrime che, precedentemente, cadevano come gocce di rugiada dai suoi occhi si trasformarono in un pianto sommesso.
Piangeva e mi stringeva, sempre più forte, a sé.
Le sue braccia erano accoglienti.
Restammo così per diverso tempo.
'Non soffrire più.
Non distruggerti'.
Furono le uniche parole che riuscì a dire.
Piansi anch'io, insieme a lei.
Da quanto tempo aspettavo un abbraccio.
Da troppo tempo aspettavo che qualcuno mi sorreggesse.
Fingevo di stare bene da troppo tempo.
Non avevo voglia di spendere troppe parole riguardo la mia condizione.
Volevo che qualcuno capisse come mi sentivo, ciò che provavo.
Ero troppo orgoglioso per chiedere aiuto.
Proprio il mio orgoglio mi distrusse lentamente.
'Aiutami' le dissi con un filo di voce, come per impedire a qualcuno di sentire che ero una persona debole.
Per impedire a qualcuno di vedere che la mie maschere si erano distrutte.
Per impedire a qualcuno di sfiorare ancora le mie debolezze.
Si staccò da me.
'Se l'ami, torna da lei.
Se non l'ami, abbandonala per sempre.
Crolla e rialzati in piedi più forte di prima.
Nulla è completamente perduto.
Tutto può riavere un equilibrio.
Tu, devi ritrovare te stesso' mi disse lei.
'Non ho più voglia di combattere, sono esausto' le risposi.
'Verrò a Vienna con te'.
'Tu, tu lo faresti davvero?' chiesi.
'Io lo farò' mi rispose.
'Quando avevi intenzione di partire?' mi chiese lei.
'Non presto, voglio trascorrere un po' di tempo qui' risposi.
'Okay, hai ragione' disse lei, comprensiva.
'Perché hai scelto di aiutarmi?' le chiesi io.
Perché aveva scelto me?.
Perché si era lasciata andare?.
Perché le sue barriere erano crollate ed il suo cuore pareva essersi improvvisamente scaldato dal gelo impenetrabile che lo aveva ricoperto per lungo tempo?.
'Non lo so, Mark.
Forse perché mi hai reso libera'.
Dopo queste parole si alzò e rientrò nell'abitazione.
Mi lasciò lì.
Gli interrogativi nella mia mente erano numerosi.
Avrebbero mai ottenuto risposta?.
Mi alzai anch'io dalla fredda panchina.
Prima di rientrare osservai le numerose stelle presenti nel cielo.
Osservai quelle stelle che avevano assistito al mio crollo e alla rinascita della ragazza con cui parlai, pochi istanti prima.
Erano perfette.
Splendevano.
Anche alla mia vita sarebbe toccato il loro stesso destino?.
Buongiorno a tutti!.
Ecco il trentesimo capitolo.
Spero vi piaccia, fatemelo sapere nei commenti.
Ci vediamo Domenica.
Spero passerete una buona giornata!☀️
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Maledetta Vita. #Wattys2016 |IN PAUSA & REVISIONE|
RomanceMark, 20 anni, è un ragazzo di buona famiglia che vive nella frenetica e magnifica città di New York insieme ai suoi genitori. Un ragazzo come lui non dovrebbe avere nessun tipo di problema. In realtà non sarà affatto così. Si ritroverà intrappol...