'Nella solitudine, il solitario divora se stesso.
Nella moltitudine lo divorano i molti.'
-Friedrich Nietzsche-Subito dopo aver chiamato Emily iniziai a cercare qualche biglietto.
Dopo molto, riuscii a trovare un volo per la sera stessa.
Fantastico.
Domani mattina sarei arrivato a Vienna.
Inviai un messaggio a Emily.
Sarei passato a prenderla io e successivamente saremmo andati assieme all'aeroporto.
Essere certo di avere qualcuno al mio fianco, in quel momento, era bellissimo.
Mi sentivo sicuro, protetto.
Ero certo che avrei portato a termine il mio obiettivo: tornare a casa con Violet.
Quello era il mio unico pensiero.
La sera giunse presto, troppo presto.
Io e mio padre sfrecciammo sulla nostra Mercedes-Benz per le vie di New York.
Arrivammo rapidamente a casa di Emily.
Era già fuori alla porta.
Caricò la sua piccola valigia sulla vettura e ci dirigemmo all'aeroporto.
Poco tempo dopo...
L'aereo iniziava a prendere quota.
Emily allungò la sua mano verso la mia.
La strinse.
Lei c'era.
'Ce la farò?' le chiesi.
'Ce la farai' rispose lei convinta.
Per il resto del volo non parlammo.
Forse stavamo entrambi pensando a ciò che sarebbe successo.
Forse non realizzavamo cosa stava accadendo.
Saremmo stati abbastanza forti per scoprirlo?.
Come avremmo reagito?.
Il nostro legame si sarebbe spezzato?.
Nove ore dopo...
L'aereo era atterrato.
Il viaggio, questa volta, pareva interminabile.
Ora, io ed Emily, ci trovavamo davanti all'Imperial.
Molti ricordi mi tornarono in mente e cercai al più presto di seppellirli nei luoghi più oscuri e profondi del mio cuore.
Entrammo nella hall.
Dissi all'uomo dietro il grande bancone marmoreo che dovevo urgentemente avere le chiavi della suite di Violet.
Disse che non era possibile.
'Dannazione!' dissi rabbiosamente.
Continuava a dirmi che non era possibile.
'La chiami al citofono, è davvero importante' dissi esasperato.
Lo fece.
Speranza, tanta speranza si impossessò del mio corpo.
'Non risponde' disse.
Ero sul punto di scoppiare.
'Non preoccuparti Mark, sarà fuori' disse Emily.
Tentava di rassicurarmi in ogni modo.
In realtà sapevo benissimo dove si trovava.
Una strana sensazione partì dal profondo del mio corpo e si liberò, con tutta la sua potenza, in una corsa quasi selvaggia.
Giunsi in breve tempo davanti alla porta della suite in cui alloggiava.
Bussai violentemente.
Silenzio.
Calciai con forza quel sottile strato di materia che mi separava da lei.
Silenzio.
'Violet, apri!.
Sono Mark.
Sono venuto a prenderti' urlai.
Quanto avrei voluto vederla uscire dalla stanza, avvicinarsi a me.
Le cose non andarono così.
Vidi Emily salire le scale insieme all'uomo di prima.
Lo aveva convinto.
Ci sapeva proprio fare.
Si avvicinò alla porta e, con il mazzo di chiavi tanto conteso, la aprì.
L'agitazione era tanta.
Tremavo.
Ogni barriera crollò.
Erano sul letto.
Accoccolati.
In quel preciso istante smisi di essere ciò che ero.
Tutto si cristallizzò in un solo secondo.
Tutto taceva.
Anche il mio cuore.
Capii cosa si provava a perdere tutto.
Capii tutti gli errori che avevo commesso.
Capii che quella storia era stata a senso unico.
Capii che avevo deciso di restare immobile, di non ricadere nella sue braccia e di non soffrire più.
Capii che tutto sarebbe finito.
Buongiorno a tutti!.
Ecco il trentatreesimo capitolo.
Spero vi piaccia.
Scusatemi se Domenica non ho aggiornato ma la scuola mi sta prendendo molto e non avevo voglia di pubblicare in settimana un capitolo scritto alla veloce.
Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
A Domenica.
Spero passerete una buona giornata!☀️
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Maledetta Vita. #Wattys2016 |IN PAUSA & REVISIONE|
RomantizmMark, 20 anni, è un ragazzo di buona famiglia che vive nella frenetica e magnifica città di New York insieme ai suoi genitori. Un ragazzo come lui non dovrebbe avere nessun tipo di problema. In realtà non sarà affatto così. Si ritroverà intrappol...