'Se stai attraversando l'Inferno, fallo a testa alta.'
-Winston Churchill-Mi svegliai eccitatissimo.
Quella mattina avrei incontrato Violet.
Ero davvero emozionato!.
Indossai una tuta nera e l'aspettai impazientemente.
Il tempo passava molto più lentamente del solito e questo, certamente, non mi aiutava.
All'ora prestabilita Violet arrivò.
Era bellissima, come sempre.
Indossava una t-shirt azzurra, dei jeans a vita alta e le sue amate Vans nere.
Dopo esserci salutati ci sdraiammo entrambi sul divano e guardammo un film d'azione.
'Quanto mi ami, Mark?', mi chiese Violet.
'Tanti così', risposi e le diedi subito un bacio.
'Come mai tutta questa dolcezza?', mi chiese lei.
'Semplicemente perché ti amo e perché passare tempo con te mi rende felice'.
Terminato il film andammo a mangiare al ristorante giapponese, siccome lo adoravamo entrambi.
Inutile dire che pagai io.
Mi sembrava il minimo che potessi fare per ripagare Violet di tutto l'amore che mi dava.
Dopo aver pranzato, andammo a fare un giro per la "Grande Mela" e successivamente ritornammo a casa mia.
Appena entrati ci guardammo negli occhi in un modo diverso dal solito, in modo molto profondo.
I suoi erano illuminati di gioia e passione.
Il mio cuore batteva fortissimo e decisi di baciarla.
Fu il bacio più bello della mia vita.
Era pieno d'amore e non come quelli che ho dato alle altre ragazze che ho conosciuto.
Questo era un bacio vero.
Il momento magico venne interrotto dall'arrivo dei miei genitori.
Ci hanno scoperto!.
Mio padre si mise ad urlare e a dare della poco di buono alla mia preziosa creatura, così mi misi contro di lui ed iniziai ad insultarlo e a dirgli tutto quello che pensavo su di lui e che non gli ho mai potuto dire in vent'anni.
Violet scappò in lacrime e mio padre disse che si vergognava di me.
Che bastardo.
Disse che non avrei dovuto vederla mai più.
A sentire quelle dure parole il mio cuore già ferito si spezzò e sentii una fitta dolorosissima al petto.
Corsi in camera mia.
Volevo morire.
Volevo solo scomparire, per sempre e non lasciare traccia della mia inutile esistenza.
I miei stessi genitori mi avevano detto che ero un errore.
Come hanno potuto?.
Senza pensare troppo e, accecato dal dolore, presi tre bustine di sedativi, versai il loro contenuto in una siringa e me la piantai duramente nel braccio.
Ora, finalmente, sarei morto.
Non feci neanche in tempo a sfilare la siringa dal braccio che mi pervase una strana sensazione.
Il mio corpo mi stava abbandonando, lo capii immediatamente.
Le mie membra si dimenarono e, subito dopo, si rilassarono.
Ebbi una fortissima fitta alla testa.
Il mio corpo stava cedendo.
Il mio ultimo pensiero fu Violet, l'unica mia ragione di vita.
Pensai alla sua bellezza, alla sua gioia di vivere e a tutti i nostri momenti insieme, soprattutto il nostro primo bacio.
Mi sembrava di averla al mio fianco, in questo momento di dolore e gioia.
Avrei voluto parlarle.
Semplicemente per dirle quanto la amavo.
Lei non c'entra nulla in tutto questo.
Vorrei poterla ringraziare per tutti i nostri bei momenti che hanno rallegrato la mia vita.
Non feci in tempo a pensare ad altro.
Tutti i luoghi del mio corpo si lasciarono andare per poter affrontare la nuova e serena avventura che mi avrebbe atteso.
Caddi in un profondo e interminabile sonno.
Buonasera a tutti!.
Ecco l'ottavo capitolo.
Sono molto contento di come sta venendo il libro e spero piaccia anche a voi!.
Comunque, ho deciso che aggiornerò due volete a settimana, mercoledì e domenica. Domani no.
Commentate sotto e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo.
Io lo adoro!.
Nulla.
Ci vediamo mercoledì.
Spero passerete una buona serata!🌙
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Maledetta Vita. #Wattys2016 |IN PAUSA & REVISIONE|
RomanceMark, 20 anni, è un ragazzo di buona famiglia che vive nella frenetica e magnifica città di New York insieme ai suoi genitori. Un ragazzo come lui non dovrebbe avere nessun tipo di problema. In realtà non sarà affatto così. Si ritroverà intrappol...