'Si baciavano di sguardi quei due.'
-Alessandro Baricco-Terminata la cena la riaccompagnai a casa e prima di lasciarla andare la baciai.
Quella serata era stata bellissima e non riuscivo ancora a credere di essere fidanzato con una ragazza così speciale.
Arrivato a casa mi spogliai, misi il pigiama e mi coricai.
Ero felicissimo e decisi di non prendere più quei sedativi che mi rendevano diverso da quello che in realtà ero.
Quella decisione era come una sorta di rivincita contro tutto il male che mi ero inflitto, una battaglia che non volevo assolutamente perdere.
Mi addormentai senza alcun problema e il risveglio fu strepitoso.
Accesi il mio iPhone e vidi che Violet mi aveva inviato un messaggio dove chiedeva se quella stessa mattina avessi potuto fare colazione insieme a lei, da Starbucks e naturalmente risposi di sì.
Alle nove mi trovavo davanti all'ingresso della catena alimentare e, per non sembrare un disagiato, cambiai il mio lussuoso modo di vestire.
Misi una t-shirt nera della Nike, dei pantaloni grigi dell'Errea, un paio di Adidas Superstar e un orologio Casio al polso.
Se i miei genitori mi avessero visto vestito in quel modo, sarebbero caduti a terra e, piangendo e urlando, avrebbero pregato Dio di aiutarli.
Mi sono potuto vestire così perché quella mattina i miei non erano in casa.
Poco dopo arrivò Violet.
Indossava una t-shirt bianca, dei jeans corti strappati, delle Adidas Stan Smith e un orologio da polso.
Dopo aver consumato la nostra colazione, decidemmo di andare a fare un giro per la città.
Stare con lei era molto piacevole.
Stavamo per baciarci quando arrivò una chiamata di mio padre.
Dovevo andare a casa.
Era incredibile: i miei genitori riuscivano a rovinare tutto anche a distanza!.
Poco dopo mi vennero a prendere con la loro solita Mercedes-Benz bianca.
Appena Violet la vide sgranò gli occhi e mi guardò con un'espressione decisamente stupita.
Gli avevo detto che non ero un ragazzo povero, ma probabilmente non pensava fino a questo punto.
Mi sentivo terribilmente a disagio.
Salii e la salutai.
Dio quanto avrei voluto restare lì con lei...
La sera stessa, volendo farmi perdonare per quello spiacevole saluto, decisi di mandarle un messaggio chiedendole se il giorno dopo fosse voluta venire a casa mia, siccome i miei non sarebbero stati presenti.
Loro non erano quasi mai a casa e per questo, fin da adolescente, avevo imparato a risolvermeli da solo i problemi, a tenere dentro tutta la rabbia e a ingoiarne una dopo l'altra.
Proprio gli anni più importanti della mia vita, quelli in cui avrei avuto bisogno, loro erano mancati e avevano lasciato in me un vuoto incolmabile.
Poco dopo ricevetti risposta.
Era Violet.
Mi disse che per lei andava bene.
Ero parecchio stanco e quindi decisi di andare a letto.
Quella notte non ero felice; che i mostri del mio passato stessero tornando a perseguitarmi?.
Buongiorno a tutti!.
Ecco il settimo capitolo.
Ieri non ho potuto aggiornare, siccome al mattino ho avuto l'orale e al pomeriggio sono uscito.
Non è ancora sicuro, ma ho pensato di iniziare ad aggiornare due volte a settimana.
Comunque vi farò sapere!.
Spero che il capitolo vi piaccia e fatemelo sapere nei commenti!.
Spero passerete un buon pomeriggio!☀️
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Maledetta Vita. #Wattys2016 |IN PAUSA & REVISIONE|
Storie d'amoreMark, 20 anni, è un ragazzo di buona famiglia che vive nella frenetica e magnifica città di New York insieme ai suoi genitori. Un ragazzo come lui non dovrebbe avere nessun tipo di problema. In realtà non sarà affatto così. Si ritroverà intrappol...