'Le combinazioni perfette sono rare in un mondo imperfetto.'
-Teen Wolf-'Mark, tesoro!, finalmente sei tornato!'.
La voce squillante di mia madre risuonava rumorosamente nella mia testa.
Ero molto stanco e non avevo per nulla voglia di rispondere alle numerose domande che mi avrebbe sicuramente fatto.
'Ciao mamma...' le dissi abbracciandola.
'Allora, come hai trascorso questa vacanza?' mi domandò.
'Diciamo che mi sono quasi lasciato con la mia ragazza, ma se non contiamo ciò direi bene' risposi secco, sperando mi lasciasse in pace.
'Mi dispiace...'.
'Anche a me mamma, anche a me'.
'Vuoi parlarne, Mark?'.
'Non voglio parlarne con nessuno.
Nessuno lo capisce.
Dio, non ne posso più' sbottai furioso.
Andai in camera mia, chiusi la porta a chiave e piansi.
Lacrime amare, copiose, rigavano il mio volto.
Ero dannatamente fragile.
Indifeso.
Solo.
Vuoto.
Triste.
Era una sensazione orribile.
Vedere la tua vita scorrere e sapere che non potrai fare nulla per cambiare il suo corso.
La vita è meschina.
Ti illude.
Ti delude.
Avrei dovuto accettare la mia condizione.
Era giusto ridursi così per una persona?.
Oppure, era giusto che la persona che aveva promesso non farmi del male era stata la prima a farlo?.
Non lo era.
Tutto era dannatamente sbagliato.
Dovevo reagire.
Dovevo rialzarmi come avevo sempre fatto.
In fondo ero masochista.
La mia mente mi ordinava di chiamare Violet al telefono e lasciarla.
Così facendo avrei evitato illusioni per me ed avrei reso la sua vita finalmente felice accanto a Robert.
D'altra parte vi era il mio cuore.
Lui mi ordinava di resistere, mi diceva che l'amore avrebbe vinto su tutto.
Devi tornare da lei, sussurrava.
Chi aveva ragione?.
Di chi dovevo fidarmi?.
Cosa avrebbe fatto meno male?.
Avrei dovuto dimenticare?.
Avevo bisogno di tempo.
Il giorno seguente...
Avevo deciso.
Presi il mio iPhone.
Digitai il suo numero.
Una voce impastata rispose.
Avevo dimenticato del fuso orario.
Qui era mattina, lì notte fonda.
'Violet, sono Mark'.
'Cosa vuoi?' rispose.
Carina la ragazza.
'Ti richiamo più tardi' dissi io.
La conferenza di cui mi aveva parlato mio padre ci sarebbe stata il giorno seguente.
Non avevo voglia di andarci.
Sapevo benissimo che i miei genitori avevano voluto che tornassi a New York perché gli mancavo.
Non avevano il coraggio di dirmelo, ma a me andava bene così.
Il pomeriggio stesso richiamai Violet.
'Sono ancora io...'.
'Scusa se ti ho risposto male, ma era notte fonda...'.
'Come stai?' domandai.
'Se fossi qui con me starei meglio'.
Cosa aveva appena detto?.
Io le mancavo?.
Dovevo restare lucido.
Le emozioni non dovevano prendere il controllo della mia mente.
Resta impassibile.
'Ti stai divertendo?'.
'Senza te è tutto molto noioso, mi manchi troppo' disse lei.
'Quando pensi di tornare?' mi chiese.
'Non lo so, intanto puoi stare con Robert' risposi.
'Mark, tu sei insostituibile.
Ho sbagliato, lo ammetto.
Ieri Robert mi ha chiesto se avessi voluto restare a casa sua fino al tuo ritorno ed io ho rifiutato perché ti amo.
Voglio te, torna presto'.
Ero confuso.
Era vero ciò che aveva detto?.
'Farò il possibile per essere lì al più presto'.
Chiusi la chiamata.
Buongiorno a tutti!.
Ecco il ventitreesimo capitolo.
Spero vi piaccia.
Votate e commentate in tanti!.
A mercoledì!.
Spero passerete una buona giornata!☀️
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Maledetta Vita. #Wattys2016 |IN PAUSA & REVISIONE|
RomanceMark, 20 anni, è un ragazzo di buona famiglia che vive nella frenetica e magnifica città di New York insieme ai suoi genitori. Un ragazzo come lui non dovrebbe avere nessun tipo di problema. In realtà non sarà affatto così. Si ritroverà intrappol...