Capitolo XXXII.

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'Anche questa volta non sarebbe arrivato nessuno.
Ma lei non stava più aspettando.
Sorrise verso il cielo terso.
Con un po' di fatica, sapeva alzarsi da sola.
-Paolo Giordano-

Lo chiamai.

Non riuscivo più a sopportare la lontananza.

Lui, l'unico antidoto per placare la mia rabbia e la mia sete di vendetta.

Io, il male.

Io ero il peccato.

Il mio gioco stava proseguendo.

Robert pendeva dalle mie labbra.

Tutto questo sarebbe durato ancora per poco ma avrei concluso il mio piano in bellezza.

Robert sarebbe crollato, a lui sarebbe toccato sopportare ciò che io avevo sopportato tempo prima.

Abbandono.

Solitudine.

Non sapevo di preciso quando Mark sarebbe tornato.

Mi sarei dovuta sbrigare.

Decisi di chiamare Robert.

Ero sicura che sarebbe corso subito da me.

Così fece.

Dopo essere entrato nella mia suite, da lui pagata durante tutta la mia permanenza, si accomodò sul comodo divanetto in pelle.

'Robert, io sto per partire' dissi io.

La sua espressione cambiò immediatamente.

'Devo tornare dove è giusto che io sia, devo andarmene'.

'Vuoi tornare a New York?, non puoi farlo, non puoi farmi questo' disse.

'Non puoi cancellare tutto quello che tra noi c'è stato' aggiunse.

'Tra noi non c'è stato nulla, tra noi non vi era sentimento.

Almeno da parte mia' dissi freddamente.

Le mie parole erano taglienti come lame affilate.

'Sai anche tu di amarmi, sai anche tu quello che provi per me, sai anche tu che Mark non è quello adatto.

Anche tu sai che lui, per te, è un peso, un pesante macigno che dovrai sempre portare con te.

Non potrai consolarlo ogni volta che starà male.

Chi penserà a te?' disse lui senza far scendere una lacrima dai suoi occhi.

Chi penserà a me?.

Io penserò a me stessa.

Io mi solleverò dopo ogni difficoltà.

Io sarò la mia salvezza.

'Io amo me stessa.

Io non posso amarti.

Non sei stato nulla per me' dissi.

'Se è realmente così cacciami e non cercarmi più.

Fallo, ora' disse piangendo.

Perché non riuscivo a cacciarlo?.

Lui non era niente per me, mi ripetevo.

Tutto successe in un lampo.

Le sue labbra toccarono le mie.

Due peccatori, questo eravamo.

Lo stavo trascinando, insieme a me, nel baratro.

Ero la sua condanna.

Ci staccammo.

La sua fine si stava per compiere.

Buongiorno a tutti!.
Ecco il trentaduesimo capitolo.
Spero vi piaccia.
Scusate se non è lungo, ma volevo concentrarmi maggiormente sul prossimo.
Preparatevi, dico solo questo.
Questa mattina c'è stata una forte scossa di terremoto, state tutti bene?.
A Domenica.
Spero passerete una buona giornata!☀️

Maledetta Vita. #Wattys2016                              |IN PAUSA & REVISIONE|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora