Capitolo 6

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Gabriel entrò nella sua stanza che l'orologio segnava già le due del mattino. La serata era stata divertente, diversi artisti si erano alternati sul palco per uno spettacolo di cabaret ricco e pieno di risate. Nelle due ore successive, invece, avevano ballato sulla pista come due spensierati adolescenti, quel che in fondo ancora potevano essere. L'alcool li aveva sicuramente aiutati. Francis sembrava reggere molto bene ma Gabriel, lui no. Gli era bastato arrivare al secondo bicchiere per cominciare a divertirsi sul serio. Per fortuna, fino a quel momento della sua vita, non era mai arrivato a stare veramente male a causa dell'alcool. Sapeva sempre quali erano i suoi limiti e li rispettava benissimo. Era sempre stato lui quello che, in passato, aveva tenuto la fronte ad amici che di limiti non ne volevano sapere.

Si buttò sul letto stanco morto. La giornata che sembrava essere infinita era invece giunta al termine, ma la mente di Gabriel continuava a girovagare tra mille pensieri. All'inizio la sua mente volò fino a Francis. La loro vacanza da li a metà maggio sarebbe finita ed abitavano a quasi seimila chilometri di distanza. Non sapeva ancora molto della sua vita, il necessario per capire che si trattava di un ottimo amico. Sperava di rimanere un minimo in contatto con lui, quello era poco ma sicuro. Sempre disponibile, sempre simpatico e gentile con tutti. Eppure era single e sembrava non notare le ragazzine che gli giravano spesso intorno. Era un bel ragazzo, i suoi capelli biondi e lunghi attiravano molto l'attenzione. E poi c'era il suo sorriso. Le cameriere dimenticavano improvvisamente il loro lavoro quando Francis, a pochi metri da loro, sorrideva. Probabilmente la sua ultima storia non era finita bene, proprio come la sua, e non se la sentiva di buttarsi in altre relazioni. Magari a breve, Francis, gli avrebbe raccontato qualcosa di più.

Gabriel si giro sull'altro fianco con un sospiro. I capelli neri come il carbone erano scompigliati sul cuscino. La testa gli girava un po' meno, mano mano che scivolava nel sonno.

Lentamente i suoi pensieri si rivolsero a quella ragazza misteriosa, che lasciava dietro di se una scia profumata così buona, così intensa, così divina. Gabriel si chiese se presto avrebbe finalmente scoperto quale fosse il suo volto. Si sentiva stupido a farsi prendere in quel modo da un profumo. Ma erano intense le sensazioni che provava nel ripensare a quei capelli neri che si allontanavano. Forse era il caso di parlarne a Francis, o forse no, lo avrebbe preso in giro. Sentiva di potersi fidare di lui, magari lo avrebbe aiutato nella ricerca.
Mentre tanti pensieri gli giravano in testa, l'effetto dell'alcool ebbe il sopravvento e Gabriel cadde in un sonno profondo.

La mattina seguente venne svegliato dallo squillo del telefono. Credeva di sognare ma poi, tra un grugnito e l'altro si rese conto che era reale. Alzò la cornetta e la avvicinò all'orecchio.

- Pronto? - rispose Gabriel con la flebile voce di chi, dopo una pesante dormita, non ha idea di dove si trova.

- Secondo te? Sono Francis. Hai idea di che ora è? Manca poco a mezzogiorno. Piantala di dormire e scendi! - Francis se la stava ridendo alla grande.

- Oh per favore. Mi sono addormentato che saranno state le tre. Ed ora ho un mal di testa assurdo. Da dove mi stai chiamando? - Gabriel si era messo a sedere sul bordo del letto. Stava guardando fuori. Il sole splendeva alto e la colonnina di mercurio alla parete segnava 35° C.

- Ho chiesto il permesso di telefonare dalla hall. Credevo saresti sceso per colazione, invece no ed allora ho deciso di romperti le palle così. Se ti muovi a scendere ho una notizia da darti. Se bella o brutta lo deciderai tu. A dopo Gab. -

- Va bene, va bene, dammi il tempo di capire dove mi trovo e arrivo. A tra poco. E grazie del pensiero. - Gabriel buttò giù il telefono con un sorriso. Francis era davvero premuroso. Si alzò per andare verso il bagno quando notò un biglietto per terra, subito dietro la porta d'ingresso. Era dei suoi genitori.

Tesoro io e tuo padre usciamo in barca con degli amici che abbiamo conosciuto ieri sera alla festa. Torneremo in serata. Tu sarai con Francis quindi non ti abbiamo chiesto se volevi venire. In ogni caso buona giornata caro.
                                                                        Mamma e papà

Richiuse il biglietto, appoggiandolo sul mobile vicino all'ingresso. Era veramente felice di vedere i genitori divertirsi, se lo meritavano. A quel punto Gabriel andò a prepararsi mettendosi già il costume, deciso a raggiungere Francis di sotto.

- Eccomi rompiscatole, qual era l'urgenza? - Gabriel raggiunse, finalmente, l'amico circa 15 minuti dopo. L'aveva cercato al pianterreno dove si trovavano di solito, ma quella mattina trovò  Francis seduto ad un tavolino vicino la piscina. Esatto, il resort era dotato di una piscina gigantesca con tanto di due bar, uno fuori ed uno dentro l'acqua. Gli diede una pacca sulla spalla come saluto.

- Eccolo il dormiglione! Vieni vieni, siediti. - Francis chiamò il cameriere ordinando due caffè americani. - Se ti gira ancora la testa, con un bel caffè ora tutto passa. -

- Sì, è decisamente il caso. - Gabriel inforcò gli occhiali da sole per nascondere le occhiaie. - Sto uno schifo stamattina. - disse ridendo.

- Allora, ecco la notizia. Il signor Colemann ha anticipato ad oggi la prima lezione di sub. Anche se stai così così, ti va lo stesso? - chiese Francis speranzoso.

Gabriel alzò gli occhi al cielo. A dire il vero non ne era molto entusiasta, ma non poteva abbandonare l'amico a fare un'esperienza del genere da solo. - Ma si, figurati. O oggi o domani cambia poco. A che ora? -

- Alle 16, si parte da dove è partita l'escursione l'altro giorno! - rispose Francis bevendo un gran sorso di caffè.

- Benissimo, - rispose Gabriel, - non vedo l'ora! - Sì alzò ed andò a stendersi su una sdraio poco più avanti.

L'estate aveva il suo profumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora