Capitolo 34

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La mattina seguente Gabriel si fece portare la colazione con il servizio in camera. Non aveva ancora voglia di incontrare nessuno e voleva svegliarsi nel silenzio più totale.

Mentre dava un morso alla sua brioche al cioccolato ripensò alla serata precedente. Era certo di aver commesso un errore nell'uscire con Alexia che, per di più, si era rivelata più interessante del solito. 

Le aveva aperto una porta che lei non avrebbe esitato a spalancare e non poteva permettersi errori. Non poteva perdere Danielle. 

Chissà quanto mancava al suo ritorno. Quell'attesa stava diventando straziante. Non vedeva l'ora di ricevere notizie. Voleva godersi gli ultimi dieci giorni di vacanza con lei sperando poi di portarla via con sé.

Ora però doveva tenere le giuste distanze da Alexia o per lo meno non doveva più illuderla. 

Il telefono squillò. Gabriel buttò giù l'ultimo sorso di caffè prima di allungarsi sul letto e rispondere.

- Pronto? -

- Gab! Sei sveglio? Sono io. -

- Buongiorno Francis, da quanto che non ricevevo una tua telefonata in camera. Come stai? Ti sento di buon umore! -

- Si, molto. Ho un'idea per passare insieme questa bellissima giornata. -

- Sentiamo, sono tutto orecchi. - Gabriel era felicissimo di sentire l'entusiasmo dell'amico e lo era ancora di più al pensiero di stare con lui tutto il giorno. Aveva sinceramente sentito la sua mancanza nei giorni precedenti ed era contento di aver finalmente chiarito la situazione.

- Prendiamo tanto cibo al sacco e ce ne andiamo via in bicicletta tutto il giorno lungo i sentieri dell'entroterra. Ci stai? - 

- Wow. Era una delle cose che mi mancava da fare. Ci sto! Ci vediamo di sotto tra quindici minuti! -

- Andata. A tra poco. -

La caffeina stava facendo effetto e Gabriel era pronto ad iniziare la sua giornata. Si cambiò al volo, prese uno degli zaini con cui aveva viaggiato e creò spazio sufficiente per il cibo. 

Prese qualche bibita fresca dal frigo della camera e la mise dentro dopodiché uscì dalla stanza.

Passò dalla stanza dei suoi genitori per salutarli ed avvisarli che non ci sarebbe stato tutto il giorno. Gli fecero al volo qualche domanda su Danielle ma non aveva ancora nulla da dirgli.

Scese nella hall usando le scale, fece i gradini due a due per fare più veloce. 

Appena arrivato, trovò già Francis pronto che lo aspettava.

- Ciao amico mio! Ho già preso qualcosa da mangiare. - 

- Dove? - 

Francis gli fece segno di avvicinarsi ed abbassò la voce per non farsi sentire da nessun altro.

- Ho sedotto uno dei camerieri del ristorante. Mi ha riempito di panini. - si mise un indice davanti alla bocca per dirgli di fare silenzio.

Gabriel scoppiò a ridere.

- Sei un grande! - 

- Lo so. - Francis sorrise soddisfatto dopodiché si avviarono verso l'uscita. 

Presero due mountain bike al noleggio bici e una volta saliti, iniziarono la loro pedalata.

Il sole era cocente e pedalare fu più stancante di quello che immaginavano.

Dopo neanche mezz'ora stavano già cercando un posto all'ombra dove riposare.

Aruba è ricca di percorsi ciclabili che passano attraverso il verde dell'isola. Una bella alternativa al mare. 

Trovarono una piccola radura con qualche tavolo di legno sparso qua e là. Appoggiarono le biciclette ad un tronco e si misero seduti direttamente sull'erba. La chioma di albero li riparava dal sole. Gabriel guardò l'orologio, era quasi l'una.

- Caspita, già ora di pranzo. Tira fuori i panini. Muoio di fame. -

Francis annuì sorridendo e passò all'amico un enorme panino col prosciutto.

- Francis, se non sbaglio hai un bel po' di cose da raccontarmi. L'avevi promesso. - disse tutta la frase con la bocca piena e le parole furono a malapena riconoscibili.

- Si hai ragione. Una promessa è una promessa. -

- Dai, parlami di questo tipo. Come l'hai conosciuto? Di dov'è? Fate sul serio? -

- Mamma mia, Gab, quante domande. Sei peggio di mia madre. Va bene vediamo un po'. Cominciamo dall'inizio. L'ho conosciuto quella volta che sono andato a fare l'escursione in bici con i miei. Tu non sei voluto venire ricordi? Mi sono allontanato un bel po' dai miei genitori, perché a pedalare erano lentissimi, e mentre correvo al massimo in mezzo ad un boschetto è spuntato questo ragazzo da una stradina secondaria. Per poco non ci facevamo male. Invece di urlarci di tutto, abbiamo iniziato a chiederci scusa mille volte fino a che non abbiamo cominciato a fare il percorso insieme. Per fortuna i miei hanno continuato a rimanere indietro per tutto il tempo, così ci siamo conosciuti man mano che andavamo avanti. -

- E come hai capito che era come te? Voglio dire... - Francis scoppiò a ridere. Vedere Gabriel imbarazzato lo divertiva un sacco.

- Si, ho capito cosa intendi, non preoccuparti. Avevo qualche sospetto ma il mio radar non sempre funziona bene. Mi sorrideva spesso e mi lanciava spesso occhiatine ma sai, non tutti i maschi lo dimostrano. Dopo quell'escursione non ci ho più parlato ma l'ho visto spesso in giro ed erano solo sguardi e sorrisi. La conferma è arrivata quella sera in discoteca quando mi ha lasciato il numero della sua stanza. Il resto penso che tu lo possa immaginare. E per finire ti dirò che facciamo sul serio perché, rullo di tamburi, è di New York come me. - concluse Francis con un mega sorriso stampato sul viso.

- Ah però. Devo dire che questa vacanza sta portando bene ad entrambi. Se solo lo avessi saputo prima. Guarda che io sarei solo stato felice per te. Non ti avrei odiato o chissà cos'altro. Me lo farai conoscere? - 

- Che domande, ma certo! -

- Sei fortunato perché lui abita nella tua stessa città. - il sorriso sul viso di Gabriel sparì lentamente.

- Gab, mi dispiace. -

- Tranquillo, mio padre probabilmente le ha trovato un lavoro a Los Angeles. Lei non lo sa ancora, devo ancora chiederle se vuole venire via con me. - 

- Spero per te che dica si. Sai quando torna? - 

- No, non l'ho sentita ancora. E dubito che la sentirò oggi visto che siamo via. La chiamerò io stasera. - 

Francis diede una pacca sulla spalla a Gabriel.

- Forza è ora di proseguire. - sdrammatizzò Francis.

- Eh no, mio caro non è finito qui il tuo racconto. - disse Gabriel.

- Cosa? Perché? -

- Voglio sapere di più sulla tua vita. Ora che so il tuo piccolo segreto devi raccontarmi qualcosa del tuo passato. Sbaglio o tuo padre non è molto contento di questa cosa? - 

Francis si era alzato in piedi ma subito riprese posto per terra. 

- CI hai azzeccato. Ti racconterò la mia storia. -





L'estate aveva il suo profumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora