Capitolo 13

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Gabriel passò i giorni successivi a disprezzare se stesso per essere riuscito a rovinare tutto in così poco tempo. Finalmente lei era li con lui e in un istante l'aveva fatta scappare. E non l'aveva più rivista. Nei mesi precedenti era stato abituato a ragazze ben diverse, ma lei era speciale. Non doveva trattarla come tutte le altre perché lei era unica, se lo sentiva. Non doveva correre in quel modo. Non doveva provare a baciarla. Non così in fretta. Le sensazioni che aveva provato in passato non erano niente paragonate a quelle che provava in presenza di Danielle. Lei era di San Diego, non era una storia impossibile da vivere lontano dal resort. Ma ormai aveva rovinato tutto. Seduto sul terrazzo della sua camera, con la testa tra le mani, Gabriel si chiedeva se ci fosse anche la più remota possibilità di porvi rimedio. L'unica cosa da fare era partecipare alla terza lezione di sub che si sarebbe svolta quel pomeriggio.

Gabriel stava andando in spiaggia da solo. Francis stava male, la sera prima un indigestione lo aveva costretto in camera. Ora si ritrovava a dover affrontare la lezione da solo con Danielle, sempre se lei si fosse presentata. Magari aveva cercato un sostituto pur di non vederlo. Il sole scottava quel giorno, ma Gabriel troppo preso dai suoi pensieri, non se ne accorse. Camminava sulla sabbia come se non fosse carbone ardente. Quando alzò lo sguardo da terra, vide che Danielle era già sulla riva ad aspettare. Non era assolutamente da lei. Le lezioni precedenti si era sempre fatta attendere. Si fermò, Danielle era di spalle, non lo aveva ancora visto. Era tentato di girarsi e tornare indietro. Ma se non sfruttava quell'occasione per rimediare, quando avrebbe potuto?

Era ormai a pochi metri da lei, quando Danielle si voltò.

- Gabriel! - 

- Ciao. -

- Credevo non saresti venuto. Francis?- 

- Sta male, ci sono solo io. Sono in tempo per tornare indietro se vuoi. - 

- No, non è quello che voglio. Rimani. - 

Gabriel la fissò letteralmente sbalordito. Aveva sentito bene?

- Io credevo che dopo l'altra sera, tu... - 

- Mi dispiace! - lo interruppe di colpo Danielle. Gabriel continuava a non credere alle sue orecchie. Non tutto era perduto allora.

- Non devi dispiacerti. Sono io che dovrei chiederti scusa. -

- No, no, no. Non capisci. Io non sarei dovuta scappare. - ora Danielle aveva abbassato lo sguardo. Gabriel non voleva permetterle di sentirsi così. Era lui ad essere stato troppo irruento. E lei sembrava così fragile in quel momento.

- Va tutto bene, Danielle. - ora Gabriel le sorrise, sperando di aiutarla a sentirsi meglio.

- Era da tantissimo tempo che non mi sentivo così con qualcuno. Ho avuto paura. - Danielle stava abbozzando un sorriso, un meraviglio sorriso davanti a cui Gabriel sentì sbriciolarsi ogni paura. - Mi sono comportata come una ragazzina. - 

Gabriel fece un passo verso di lei, ma poi si fermò di colpo.

- Ora non averne più hai capito? - le disse con estrema dolcezza. - Non devi mai avere paura di me. -

Lei fece cenno di si con il capo. Aveva ripreso luce. Quindi, pensò Gabriel, anche lei era stata triste in quei giorni. Se solo lo avesse saputo prima, non si sarebbe disperato in quel modo.

- Senti Gabriel, ho un idea diversa per oggi. Il ragazzo che guida la barca oggi non c'è perciò l'hanno affidata a me. Sei disposto a saltare la lezione di sub? - 

- Cos'hai in mente? - Gabriel sentì il cuore che accelerava.

- Lo vedrai. Saliamo? - Danielle allungò la mano verso Gabriel, che la prese, aiutandola a salire per prima sulla barca. Lui, la seguì subito dopo. 

Gabriel la guardava mentre lei con grande abilità guidava la barca. Anche quello sapeva fare. Quante qualità che possedeva quella fanciulla. Il viaggio lungo la costa durò per lo meno mezz'ora. Non aveva idea di dove lo stesse portando ma doveva essere un posto speciale, o Danielle non avrebbe deciso di saltare una lezione di sub. Gabriel si rese conto che il paesaggio della costa era cambiato, la sabbia aveva lasciato spazio ad alte rocce. 

- Eccoci, ci siamo quasi. - disse Danielle, guardandolo con un sorriso. Buttò giù l'ancora, lasciando la barca dove l'acqua era ancora abbastanza profonda. 

Di fronte a lui, il paradiso. 

Un piccolissimo lembo di spiaggia era protetta da un altissimo muro di rocce. L'acqua in quel punto era talmente trasparente che sembrava quasi non esserci. Danielle lo aveva portato in un posto sicuramente segreto, perché in quel momento non c'era anima viva. Erano di nuovo da soli, loro due e basta. 

- Sei pronto ad una bella nuotata? Dobbiamo arrivare laggiù. -  disse lei indicando la piccola spiaggia. 

- Ti seguo. - si misero entrambi maschera, pinne e si tuffarono.

L'estate aveva il suo profumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora