Capitolo 36

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L'operazione alla madre di Danielle era riuscita perfettamente. I medici però avevano chiesto gentilmente alla ragazza di lasciarla riposare per almeno dodici ore. Le avevano detto che dopo un'operazione al cuore la cosa più importante era la tranquillità. Avrebbe potuto vederla il giorno seguente.

Danielle aveva accettato senza obiettare.

La mattina dopo era già in ospedale. Fremeva all'idea di rivedere la madre dopo l'intervento. 

Quando le diedero il permesso di entrare nella stanza lei si fiondò.

La piccola camera era molto spoglia. C'era solo un piccolo televisore posizionato in alto, su una mensola, che trasmetteva immagini senza audio. C'era un unico letto su cui la madre di Danielle stava riposando. I capelli bianchi formavano un'aureola sul cuscino. Intorno a lei diversi macchinari emettevano suoni di ogni tipo. L'unica cosa che osservò Danielle fu il battito cardiaco che risultava perfettamente normale. Tirò un sospiro di sollievo dopo quei giorni di forte stress.

- Mamma. - chiamò la ragazza a bassa voce. L'ultima cosa che voleva era spaventarla. 

La donna aprì lentamente gli occhi al dolce richiamo di quella voce.

Ci mise un attimo a mettere a fuoco la figlia ma la felicità nel suo sguardo era chiarissima.

- Oh mia dolce Danielle. Figlia mia, sei qui. -

- Sono sempre stata qui, mamma. Non ti ho lasciato nemmeno per un attimo. - prese una sedia poco distante dal letto e l'attirò a sé. Si mise seduta prendendo tra le sue, la mano della madre. - Come stai? -

- Molto bene. Davvero, mai stata meglio. Me la sono vista brutta eh? - la voce della signora era flebile e Danielle dovette sforzarsi per sentirla. 

- Non pensarci più. Sei come nuova ora! L'operazione è andata alla grande. Sei una donna forte mamma. -

- Grazie a Dio. E tu tesoro come stai? Come procedono le cose? - 

- Mamma, l'ultima cosa che voglio è annoiarti con la mia vita. - quel periodo era davvero incasinato e non voleva trascinare anche la madre anziana nei suoi problemi. 

- Tesoro, sono stata sola per troppo tempo. Ho voglia di ascoltare la voce di qualcuno che mi sta a cuore. Chi meglio di te? - la voce stava diventando via via più forte ed un sorriso comparve sul volto della donna. Danielle ci pensò su un attimo poi decise di raccontare qualcosa alla madre. Magari le avrebbe dato qualche consiglio materno. Non le sarebbe capitato molto presto un altro momento così con lei.

- Ho lasciato Michael! -

- Finalmente! - 

- Mamma! Ma come? Ti piaceva tanto! - 

- Ma l'avrò visto una volta sola. Ed ogni volta che mi chiamavi mi dicevi che lui era all'estero per lavoro. Me lo sentivo che non era adatto a te perché non ti sentivo mai felice. -

La signora Gonzalez non sapeva che le sue cure mediche erano state pagate per un lungo periodo da Michael. Non aveva intenzione di farglielo scoprire ora. 

- Già, ci hai visto bene come sempre. Prima di prendere quella decisione però ho conosciuto un'altra persona che mi ha aperto gli occhi. Quello che stavo vivendo non era amore ma rassegnazione. - 

- Davvero? E chi è? Un uomo? - la signora, grazie ad un telecomando, tirò su lo schienale del letto fino a ritrovarsi con la schiena dritta. 

- Vuoi sapere proprio tutto eh? - chiese Danielle abbozzando un sorriso. Nel frattempo continuava ad accarezzare la mano della madre. Quel contatto era la cosa più bella del mondo. La cura ad ogni male. - Va bene. Si, è un ragazzo. Si chiama Gabriel, ha la mia età, l'ho conosciuto al resort perché è in vacanza li. E' bellissimo mamma. Credimi, dovresti vederlo. Alto, moro, con i capelli leggermente lunghi e gli occhi scuri come la pece. Ha un sorriso meraviglioso che contagia. E' dolcissimo, premuroso, riesce a sorprendermi e a farmi ridere, è... -

- Ti sei innamorata tesoro mio? - la domanda diretta sorprese Danielle ma allo stesso tempo le confermò quello che il suo cuore voleva dirle da tempo. - Non hai mai parlato così di Michael, non con questa dolcezza nella voce. Ti conosco da ventiquattro anni. Conosco il tuo cuore quanto conosco il mio. Dico sul serio. -

- Lo conosco da poco ma io non ho mai provato niente del genere. Mi basta sentire il suo nome ed è come se all'improvviso fossi in grado di volare. Credo di amarlo, sì. -

- Il tempo non conta nulla quando si tratta di amore, Danielle. Ti colpisce in un attimo e ti cambia la vita. Lo ricordo bene perché mi è capitato con tuo padre. L'importante è la tua felicità e la tua serenità. Lui sa cosa provi? -

- Non ancora, ma i nostri sguardi hanno sempre detto molto dei nostri cuori. E' chiaro che lui prova lo stesso per me. Chissà come se li sta vivendo questi giorni senza di me, sono proprio curiosa. - Danielle abbassò lo sguardo verso il pavimento, leggermente pensierosa.

 - Come farai quando finirà le sue vacanze? - 

- Non ho idea, non abbiamo ancora parlato di questo ma ho intenzione di affrontare il discorso appena tornerò ad Aruba. Voglio ripartire domani mamma. Vorrei restare qui con te ma devo tornare a lavoro. Voglio tornare da lui. - le si riempirono gli occhi di lacrime ma non scesero lungo il viso. Riuscì a ricacciarle indietro. Quell'enorme distanza che la divideva da Gabriel le faceva male da morire.

- Vita mia, non smetterò mai di ringraziarti per essere corsa qui ma ora è giusto che tu torni laggiù. Io starò bene. E mi raccomando, voglio sapere tutto alla prossima telefonata. -

- Ti chiamerò spesso mamma e quando potrò verrò qui da te. -

Danielle passò molte ore con la madre poi decise che era il momento di pensare ad organizzare il suo ritorno. 

Prima di tornare a casa voleva assicurarsi che la madre sarebbe stata in buone mani così decise di cercare il medico che l'aveva presa in cura. Chiuse la porta della camera alle sue spalle e si guardò intorno.

- Dottor Richardson, posso parlarle? - Danielle gli corse incontro appena lo vide venire nella sua direzione. 

- Signorina Gonzalez, certo. Mi dica? -

- Domani dovrò andarmene perché devo tornare a lavorare. Quando tornerà a casa mia madre? Qualcuno l'aiuterà? - 

- Stavo giusto andando da sua madre per darle una buona notizia. -

- Notizia? Quale? - 

- E' stata assegnata a sua madre un'infermiera che la seguirà giorno e notte per un mese intero. A partire da stasera. La riporterà a casa e le starà affianco continuamente. Inoltre sarà dimessa tra cinque giorni. - 

- Io non ho la possibilità di pagare questo servizio. Come è possibile? - 

- Non si preoccupi signorina. Un signore molto gentile ha già pagato per lei. Le ha lasciato solo questo biglietto. Ora devo andare a dare la notizia a sua madre. Buona serata. - il dottore fece un cenno col capo e si allontanò.

- Buona serata a lei. Ah, dottore. Per favore. Chiunque abbia pagato, non lo dica a mia madre. -

Il dottor Richardson annuì per poi proseguire verso la camera della signore Gonzalez.

Appena rimasta sola, Danielle lesse il biglietto. Si mise una mano davanti alla bocca ed a quel punto le lacrime non potettero far altro che scendere. 

"Il mio regalo d'addio per te. Michael."

Non aveva il coraggio di rifiutare quel regalo perché sua madre ne aveva disperatamente bisogno. Nonostante l'emozione per quel gesto l'unica cosa che aveva ora in testa era di annunciare a Gabriel il suo ritorno. 

Corse al pianterreno dove si trovava una cabina telefonica e si precipitò a comporre il numero del resort. Chiese al centralino di passargli la camera di Gabriel. Lui non rispose così gli lasciò un messaggio.

- Gabriel, torno a casa. Domani sarò da te. - 

L'estate aveva il suo profumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora