Capitolo 28

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La mattina seguente Gabriel era disteso sul letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto. Non aveva chiuso occhio tutta la notte. Danielle non gli aveva ancora telefonato quindi non sapeva se tutto fosse andato bene durante il viaggio o se avesse già visto sua madre. Non amava le lunghe attese e questa era la più difficile di tutte. Era rimasto chiuso in camera per tutta la serata precedente, guardando TV e servendosi del servizio in camera.

Non aveva sicuramente intenzione di passare così il tempo senza Danielle, ma non se l'era sentita di scendere alla festa che era stata organizzata la sera prima.

Nessuno l'aveva cercato d'altronde. Francis non si era fatto vivo e i suoi genitori, credendolo con l'amico, l'avevano lasciato stare.

Fuori splendeva il sole. Due settimane di vacanza e non era scesa una goccia di pioggia. Un vero lusso per chi è abituato ai climi continentali.

Gabriel decise che avrebbe fatto qualsiasi cosa quel giorno, pur di distrarsi.

Nel momento in cui Gabriel si alzò dal letto, il telefono squillò.

- Pronto? -

- Signor Johnson qui la reception. C'è una chiamata in entrata per lei. Gliela passo subito. -

Gabriel sentì un'ondata di sollievo farsi strada nel suo petto. Dopo pochissimi secondi, infatti, la voce di Danielle lo raggiunse. La felicità che provò in quell'istante fu indescrivibile.

- Gabriel sono io, Danielle. Ho aspettato di sistemarmi prima di chiamarti. Come stai? -

- Io bene, ma voglio sapere di te. Tutto bene il viaggio? Hai già visto tua madre? -

- Io sto bene, almeno fisicamente. Non chiedere del mio stato d'animo perché non lo so nemmeno io come mi sento. Tra la preoccupazione per mia mamma e la tua mancanza non so cosa scegliere. -

- Anche tu manchi a me. Darei qualsiasi cosa per averti qui. Ma cerca di tirarti su. Devi essere forte anche per lei. -

- Oh Gabriel, sei fantastico. Grazie. Se non ci fossi stato tu credo che sarei crollata. Comunque vado in ospedale tra un'ora. Attendo l'orario di visita poi spero che, essendo l'unica parente, io possa rimanere lì il più possibile. -

- Va bene. Se vuoi chiamami nel pomeriggio, subito dopo pranzo, mi farò trovare in camera. Aspetta, posso farti una domanda? -

- Dimmi. -

- Hai avvisato Michael? - nel fare la domanda Gabriel sentì una forte gelosia dentro di sé.

- Si. Ora devo andare sai? Mi preparo e mi avvio verso l'ospedale. Ci sentiamo più tardi. Ciao Gabriel. -

La risposta secca alla domanda lasciò Gabriel leggermente interdetto. Chiuse la chiamata con un po' di amaro in bocca ma se lo dovette far passare perché ora non avrebbe saputo altro da Danielle.

Si preparò con l'idea di andare in spiaggia dove, magari, avrebbe trovato Francis. Dopo lo strano incontro del giorno prima l'aveva lasciato un po' stare, senza neanche cercarlo. Cosa reciproca a quanto pare.

In ogni caso voleva scoprire cosa stava succedendo perché erano stati inseparabili per due settimane, ora doveva capire il motivo per la quale le cose erano improvvisamente cambiate.

Dopo circa quindici minuti era arrivato in spiaggia, dove subito incroció lo sguardo di Alexia. Sembrava un radar quella ragazza. Riusciva a trovarlo sempre.

Erano di nuovo tutti insieme, i suoi genitori e quelli della ragazza.

Gabriel cambiò direzione per evitare di incrociarli ma Alexia stava già venendo verso di lui.

- Gabriel! - lo chiamò a gran voce agitando in aria un braccio. Lui si fermò di colpo e si voltò verso di lei.

Appena fu vicina ricambiò il saluto.

- Ciao Alexia. -

- Senti ti rubo un minuto. Stasera ti va di accompagnarmi alla serata di intrattenimento? Non farmi andare di nuovo con gli adulti. Ti prego. -

Il suo tono era diverso dal solito. Sembrava. . . amichevole. C'era da fidarsi? Gabriel d'altronde non aveva di meglio da fare.

- Va bene dai. Ci vediamo alle 21 nella hall. Non ti sei fatta ancora nessun amico? -

- No, nessuno di veramente simpatico con cui valga la pena parlare. Intanto ti unisci a noi? - chiese la ragazza indicando le due famiglie che poco più in là chiacchieravano allegramente.

- Guarda volentieri ma sto cercando il mio amico Francis. Lo hai visto per caso? -

- No, stamattina no. Ieri sera si. -

- Davvero? Era solo? - chiese Gabriel più sospettoso che curioso.

- No ma non ho fatto caso a chi ci fosse con lui. So solo che non eri tu. Vado a fare un bagno. A stasera Gabriel. -

- Ci vediamo. -

Ora Gabriel era sinceramente arrabbiato. Se Francis si era stufato della sua amicizia, avrebbe potuto semplicemente dirglielo in faccia. Sembravano molto uniti invece di colpo aveva deciso di allontanarsi. Doveva parlargli. Subito.

Continuò a camminare sulla spiaggia ancora per un po' nella speranza di incontrarlo ma dell'amico neanche l'ombra.

Guardò l'orologio. Erano le 11 del mattino. Forse si trovava ancora in camera. Magari aveva ripreso le sue classiche abitudini così piano piano ritornò verso l'albergo.

Diede uno sguardo veloce al bar nella hall poi prese l'ascensore fino al piano dove si trovava la camera di Francis.

Bussò più volte ma nessuna risposta.
Dove diavolo era a quell'ora del mattino?

A Gabriel venne il pensiero di salire ancora di due piani. Dove c'era la stanza di Danielle. Era li che l'aveva visto l'ultima volta.

Questa volta fece i due piani a piedi. Una volta su quel piano percorse il lungo corridoio che lo avrebbe condotto alla camera. Alla fine doveva solo girare a sinistra e sarebbe arrivato.

Mancavano pochi passi quando percepì dei sussurri. Decise di rallentare il passo per non farsi sentire.

Appena raggiunto l'angolo svoltó.

Gabriel rimase letteralmente scioccato.

L'estate aveva il suo profumo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora