Capitolo 18 ✔

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Tornammo a Roma il pomeriggio seguente, questa volta non usufruendo dello scomodo e malandato sedile di un treno ma grazie all'auto che Tom ci aveva regalato. Non sarebbe stato facile abituarci alla guida usata nella capitale, tutti sembrano nervosi al volante e se non premi sull'acceleratore appena scatta il verde orde di clacson ti ricordano che c'è gente che va di fretta, ma nulla finora ci aveva fermate e avremmo imparato anche a gestire il traffico capitolino.

Quella sera avremmo ospitato Serena e gli altri, avevamo pensato di farci consegnare qualche teglia di pizza dai gusti differenti, i classici che piacevano a tutti, dato che non conoscevamo quelli dei nostri ospiti. Ci eravamo fermate in un supermercato sulla via di ritorno e avevamo acquistato bibite e pacchetti di patatine e noccioline così da improvvisare anche un aperitivo; volevamo fare bella figura visto come ci avevano accolte al locale.

Serena mi aveva chiesto se l'invito fosse esteso anche ad Alex e io avevo detto di sì, in fondo era merito suo se l'avevo conosciuta e, nonostante la sua presenza m'importunasse, non sarei mai stata in grado di tenerlo fuori. Questo però, era accaduto prima della telefonata che mi ero trovata a sostenere con lui la sera, quella dove gli avevo riattaccato in faccia, quella dove mi aveva umiliata senza pensarci due volte. Non volevo vederlo ed ero quasi certa non sarebbe venuto ma, allo stesso tempo, avevo il dubbio che pur di farmi dispetto si sarebbe presentato sulla soglia di casa, con quel suo ghigno strafottente, rovinandomi una nuova serata.

«Sei stranamente silenziosa...» Aveva detto la mia amica alla guida volgendo per un istante lo sguardo nella mia direzione per poi ricondurlo immediatamente sulla strada. Io avevo sospirato in risposta, con la fronte appoggiata al finestrino e gli occhi che seguivano la linea bianca che definiva la carreggiata. Lunga; corta, corta, corta; lunga... La voglia di parlare era poca perché non era facile raccontare, spiegare, qualcosa che io in primis non sapevo decifrare, ma lei aveva preso quel mio silenzio come una ripicca nei suoi confronti dovuta al fatto che non avessi digerito la scelta avventata della sera precedente. «Senti, mi dispiace di essermi fatta prendere dalla voglia di sbandierare ad Ambra quanto fossimo più fighe di lei e aver chiamato Alex. So di averti messa in difficoltà e non lo farò più, però non avercela con me che mi fai sentire in colpa...»

«Non ce l'ho con te...» Mi limitai a dire osservando di sottecchi il mutamento dell'espressione che da colpevole si trasformava in perplessa. Afferrò tra il pollice e l'indice la rotella del volume della radio abbassandolo quel tanto che bastava da renderla un leggero sottofondo a quel viaggio verso casa; era tempo di parlare ma io non avevo la minima idea di cosa dire.

«Allora mi spieghi perché sembri una che sta per andare alla ghigliottina?» Perché era proprio così che mi sentivo: in piedi sul patibolo delle emozioni, quelle che invece che al taglio della testa mi avrebbero portato alla distruzione dell'anima. Perché io lo sapevo che Alex non era adatto a me, lo avevo visto quanto fossimo due isole distanti, perse in oceani che non bagnano neanche le coste opposte dello stesso continente; lo percepivo dentro che quella sensazione la quale affiorava ogni qualvolta entravamo in contatto mi avrebbe ridotta a brandelli. Non potevano coesistere in pace due persone così diverse come noi, io che mi ero costruita intorno un mondo simile a quelle delle favole, lui che con il suo essere mi sbatteva in faccia una realtà che non sempre ero in grado di accettare.

«Sono solo un po' stanca, tutto qui... appena torniamo a casa dormo un paio d'ore e torno quella di sempre!» Avevo sorriso forzatamente facendo mia una scusa che sarebbe apparsa credibile dato che davvero ammutolivo in preda alla stanchezza, rialzai il volume dello stereo decretando con quel gesto la fine della conversazione. Peccato però, che la mia amica non fosse dello stesso avviso e così, tenendo premuto il tasto dell'accensione fece sparire ogni suono all'interno dell'abitacolo.

Hug Me - Siamo Chi Siamo #1 (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora