Capitolo 19 ✔

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Erano quasi le ventitré e noi ci trovavamo ancora tutti seduti sul divano a concludere l'ennesima partita a bowling virtuale. Ema aveva portato con sé la Nintendo e, finito di cenare, ci eravamo sfidati nei vari sport che il gioco ci offriva con premi e penitenze per chi occupava il primo e l'ultimo posto della classifica.

Il proprietario della console era tra i migliori, aveva sempre conquistato uno dei gradini del podio mentre gli altri due venivano alternati tra i presenti; solo una volta eravamo riusciti a scalzarlo dalle prime posizioni, era anche vero, però, che Edoardo aveva usato un subdolo trucco per riuscirci passando davanti alla barra del sensore mentre lui simulava il movimento di un golfista, tenendo tra le mani la mazza di plastica, il tiro fece spostare la pallina di poco e a fine partita si ritrovò al quinto posto.

Quando non toccava a me gareggiare, come in quel momento, mi prendevo del tempo per osservare i miei ospiti ed era strano sentirmi così a mio agio con persone di cui non conoscevo praticamente nulla. Ero una che ci sapeva stare in compagnia, una che stava al gioco anche quando questo non mi faceva più tanto ridere, una accomodante e quindi che non creava molti problemi in un nucleo di persone ma era anche vero che avevo i miei tempi per concedermi delle confidenze, che non mi spingevo in caldi abbracci o fragorose risate, di quelle che un po' ti fanno vergognare, se non mi sentivo pienamente a mio agio eppure con loro era accaduto tutto in maniera naturale. Mi comportavo come se li conoscessi da sempre ed era una bella sensazione per una che, come me, era continuamente attenta a quel che diceva e al tono che usava per non sentirsi addosso il giudizio degli altri.

Le ore erano trascorse velocemente e la presenza di quei ragazzi, in qualche modo, era riuscita a scacciare il senso d'angoscia che mi aveva avviluppata dal momento in cui il messaggio di Alex aveva fatto vibrare il telefono di Edoardo, interrompendo la nostra conversazione. Non era quasi mai stato nominato durante la serata, ad eccezion fatta per il racconto di qualche aneddoto dove era presente e sentire il suo nome mi provocava una fitta al centro del petto, un fastidioso groppo alla gola che aveva il sapore di un'acredine ben motivata mista a un dispiacere che non sapevo contestualizzare.

Io, ovviamente, non avevo chiesto informazioni sulla sua assenza, mi ero imposta di fingere che non esistesse dato che a lui, quel giochetto, riusciva bene e fui fiera di me stessa nel constatare che, alla fine, c'ero riuscita a non farmi rovinare la serata da una persona che aveva deciso di non parteciparvi.

Conclusa quella partita decidemmo di prenderci una pausa e, nonostante la casa non fosse grandissima, li vidi man mano disperderti tutti: Den aveva accompagnato Serena in bagno, per poi dirigersi con Selly nella cabina armadio con l'intento di mostrarle un vestito disegnato e cucito da lei, Edo ed Ema si erano avvicinati al tavolo per bere e Andrea aveva risposto a una chiamata spostandosi lungo il corridoio per avere un po' di privacy. Io ero rimasta seduta sulla poltrona, con i piedi nudi e le gambe ripiegate sul cuscino e Giovanni mi sedeva dirimpetto, a cavalcioni sulla sedia con le braccia a sostenersi sullo schienale.

Mi osservava senza parlare; avevo capito fosse uno di poche parole e non m'infastidiva la cosa ma trovarmici da sola, avvolti da un silenzio quasi irreale, mi straniva soprattutto perché non sapevo cosa dire per sbloccare quell'impasse in cui ero finita senza neanche accorgermene. Lui appariva sereno, sembrava trattenesse un sorriso e questo mi spinse a osservami convinta che mi fossi sporcata di ketchup e che lui non sapesse come dirmelo. No, pare sia tutto nella norma...

Non sapendo cosa fare mi schiarii la gola e mi augurai che qualcuno si decidesse a tornare, spostavo lo sguardo su ogni angolo della casa notando anche la polvere accumulatasi nell'angolo più alto della libreria ma nulla riusciva a scacciare il senso d'angoscia provato nel restare in compagnia di un ragazzo con il quale non sapevo di cosa parlare.

Hug Me - Siamo Chi Siamo #1 (Conclusa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora