☾1 • Lupus In Fabula

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-Luna è Pronto! Scendi?!-

La voce di mia madre mi da uno scrollone.
Smetto di fare ciò che stavo facendo, spengo le candele una ad una e metto tutto apposto.

-Vuoi uscire da quella soffitta o devo venirti a prendere?-

-Me lo vuoi dare un secondo?- rispondo scocciata.

Scendo dalla scaletta e chiudo la botola della soffitta. Va sempre tutto bene finché non arriva l'ora di cena e questa casa si trasforma nella rappresentazione fisica dell'inferno.

-Gabriel smettila di giocare con il cibo! Hai sette anni non tre..!- sento urlare mia madre già dal fondo del corridoio, non posso farcela.

-Non stavo giocando!-

Entro in cucina pestando i piedi per farmi sentire.

-Se dovete litigare voi due siete pregati di farlo quando sono chiusa in camera mia..- dico sbruffando.

-Ho solo ripreso tuo fratello..-

-Ho mal di testa!- ringhio.

-Possibile che ogni volta che esci da quella maledetta soffitta hai sempre mal di testa? Non fumerai di nuovo quella robaccia vero?!- chiede mia madre puntandomi il mestolo al petto.

-Per la cronaca quella "Robaccia"- Faccio le virgolette con le dita -L'ho provata soltanto una volta alla festa di compleanno di Sam. Né una volta di più né una volta di meno..- rispondo porgendo il piatto.

-Sarà bene così!- mi fulmina con un'occhiata.

Inizio a mangiare.

-Non aspetti papà?- mi chiede Gabriel guardandomi con i suoi occhioni neri.

Sbuffo e lascio cadere la forchetta nel piatto.
Ma la scenata dura poco e sentiamo girare le chiavi nella serratura. Segno che stava per entrare.

-Papàà!- urla mio fratello scattando in piedi come ogni sera.

-Heey piccolo!- mio padre ride prendendolo in braccio e scompigliandogli i capelli.

Si avvicina al tavolo ed il suo sguardo cambia improvvisamente quando incrocia il mio.
Lo sapevo.

-Luna hai perso la lingua ancora una volta?!- dice serio facendo scendere mio fratello.

-Passa diretto alla ramanzina ti prego..- rispondo abbassando lo sguardo sul piatto.

Comincia ad armeggiare qualcosa nelle tasche. Tira fuori chiavi, telefono, telefono di lavoro.. Ed eccola.. Una lettera dalla scuola.
Riconosco il colore della carta. Il rumore che fa tirandola fuori dalla busta. Riesco quasi a sentire il suono delle dita della vicepreside che battono sulla tastiera del suo polveroso computer. La detesto.. Con i suoi occhialini viola incastrati sopra al suo naso enorme.
La collezione di bandane che porta sempre in testa (secondo me non si lava i capelli dal 1840) e i suoi vestiti che farebbero la concorrenza ai copri divano che ha mia nonna in salotto. Già i professori di per se non hanno una grossa stima della mia persona, ma lei mi detesta e non perde occasione per farmi fare un giro in presidenza ed umiliarmi.

-Ti sei fatta beccare un'altra volta in bagno a farti la tinta ai capelli durante l'ora di biologia!- mi guarda rassegnato lasciando cadere la lettera sul tavolo.

-Luna..- accenna mia mamma venendo interrotta da mio padre.

-Spendi la tua paghetta in coloranti lavabili e vestiti stravaganti.. Ti comporti da ragazzina ribelle, non segui le lezioni, rispondi a tono.. Quanto deve andare avanti questa storia?- mi chiede.

-A scuola non ci si può fingere i capelli!..-

-Gabriel mangia senza intervenire grazie..- lo interrompe mia mamma.

-Credete di essere perfetti voi due? O vi siete già dimenticati tutto quello che è successo per il vostro stupido orgoglio?!- sbotto pentendomene.

Mio padre e mia madre si guardano.

-Vai in camera tua Luna!-

•My name is Luna• (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora