Perfortuna papà non si è accorto di niente ieri.
Devo stare attenta ogni volta che spostano le chiavi della soffitta in qualche altro posto per non farmele mai trovare.
Ma perché non possono lasciarmi un posto dove posso essere me stessa?
Dove nessuno vede o sente ciò che faccio.
A volte i genitori credono di fare la cosa giusta per te mentre basterebbe semplicemente chiedere "cosa desideri più di tutto?" oppure "Cosa può farti stare meglio?".I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che mi urta facendomi cadere il dizionario di francese.
-Scusa che stupido che sono..- dice Axel.
-Ancora tu.. Se non fosse che sei sempre stato così impacciato direi quasi che tu lo stia facendo apposta..- dico senza guardarlo.
-Sei sempre così gentile con le persone?- mi chiede ironico mentre mi raccoglie il dizionario.
-Dai..- dico prendendolo.
-Ti va una camomilla?- mi chiede.
-Sei serio?- lo guardo male.
-Serissimo.. non ti prendevo in giro.- mi guarda fisso negli occhi.
Avevo quasi dimenticato i suoi occhi marroncino/verdi.. O forse è la prima volta che ci faccio veramente caso.
-Mh..- in tutta risposta mi incammino seguita da lui verso il bar della scuola.
Arriviamo e ci sediamo al bancone ordinando due camomille.
-Io la prendo ogni mattina per iniziare la giornata senza incazzarmi.- mi dice buttandoci un filo di zucchero.
-E funziona?- chiedo soffiando sulla mia.
-Quasi sempre..- risponde.
Restiamo circa un quarto d'ora a parlare di come preferiamo fare colazione la mattina fino a che il suono della campanella non ci interrompe e ci costringe a correre a perdifiato nelle nostre rispettive classi.
Non appena entro mi trovo la professoressa di letteratura sull'attenti.
-Signorina Loften le sembra questo il momento di entrare in classe?- mi chiede con la sua voce stridula.
-Mi scusi prof..- dico sedendomi al mio posto.
La classe rimane in silenzio e la prof mi guarda stupita. Effettivamente non avevo mai risposto così gentilmente senza fare polemica, borbottare o dire parolacce. Merito della miracolosa camomilla?
Finita l'ultima ora mi avvio insieme ai miei compagni verso l'uscita e cerco Arya con gli occhi. Scruto tutte le persone con attenzione.. Ed eccola lì! Sta parlando con un ragazzo molto molto carino.
Ebbrava amica!
Mi siedo sul muretto più vicino ma senza farmi notare per vedere meglio.
Lui le stampa un bacio sulla guancia e se ne va.
Quando Arya si accorge della mia presenza viene verso di me, rossa come un pomodoro.-Quindi qui qualcuno ha fatto colpo senza dirmi niente?- le tiro una pacca sulla spalla.
-È successo tutto così in fretta! Credo proprio che mi piaccia..- dice sorridendo e guardando il vuoto.
-Beh poi Brian è il playmaker della squadra di basket della scuola! Ha una certa importanza..- dico bevendo un sorso d'acqua dalla fontanella.
-Già.. Ma tu Luna?- chiede.
-Io? Cosa?- chiedo a mia volta asciugandomi la bocca con la manica del cardigan.
-Non hai più nessuno nel cuore..?- azzarda la domanda.
Mi fermo a pensare per pochi secondi.
-L'amore fa schifo.. Fa male.- rispondo prendendo lo zaino e camminando verso la fermata seguita da Arya.
-Non puoi dire così soltanto perché Anthony ti ha chiamata..- si interrompe sapendo che la ferita è ancora aperta.
-Non solo per quello.. Ogni volta che ho iniziato a provare qualcosa per qualcuno è finita sempre poco bene ecco. Dovrò cominciare a rifiutare qualsiasi sentimento che si avvicina all'amore!- dico sicura di me.
-La tua è solo paura, vedrai che cambierai idea quando troverai quella persona con cui stai davvero bene, con cui vorrai fare le peggio cazzate, vivere le avventure, condividere tutto.- dice sospirando.
Quando parla così sembra molto più matura della sua età. Ma effettivamente.. Come posso amare qualcuno se non amo neppure me stessa?
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•My name is Luna• (#Wattys2017)
Teen Fiction-Tu sei l'uragano più forte!- Quando la vita ti cambia tutte le carte in tavola..cosa puoi fare? Luna è una giovane ragazza dai capelli blu che ha perso una persona davvero importante della sua famiglia. Dopo questa perdita ha deciso di costruirsi...