La poltrona dello studio del Dottor Burke accolse Rick e le sue riflessioni. Era nervoso e gli sembrava che quella che dovesse essere una comoda seduta per metterlo a proprio agio fosse in realtà ricoperta di spine, aghi, chiodi e qualunque altra cosa nata per infastidire. Non riusciva a stare fermo, si muoveva, accavallava le gambe in continuazione, prima una poi l'altra, poi le teneva larghe buttando il peso in avanti e martellandosi le ginocchia con i pugni. Sbuffava e soprattutto non parlava.
Burke lo guardava da sotto gli occhiali, mentre appuntava qualcosa nel suo taccuino. Rick si chiedeva come mai non gli facesse nessuna domanda. Poi il dottore poggiò la penna ed il taccuino, accavallò a sua volta le gambe e lo fissò. Castle si sentì intimorito da quello sguardo, deglutì un paio di volte, bevve un sorso d'acqua, poi si guardò la punta dei piedi a lungo, come se ci fosse qualcosa di estremamente interessante da vedere. Non era così, non c'era niente di interessante nella punta dei suoi piedi e non aveva sete, anche se continuava a sorseggiare l'acqua.
- Non mi ha mai detto Ti Amo. - Sputò fuori Castle all'improvviso. - Kate non me lo ha mai detto.
- Avrebbe dovuto? - Chiese Burke con il suo solito tono pacato
- Beh, sì, credo di sì, visto quello che c'è stato tra noi, come ci siamo avvicinati...
- Cosa c'è stato Rick?
- Ecco... ehm... - Si sentiva tremendamente imbarazzato - Tutto. C'è stato tutto - disse poi convinto.
- Se c'è stato tutto cosa le manca allora? - Quel dannato dottore aveva tutte le domande più semplici in grado di metterlo più in difficoltà.
- Mi manca che mi dica Ti Amo.
- Quindi con sua moglie c'è tutto, mancano solo due parole, è questo? Solo questo?
- In realtà no... - Disse infine sconsolato sprofondando nella poltrona.
- E cosa c'è o non c'è?
- Non c'è mia moglie - Quelle parole furono la resa emotiva di Rick. - C'è Kate, ma non c'è mia moglie.
- Kate è sua moglie.
- No. Kate è la donna della quale mi sono innamorato anni fa. Un po' più dolce e meno aggressiva, meno arroccata dietro al suo muro che però ha in parte ricostruito. Fragile forse un po' più di allora. Ma lei tutte queste cose le sa, perché ha parlato con Kate.
- Vada avanti Rick.
- Mi manca la complicità che avevamo, il capirci con uno sguardo, le cose che abbiamo condiviso. Mi mancano i nostri ricordi insieme. Quando siamo arrivati negli Hamptons e l'ho accompagnata nella nostra camera mi sono sentito perso ripensando all'ultima volta che eravamo stati lì. Avevamo concepito nostra figlia lì, in quella camera, in quei giorni e lo sapevo solo io. Lei non sa niente di tutto quello che abbiamo vissuto, che abbiamo provato.
- È questo che le manca? La condivisione del ricordo?
- Mi manca quello che eravamo e come lo eravamo.
- Ha mai pensato a cosa farebbe se Kate non dovesse riacquistare la memoria? O se lo facesse non so, tra un anno o due o di più... Rimarrebbe a pensare a quello che eravate prima? Rimarrebbe fermo ai suoi ricordi o vivrebbe il presente?
- Io... non lo so... Non ci ho mai pensato. Kate riacquisterà la memoria!
- Sì, ma se non dovesse farlo, lei la amerebbe?
- Io la amo.
- Ama lei o quello che lei era? Ama Kate o il suo ricordo?
Rick non rispose. Tornò a torturarsi le mani. Era arrivato a pensare che il suo amore gli mancava tanto quanto le sarebbe mancata lei e forse anche di più. Ma come poteva riuscire a vederle come due cose divise? Cosa era il loro amore senza Kate? Però poi un'altra domanda piombava nella sua mente: cosa era Kate senza il loro amore?
- Io amo Kate. Amo quello che era, quello che è stata ed amo anche quello che ora. Darei la mia vita per la sua se fosse necessario. Però sento che lei adesso non è quella persona che ho sposato ed ho paura, una tremenda paura che lei non provi per me lo stesso sentimento che provo io, che non sia amore ma affetto o peggio bisogno.
- Ha fatto qualcosa che le ha dato modo di pensarlo?
- No, no... anzi... Però me lo ha detto, ha paura del mio amore, ha paura di quello che potremmo essere noi. Ed io ho paura che lei, in fondo, non lo voglia, non voglia un noi, non lo stesso noi che voglio io.
- Avrete una figlia, vero?
- Sì. - Il suo viso si illuminò - Una bambina, lo abbiamo saputo qualche giorno fa.
- Avete fatto dei progetti? Avete parlato di questo?
- Sì, un po'. Non cose definite, però un po' sì.
- Quindi anche Kate vede un voi nel suo futuro, un futuro di voi tre. È diverso dal futuro che vuole lei?
- No... io... No, voglio questo anche io.
- Vede Rick, io non sono qui per dare giudizi, né per darle delle risposte. Se le può dare solo lei quelle. Però è sicuro che i suoi dubbi riguardino solo quello che Kate prova per lei? Perché a me sembra, invece, che riguardino più quello che lei prova per Kate, per le sue due Kate, quella di adesso e quella che era prima. E se lei le vede come due persone diverse, beh, sarà difficile. Kate potrebbe riacquistare la memoria oggi stesso, come non farlo più. Lei è sicuro di riuscire, in questo ultimo caso, ad accettare la cosa e non vivere sempre nel rimpianto di come era sua moglie prima? Di amarla e lasciarsi amare, con i suoi tempi, per quella che è ora?
- Io... Non lo so... Non so ancora se sono pronto a lasciare andare il ricordo di quello che eravamo.
- È più importante di quello che siete adesso? O che potrete essere?
- Non lo so...
- È questo il problema Rick.
- Sa cosa mi ha spinto a venire da lei dottore?
- Mi dica.
- L'ultima volta che io e Kate abbiamo fatto l'amore, perché per con Kate è sempre fare l'amore, dopo mi sono sentito in colpa. Perché mancava tutto quello che eravamo noi, mi sono sentito come se avessi tradito mia moglie. Non riuscivo nemmeno a starle vicino, così mi sono alzato e sono uscito fuori casa, in veranda, di notte a pensare. Ma anche quello mi aveva fatto male, essermene andato, averla lasciata sola. Sono tornato da lei, l'ho abbracciata e coccolata più che potevo, per farmi perdonare, anche se lei dormiva tranquilla, per dimostrarmi che l'amavo. La tenevo tra le mie braccia e piangevo e pensavo a noi, a quello che eravamo, ma a quello che eravamo prima. E pregavo tutte le divinità di ridarmi quella Kate. Le sto tradendo entrambe, lei ed il suo ricordo. Non so cosa fare ed ho la testa che mi scoppia. Tutto ciò è meschino, me ne rendo perfettamente conto.
- Rick, in realtà tutto ciò è umano. Lei ha voluto riprendere una vita come se niente fosse in una situazione estremamente particolare e dolorosa, facendosi carico di tutto. Anche lei ha raggiunto il suo punto limite. Ha mai espresso a Kate le sue paure o la percezione che ha di lei?
- Non posso dare a Kate altre preoccupazioni. Sa quello che vorrei, che vorrei un noi. Abbiamo discusso qualche volta, ci siamo aggrediti, poi abbiamo fatto pace.
- Vi siete chiariti? Avete parlato?
- Poco a dir la verità. Ma non posso far pesare su di lei la mia confusione, non posso aggiungerla alla sua.
- Pensa che non dicendole niente, ma corrodendosi lei all'interno le sarà più aiuto? La potrà sostenere ed aiutare di più quando nemmeno lei sa cosa vuole e chi vuole?
- Io so cosa voglio. Voglio lei. La mia lei. Ma se glielo dicessi cosa ne sarebbe di Kate?
- Non lo so. Deve valutare se vale la pena rischiare.
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Always, Again
FanfictionDal primo capitolo: "Un mese. 31 giorni. 744 ore. 44640 minuti. Controllava l'orologio e proprio a quest'ora un mese prima stavano tornando a casa, Kate lo salutava con il suo sorriso più raggiante andando in camera, mentre lui avrebbe cucinato...