CINQUANTOTTO

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Castle stava rientrando a casa dopo essere stato da Jim e se era possibile si sentiva ancora peggio di prima. Pensava che parlare con Burke, sfogarsi, confessare il suo stato d'animo al padre di Kate sarebbe riuscito a schiarirgli le idee ed invece era ancora più confuso.
Erano poche le cose che aveva chiare: amava Kate, non l'avrebbe mai lasciata, ma non riusciva a fare finta di nulla, come se tutto fosse come prima. Come se lei fosse quella di prima ed anzi non riusciva più a capire chi tra i due fosse cambiato di più. E si sentiva in colpa per non essere quello che avrebbe voluto essere: un marito che amava sua moglie, a prescindere, anche se lei non ricordava di esserlo e forse nemmeno voleva, per quel che ne sapeva lui.

Quando aprì la porta del loft quello che vide lo lasciò per un momento senza parole per la sua semplicità. Kate era nella loro cucina e stava preparando la cena per loro due. Si sentì così stupido ad emozionarsi per una cosa così. Si fermò a guardarla senza dirle nulla, mentre lei, preparava a testa bassa sentendo il suo sguardo su si se e imbarazzandosi un po'.
Rick lasciò le sue cose sul mobile e la raggiunse, abbracciandola da dietro, facendole lasciare sul piano di lavoro quello che teneva in mano. Le spostò poi i capelli, scoprendole parte del collo e baciandola dolcemente.
- È una delle cose più belle che ho visto negli ultimi tempi - le sussurrò tra un bacio e l'altro
- Cosa? - chiese Kate mordendosi il labbro non indifferente alle sue attenzioni
- Tu, la nostra casa, la nostra cena... È tutto così normale, così bello.
- Volevo farmi perdonare per ieri. Per non essere venuta in tempo per cenare insieme. Non vorrei che tu pensassi che per me non fosse importante cenare con te.
Rick non le rispose, riprese a baciarle il collo ricercando in ogni bacio quelle sensazioni che credeva di aver perso. Sentiva la sua pelle sotto le sue labbra ed aveva lo stesso effetto di una droga.
La voltò per guardarla negli occhi e si chiedeva come fosse possibile che dopo tutti quegli anni ogni volta che la guardava e vedeva le sue labbra appena socchiuse, gli occhi brillanti e sentiva il suo respiro profondo gli fosse impossibile resisterle. Quando la vide mordersi appena il labbro, gli fu impossibile indugiare ancora, spostò tutto quello che era sul bancone e la sollevò facendola sedere lì, prendendo lui il suo labbro tra i propri denti, stringendolo e succhiandolo per poi baciarla con passione mentre lei passava le mani tra i suoi capelli, ricambiando il bacio con altrettanta intensità.
Le mani di Rick si muovevano autonomamente sul corpo di Kate cercando e trovando i bottoni della camicia che aprì uno dopo l'altro senza mai interrompere il bacio e poi scendendo lungo il collo fino ad arrivare all'incavo tra i suoi seni. Fu lì che si trovò a baciare la sua cicatrice ed in quel momento fu lui ad essere assalito dai ricordi.
Non poteva, non così. Non poteva lasciare che fosse il desiderio a prendere il sopravvento sul suo buon senso. L'avrebbe fatta sua lì, su quel bancone per la voglia che aveva di lei, ma non era giusto. Non doveva essere così tra loro.
- Kate... è meglio se finisci di preparare e mangiamo... - Si staccò da lei brutalmente, andando sciacquarsi il viso mentre lei attonita si rivestiva.

- Scusami... ho rovinato tutto. La cena ed anche il resto. - Castle interruppe il silenzio che li aveva accompagnati per tutta la cena.
- Cosa c'è che non va Rick?
- Va tutto bene Kate...
- Ne sei sicuro?
- Certo... - abbassò lo sguardo. Non sarebbe riuscito a mentirle guardandola negli occhi, ma non sarebbe nemmeno mai riuscito a dirle tutto quello che aveva dentro.

Finito di mangiare Castle si chiuse nel suo studio a scrivere, ma Kate capì ben presto che non lo stava facendo. Non sentiva il suo solito picchiettare sui tasti, era tutto troppo silenzioso.
La maglia di Rick, che ormai come sempre usava per dormire, aveva addosso il suo profumo, era quella che aveva indossato lui la notte precedente: Kate lo inspirò cercando conforto.
Ripercorse con la mente tutto quello che aveva pensato quando lui non c'era e come si sarebbe immaginata diversamente quei giorni, tutto quello che avrebbe voluto dirgli: aveva immaginato che sarebbero stati felici di cominciare una vita insieme con altre prospettive, con un futuro diverso. Invece lui era tornato più lontano di quando era partito, sotto tutti i punti di vista.
Andò in bagno per togliersi quel filo di trucco che ogni mattina si metteva per andare in ufficio. Si guardò, fece aderire la maglia al suo corpo e vide quanto era diversa, stava cambiando in quegli ultimi giorni molto rapidamente, la pancia si era ingrossata, era una presenza importante. Era anche quello il problema? Altri dubbi ed incertezze si aggiunsero a quelle che già invadevano la sua mente. Da quanto era diventata così insicura di se? Era Castle a farla sentire così? Era perché lui era diventato così dannatamente importate che si muoveva come su una sottile lastra ghiacciata di un lago in inverno, con la paura che un piede messo male, una piccola crepa avessero potuto rompere tutto e farla sprofondare nelle acquee gelide, condannandola ad una morte sicura dei suoi sensi, ormai completamente rapiti da lui.
Non aveva sentito che Castle nel frattempo era rientrato in camera e si era messo sul letto. Era completamente assorto nei suoi pensieri, aveva la tshirt in mano ma non l'aveva indossata, come se si fosse interrotto per pensare a qualcosa di veramente importante. Aveva le gambe, nude e tese ed anche i muscoli delle braccia erano in tensione, mentre stringeva quella maglietta che si sarebbe forse disintegrata nella sua presa stretta. Quel suo volto con le espressioni da bambino era così in contrasto con il suo corpo possente da uomo. Le mancava. Le mancava terribilmente il Richard Castle che era stato per lei fino a pochi giorni prima, quello affettuoso fino ad essere troppo appiccicoso, quello che la faceva sentire la donna più desiderata del mondo e la più amata, quello che sapeva soddisfare ogni suo desiderio, sotto tutti i punti di vista.
Si avvicinò a lui gattonando sul letto, portando una gamba tra le sue, appoggiandosi al suo corpo e toccandolo in modo tutt'altro che casto. Ripensava ai baci sul suo collo di poco prima in cucina e la facevano andare fuori di testa. Voleva Castle, voleva suo marito e cercò di farglielo capire in ogni modo, toccandolo e baciandolo in modo provocante. Lui la guardava senza fare nulla.

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