CINQUANTACINQUE

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... e quando la tua mamma avrà ritrovato la memoria sarà tutto perfetto tra noi. - Alzò lo sguardo a cercare quello di Kate ma non vide quello che si aspettava. Lei era pietrificata.

- Kate? Che succede? Stai bene?
- Sì... Sì... - Ma il suo viso diceva tutt'altro e Castle se ne accorse. Si tirò su, coprendole il ventre con la maglia.
- Non mi sembra. - Rick era molto serio mentre studiava ogni minima espressione del sul volto. Kate fece un gran respiro, avrebbe dovuto dirglielo, doveva farlo subito. Anche lei si sollevò, mettendosi seduta e torturandosi le mani in cerca delle parole migliori.
- Castle... Io in questi giorni ho preso una decisione. Riguarda me, ma riguarda anche te. - Vide che stava per interromperla, ma le bastò uno sguardo per farlo rimanere in silenzio. - In questi giorni ho avuto dei ricordi, del mio passato, del nostro passato e non è stato facile.
- Perché non mi hai detto niente? - Le chiese eccitato dalla novità e deluso allo stesso tempo perché non aveva voluto condividere la cosa con lui.
- Perché non erano cose delle quali si poteva parlare per telefono, Castle.
- Sono qui, ora, facciamo ora, parliamone. - Rick aveva ritrovato la sua solita eccitazione, come un bambino impaziente di scartare i regali la mattina di Natale, peccato che per Kate non era così.
- Non è semplice Castle. Tutto quello che ho ricordato mi ha fatto stare male. Mi ha creato dubbi, insicurezze su di noi e su me stessa. - Kate era sempre estremamente seria, ma non riusciva a guardarlo in faccia mentre gli parlava. Sapeva che quello che gli avrebbe detto lo avrebbe fatto soffrire e non era abbastanza forte per riuscire a sopportare di vederlo così per causa sua. - Io non voglio soffrire, non più.
- Beckett io non capisco, quello che hai detto prima, tu parlavi di noi, di stare insieme.
- È quello che voglio Castle - Ora sì, cercava il suo sguardo - Voglio stare con te, voglio pensare al nostro presente e al nostro futuro. Non mi interessa del passato, di quello che è stato, di quello che non ricordo. Tutto quello che ricordo mi fa solo male. Non voglio stare male.
- Cosa stai cercando di dirmi Kate - La voce di Rick lasciava trasparire la preoccupazione data dalla consapevolezza di quale fosse la risposta a quella domanda.
- Non voglio pensare a quello che è stato. Non voglio avere altri ricordi dolorosi.
- Ma non ci sono solo quelli - Il suo tono sembrava una supplica
- Lo posso immaginare, ma non li voglio più cercare. Non voglio correre il rischio
- Quale rischio Kate? - Castle si lasciò sfuggire quella frase molto più ad altra voce di quanto avrebbe voluto.
- Di scoprire che le cose erano diverse.
- Certo che erano diverse Kate! - Castle era un fascio di nervi, schizzando in posizione eretta, sovrastandola con la sua fisicità, come a volerla intimorire per farla ricredere. - Era tutto diverso! Tu, io, era tutto perfetto!
- Perfetto Castle? Dopo nemmeno un anno che eravamo sposati siamo stati separati per mesi. Tu che non sapevi se io ti amassi abbastanza, io che me ne sono andata mentendoti. Non è la mia idea di perfetto. Non mi interessa.
- Non c'è solo questo Kate, c'è molto di più. Ci siamo noi, tutto quello che eravamo. Io so che mi amavi, so quanto mi amavi. Non puoi voler dimenticare tutto questo. Dimenticare noi.
- Noi siamo qui Castle. Io e te. Siamo qui, adesso. Voglio questo.
- No Kate... no...
- Rick... devi capirmi. Per favore. - Allungò una mano verso il suo volto ma Castle si ritrasse come se avesse ricevuto una scarica elettrica da quel contatto.
- Tu hai combattuto per noi, contro gli altri, contro te stessa uscendo dal tuo muro. Hai creduto in noi e in me, sempre. Tu non ti saresti mai arresa, non avresti mai voluto lasciarti alle spalle tutto quello che ci ha portato qui. Non è stato sempre tutto facile, è vero, ma quello che c'è stato di bello è valso tutto il resto, devi credermi.
Kate scosse la testa, immaginava che lui non avrebbe approvato la sua scelta, ma lei ormai era decisa.
- Beckett tu non avresti rinunciato a noi e ai nostri ricordi io lo so. Per te sono importanti.
- Per me è importante adesso ed è importante domani.
- Mi stai dicendo che per te noi non siamo importanti?
- Non ti sto dicendo questo, ti sto dicendo il contrario. Per me sei così importante ora, che non voglio rischiare che quello che c'era prima rovini il presente.
- Non lo rovinerebbe Kate!
- Non posso saperlo con certezza Rick! - Anche il tono di Kate ora era molto più alto.
- Ma io sì maledizione Kate! Io sì! Io volevo tutto questo, una famiglia nostra, e lo volevi anche tu, ne sono sicuro!
- Te ne ho mai parlato? Te l'ho detto? Hai detto anche tu di no. - Lo interruppe lei e lui non seppe cosa dire, abbassò le spalle in una postura rassegnata - Vedi, non puoi negarlo. Non lo sapevi cosa volevo. Io ora lo so cosa voglio.
- Io sono sicuro che lo volevi, sono sicuro... - disse lui quasi in un sospiro.
- Tu vuoi quello che abbiamo adesso Rick? Quello che siamo ora?
- Sì certo che lo voglio. - Abbassò lo sguardo mordendosi l'interno della bocca.
- Però non ti basta, vero? Tu vuoi quello che eravamo, più di quello che siamo.
- Io ti amo Kate.
- Ne sei sicuro Rick? Ami me?
Deglutì incapace di risponderle, eppure doveva essere facile. Ma lei lo guardava con il suo sguardo deciso e penetrante, di quelli che scavavano dentro e lo mettevano davanti al sue colpe e le sue paure. Non riuscì a dirle nulla e Kate si morse il labbro inferiore non per malizia, ma per trattenere quel moto interno che sentiva stava per esplodere. Annuì con la testa, avendo capito e si alzò per vestirsi, mettendo distanza tra loro fisica, ma non solo.
Non era così che Kate aveva immaginato fossero andate le cose. Certo, sapeva che sarebbe stato difficile per lui accettarlo, che gli sarebbe dispiaciuto, ma sperava che poi la avrebbe capita, che le avrebbe detto che ci sarebbe stato comunque, che sarebbe andato tutto bene ugualmente. Invece l'aveva solo aggredita, non aveva nemmeno provato a capirla e alla fine le era stato chiaro che lui voleva solo che lei ricordasse, che stava con lei solo per quella speranza, che magari ci sarebbe stato sempre, ma solo sperando che potesse tornare la sua Kate. La sua non risposta l'aveva spiazzata. Non ci aveva nemmeno provato a dirle di sì, che era sicuro di amarla. Aveva aperto la bocca senza dire nulla, preso in contropiede da quella domanda che l'aveva messo a nudo.
Avrebbe voluto dirgli anche il resto, voleva farlo in modo speciale, per farlo veramente felice. Era stata anche tentata di rispondergli "anche io" quando lui le aveva detto che l'amava, ma non poteva farlo così e adesso, ora che lei sentiva che lui non era sicuro dei suoi sentimenti, non poteva dirglielo, non aveva senso. Tutto quello che si era immaginata in quei giorni era stato, appunto solo frutto della sua immaginazione. La realtà era altro. Ma l'aveva scelta lei la sua strada e l'avrebbe seguita in ogni caso.
Aprì la cabina armadio scegliendo con cura i suoi vestiti. Osservò i giacchetti di pelle e i jeans aderenti. Non era mai stata una che seguiva troppo la moda, ma certe cose la facevano stare bene, la facevano sentire se stessa. Erano quei vestiti che metteva quando voleva sentirsi bene, quando cercava qualcosa di confortante per essere se stessa e darsi sostegno. Avrebbe voluto metterseli anche in quel caso, per uscire da quella stanza a testa alta, ricordandosi che, innamorata o meno, era sempre lei, Kate Beckett, e non si sarebbe fatta mettere KO da nessuno. Alla fine preferì un paio di pantaloni neri ed una maglia a maniche lunghe dello stesso colore, quello che rispecchiava meglio il suo umore. Vide la busta con la tutina che aveva preso per la loro bimba che voleva dare a Castle, la prese gliela appoggiò vicino sul letto, mentre continuava a prepararsi. Andò in bagno a sistemarsi i capelli, e truccarsi quel minimo necessario per coprire i segni delle ultime discussioni che si erano stampati intorno ai suoi occhi. Poi tornò in camera mentre osservava tutti i suoi movimenti seguendola con lo sguardo, la vide dirigersi lì dove riponeva la sua pistola, prenderla ed indossarla, come se fosse la cosa più normale del mondo e prendere anche il distintivo mettendolo in tasca.
- La devi proprio tenere? - Gli chiese Rick serio mentre ancora gli dava le spalle
- Per noi della polizia può essere utile - Gli rispose con una ironia tagliente.
- A te non dovrebbe servirti - Le contestò lui senza alcuna voglia di scherzare.
- Non si sa mai. - Si voltò a guardarlo - Preferisci sapermi disarmata?
- Preferisco saperti al sicuro.
- Non metterò a rischio la vita di nostra figlia
- Non è solo per lei che lo dico. Voglio che tu sia al sicuro.
- Lo sarò Castle.
- Promettimelo.
- Cosa? - Spalancò gli occhi per guardarlo meglio, ma lui era serissimo. Cosa era una, una bambina che doveva promettere di non mettersi nei guai?
- Me lo devi promettere - Era irremovibile mentre la fissava con quegli occhi blu così intensi e bisognosi di avere conferma a quanto chiesto.
- Te lo prometto Castle. - Disse presa per sfinimento. Se quello era l'unico modo per farlo stare tranquillo, non le sarebbe stato difficile prometterglielo.
- Va bene. - Sembrò più rilassato solo per aver sentito quelle parole e Kate si stupì. Gli era bastato che lei glielo promettesse, la fece sorridere affettuosamente questo suo essere così dolcemente ingenuo, da dare così tanta importanza ad una promessa. Le fece tenerezza, vederlo seduto sul letto, con le spalle basse e la testa a guardare in un punto imprecisato le lenzuola. Gli si avvicinò, portandogli davanti quel pacchetto che non aveva nemmeno considerato.
- Ehy Castle... Questo è per te.
- Per me? Veramente? Tu hai preso una cosa per me? - Si illuminò subito e con le sue grandi mani andò a frugare nella busta che sembrava minuscola.
- Sì, insomma, più o meno... - Sorrise lei e quando lui la tirò fuori ed osservò la scritta vide tutto il suo stupore e la felicità nel tenere quel piccolo indumento di stoffa rosa in mano.
- Oh... È bellissima... Grazie... - La abbracciò riconoscente, in una abbraccio che nulla nascondeva se non la gratitudine per quel pensiero. - Vuol dire tanto per me Kate, sul serio.
Beckett gli spettinò i capelli ancora un po' umidi e lui subito passò le mani a sistemarsi il ciuffo. Lo trovava terribilmente buffo e adorabile quando faceva così e non riusciva a mantenersi distante come si era mentalmente ripromessa di fare. Controllò l'orario. Era tardi, molto più di quanto avrebbe dovuto essere, ma per fortuna i suoi orari erano estremamente flessibili adesso.
- Ci vediamo stasera Castle - gli disse appoggiando appena le sue labbra su quelle di lui, in qualcosa che avrebbe dovuto essere del tutto simile ad un bacio ma che non lo era.
- Ricordati di pranzare - Le disse mentre era già fuori dalla camera ricevendo una risposta in lontananza che non nascondeva la sua esasperazione per quelle continue raccomandazioni.

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