Tornò il sereno sugli Hamptons, il giorno dopo, ed i temporali avevano lasciato un aria decisamente più fresca e godibile. Le temperature si erano abbassate di qualche grado e questo faceva sì che stare in spiaggia e in piscina fosse decisamente più invitante. La ritrovata intimità di coppia aveva reso le loro giornate molto più movimentate e sembrava che avessero l'urgenza di recuperare il tempo perso. Non c'era un momento in cui non si cercassero, anche quando erano più distanti. Sdraiati su due lettini separati, a bordo piscina, allungavano la mano per stringersela, ritrovandosi, dopo poco, ad essere abbracciati e stretti sullo stesso. Anche quando nuotavano finivano per abbracciarsi e baciarsi in acqua, sia che si trovassero al mare o in piscina e più di una volta tra le onde dell'oceano avevano dovuto darsi un contegno ricordandosi di essere in un luogo pubblico, sotto gli occhi di tutti. E finivano a ridere di loro stessi e del loro comportamento da diciottenni sopraffatti dai propri ormoni, tra un bacio e l'altro.
Poi arrivava il momento in cui la passione si acquietava, Rick si trovava solo e i suoi pensieri non erano più catalizzati su di lei e si trovava a riflettere. Bastava una piccola cosa per fargli capire che si stava solo autoconvincendo che tutto fosse normale, tutto come prima, ma non era così: una battuta non capita, un gesto d'intesa non corrisposto, un riferimento non colto. Stavano vivendo in una perenne vacanza, mettendo da parte i problemi che avrebbero affrontato una volta tornati a casa.
Evitavano di parlarne ed il più delle volte che cominciavano lui finiva con un "Ci penseremo quando saremo a casa, godiamoci questi giorni".
Aveva paura più lui di lei di tornare a New York, temeva che fuori da quella bolla protettiva degli Hamptons, tutto quello che avevano accantonato li avrebbe investiti ed obbligati a fare i conti con la realtà e non sapeva se erano ancora abbastanza forti da affrontarla, sia singolarmente che come coppia. Avrebbe voluto prolungare quel soggiorno il più possibile, ormai mancavano pochi giorni alla visita di controllo di Kate, la data di scadenza che si erano dati per tornare a casa, ma le avrebbe chiesto se poi sarebbe voluta tornare lì, in fondo potevano rimanere ancora un po', mancava del tempo prima che lui dovesse andare a Boston e quel tempo potevano trascorrerlo lì negli Hamptons, non glielo avrebbe impedito nessuno, se avessero voluto.
Gli serviva ancora tempo per dare basi più solide al loro nuovo essere coppia che, aveva paura una volta al loft, con la presenza di Martha e Alexis, ne avrebbe risentito, perdendo la loro spontaneità in un momento nel quale non sapeva se erano in grado di sostenere la situazione senza generate malumori che potevano degenerare, conoscendo bene i loro caratteri.Si era reso conto che anche nell'intimità qualcosa era diverso, essendo comunque sempre fantastico. Era come far l'amore con una persona nuova della quale però conosceva alla perfezione ogni desiderio. All'inizio questa cosa la trovava divertente, perfino eccitante, poi però si rese conto che gli mancava qualcosa che non riusciva a compensare nè con l'eccitazione nè con il divertimento: la complicità.
Non era un problema fisico, il sesso con lei era sempre splendido e lui sapeva sempre come farle raggiungere l'apice del desiderio, conosceva a memoria tutti i suoi punti più sensibili che rispondevano ai suoi tocchi facendola vibrare di piacere, un piacere che dalle sue reazioni sembrava addirittura amplificato della gravidanza.
I loro corpi si trovavano e riconoscevano come sempre alla perfezione come se fossero stati fatti per congiungersi in una armonia totale. Kate non era mai stata una timida tra le lenzuola e non lo era nemmeno adesso, così come non lo era lui, anche se doveva stare attento a contenersi per evitare di fare male a lei o al bambino.
Erano i particolari, anche qui, che però Rick non trovava, quel modo in cui gli accarezzava la nuca e stuzzicava l'orecchio, come gli parlava quando, trasportata nel vortice del piacere, lo chiamava e gli diceva quanto lo amasse, quei sorrisi complici che non avevano bisogno di spiegazioni a parole, ma che sapevano esattamente cosa nascondessero e cosa avrebbero fatto, come scherzavano dopo, ogni volta, prima di coccolarsi a vicenda.
Quel tarlo che girava nella sua mente che lei non gli avesse ancora mai detto che lo amava, che non aveva mai nemmeno accennato all'idea di indossare la fede di nuovo si fece sempre più grande e si insinuò prepotentemente, al punto di farlo giungere all'amara conclusione che quello che c'era stato tra loro non era mai stato fare l'amore ma solo sesso.
Sesso splendido e molto soddisfacente, ma solo quello, altrimenti lei glielo avrebbe detto, ma non era stato così.
Ed ecco cosa gli mancava, gli fu infine chiaro e lampante, fare l'amore con sua moglie e questa cosa cominciava a creargli disagio. Si ripeteva che era un discorso stupido, che non poteva pretendere di più adesso e che aveva già tantissimo se ripensava al macigno che lo aveva colpito al risveglio di Kate, ma era un malessere irrazionale che non riusciva a controllare.
Gli mancava la sua voce quando diventava più roca per il piacere che gli diceva "ti amo" mentre lui la faceva sua, e quella che invece glielo diceva dolcemente quasi sussurrandoglielo per invitarlo ad amarla, o quando lo faceva sorridendo ancora stremata dal piacere e rimanevano abbracciati a coccolarsi. Era stato sempre un uomo molto sicuro di se, che non aveva mai bisogno di troppe conferme, anche se al suo immenso ego piaceva essere adulato, ma più passava il tempo più invece gli mancava sentire Kate dirgli quelle due piccole parole che lui le ripeteva sempre: Ti amo.
Non glielo disse e se lo teneva per se. Non voleva caricarla di maggiori preoccupazioni, non voleva che la vedesse come una forzatura che voleva farle, per il timore che questo potesse allontanarla. Faceva finta di nulla, comportandosi come aveva sempre fatto, amandola sempre nello stesso modo, sempre in modi diversi, perché non si stancasse mai di lui e lasciandosi amare, quando voleva essere lei farlo. Nonostante tutta la sua amarezza sopita, non riusciva a fare a meno di lei, in nessun aspetto, nemmeno quello più carnale e questo gli dispiaceva. Con Kate non era mai stato solo sesso. Mai.
STAI LEGGENDO
Always, Again
FanfictionDal primo capitolo: "Un mese. 31 giorni. 744 ore. 44640 minuti. Controllava l'orologio e proprio a quest'ora un mese prima stavano tornando a casa, Kate lo salutava con il suo sorriso più raggiante andando in camera, mentre lui avrebbe cucinato...