Si svegliarono con il rumore della pioggia che picchiettava sui vetri. Si sentivano ancora stravolti per la notte appena trascorsa, non solo fisicamente ma soprattutto emotivamente e sembrava che avessero stravolto anche tutto quello che avevano intorno, a cominciare dal cielo.
- Stai bene? - Le chiese Rick con la voce ancora impastata dal sonno, vedendola rigirarsi tra le lenzuola sfatte, impregnate di loro. Lei si voltò verso di lui, aveva il ciuffo sfatto e i capelli gli ricadevano sulla fronte. Glieli sistemò facendogli quasi una frangetta, gli sembrò adorabile.
- Sto molto bene Castle.
- Anche io sto molto bene Kate.Era tardi anche quella mattina, ma fuori non sembrava quasi giorno, erano avvolti da uno di quei temporali estivi che faceva sembrare, al di là dai vetri, che fossero in pieno novembre, con il vento più forte del solito che piegava gli alberi intorno alla villa, faceva vibrare forte le tende esterne e sibilava tra le colonne del portico.
Nonostante tutto a Kate piaceva. Aveva raccolto la camicia di Rick a terra, se l'era infilata abbottonandosi solo un paio di bottoni, ed era andata verso la finestra a guardare fuori. Aveva appoggiato i gomiti sul davanzale interno lasciando sporgere dalla camicia il suo fondoschiena nudo che Castle non poteva fare a meno di ammirare. Sapeva che lui era sveglio e la stava guardando e adesso le piaceva sentire il suo sguardo su di se.
Aveva avuto tutto quello che restava della notte per pensare a cosa era accaduto realmente dentro di lei quando aveva rotto gli argini della sua vulnerabilità donandosi a lui senza riserve. Non lo aveva ancora capito, sapeva solo che aveva voluto lui per tutta la notte e lo avrebbe voluto ancora.
Se c'era una cosa che a Rick era sembrata subito palese era come Kate avesse finalmente ripreso possesso e consapevolezza di se e del suo corpo. Non lo temeva, non ne aveva più paura, aveva capito il potere che esercitava su di lui e stava imparando ad usarlo di nuovo con disinvoltura, come aveva sempre fatto.
Si era alzato e l'aveva raggiunta senza preoccuparsi di rivestirsi. Le spostò i capelli per scoprire il collo e riprendere a baciarlo come gli piaceva tanto fare.
- Mi era mancato tanto anche questo sai Beckett?
- Il maltempo? - ironizzò lei
- No, il vederti con le mie camice dopo. Stanno decisamente meglio a te.
- Ne hai molte da farmi mettere? - gli chiese provocatoria
- Sì, ma posso ordinarle e farmene portare quante ne vuoi se non ti bastano. - rispose continuando a baciarla lascivo. - Però ti preferisco sempre senza.Il tono di Kate poi cambiò
- Mi piace la pioggia - disse osservando fuori dal vetro le gocce che cadevano violente e fitte
- Lo so. - Castle intrufolò le mani sotto la camicia di lei per sentire la pelle morbida, accarezzandole dolcemente la pancia. Si sentiva più libero adesso di compiere certi gesti, certo che lei non lo vedeva più come un intruso che invadeva il suo spazio anche se ancora si trovava a vivere delle strane sensazioni, quasi si sentisse in soggezione davanti a quella piccola vita che cresceva in lei, sentiva come se non avessero ancora raggiunto a pieno un grado di intimità e complicità tale da parlarne sempre liberamente.
- Già tu sai tutto di me... Più di me stessa. - Quella di Kate era un'amara considerazione. Certamente Castle conosceva molte cose di lei, di quella che era diventata e di come era cambiata, molto meglio di lei stessa e presumeva che anche del suo passato lui ormai sapesse molto, se non tutto. Alcune volte si chiedeva se avesse senso parlargli ancora di se stessa convinta che Rick sapesse spesso esattamente cosa le passava per la testa, analizzando solo le sue reazioni, ma si stupiva quando lui, in quelle che erano magari piccole cose del quotidiano le diceva di non conoscere quelle cose di lei, quelle che Kate dava per scontato che lui conoscesse e si chiedeva, perché invece non gliene aveva mai parlato. Perché non gli aveva mai detto che era il suo scrittore preferito o quanto l'avevano aiutata i suoi libri dopo la morte di sua madre, ad esempio? In quel momento le sarebbe piaciuto potersi rispondere più a queste domande che ricordare avvenimenti del suo passato persi nella memoria.
- No Kate... Tu sei il mistero che non smetterò mai di voler comprendere. So quello che tu mi hai voluto lasciar scoprire, ma devo scoprire ancora tanto di te.
- Sai perché mi piace la pioggia?
- Perché potevi uscire e piangere senza che nessuno se ne accorgesse.
- Te l'ho detto io?
- No, ma sarebbe una cosa da te. Ho indovinato?
- Sì... - Gli occhi di Kate di velarono di tristezza e lacrime pronte ad uscire, ma Castle non voleva permetterlo.
- Anche a me oggi piace la pioggia - le disse serio
- Oggi?
- Sì, oggi. Sai perché?
- No...
- Perchè è una splendida scusa per non alzarci dal letto per tutto il giorno e continuare a fare quello che abbiamo fatto per gran parte della notte.
- Tra noi è stato sempre così?
- Beh diciamo che quelle volte, troppo poche per i miei gusti, in cui eravamo entrambi liberi e soli, sì, era più o meno sempre così. Io te ed il nostro letto o divano o quello che era. - la voce di Rick era calda s profonda e non lasciava molto all'immaginazione di cosa volesse.
- Ok... Ci piace divertirci - sorrise arrossendo un po' avvicinandosi ancora di più al vetro per sfuggire almeno in parte ai suoi baci che non la facevano ragionare molto - ma è sempre così... Intenso?
- Beckett non hai mai protestato! - rise Castle - Anzi spesso hai chiesto il bis apprezzando molto tutte le specialità della casa. Quindi penso che sì, è sempre così.ù
- Non sei molto modesto eh!
- Dovrei esserlo? - Kate si voltò e gli allacciò le braccia dietro al collo strusciando il bacino contro il suo, risvegliando desideri mai del tutto sopiti.
- No Castle, direi proprio di no...
Lo fece indietreggiare fino a raggiungere di nuovo il letto. Quando Rick sentì sbattere le gambe sul materasso si lasciò cadere mentre guardava Kate in piedi davanti a lui che sbottonava lentamente la camicia che tornò a breve nel posto più naturale dove doveva stare: per terra.
Si mise a cavalcioni su di lui, raccolse i capelli e li spostò sul lato sinistro del collo facendoli ricadere davanti andando a lambire il seno.
Castle la guardava ergersi su di lui come una dea, allungò le mani sul suo corpo avvolgendo i seni nei suoi palmi meravigliandosi ancora di come le sue forme stavano cambiando. Ondeggiò meticolosamente su di lui sorridendogli quasi in segno di sfida.
- Dio Kate... - Ansimò Rick troppo sensibile alla vista e al calore del corpo di sua moglie.

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Always, Again
Fiksi PenggemarDal primo capitolo: "Un mese. 31 giorni. 744 ore. 44640 minuti. Controllava l'orologio e proprio a quest'ora un mese prima stavano tornando a casa, Kate lo salutava con il suo sorriso più raggiante andando in camera, mentre lui avrebbe cucinato...