TRENTANOVE

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Non si dovrebbe sottoporre ad ulteriore stress e a battaglie contro se stessa, non le fanno bene, soprattutto in questo stato. Viva.

Kate doveva vivere senza farsi condizionare dai se e dai ricordi. Questo, in sostanza, era quello che le aveva detto Burke. Di non pensare a fatti estrapolati dal passato che non era ancora in grado di contestualizzare in un suo chiaro quadro emotivo, ma di vivere quello che si sentiva, senza darsi limiti, perché erano anche questi limiti che si poneva, questi freni alla sua anima, che potevano anche ostacolare il flusso dei suoi ricordi.
Avevano anche parlato del suo ritorno a lavoro. Il dottore non si era dimostrato del tutto contrario, la riteneva perfettamente in grado di svolgere il suo lavoro nonostante l'amnesia, però le aveva consigliato di prendersi del tempo prima di decidere, ne avrebbero riparlato la prossima volta, così se era sempre decisa, lui si sarebbe comportato di conseguenza dando parere positivo al suo reintegro.

Castle l'aspettava sotto lo studio di Burke, appoggiato al muro giocava con il suo smartphone ad uno di quei tanti giochi rompicapo che diventavano ben presto una vera mania.
La salutò, appena uscì dal portone, con un dolce bacio che la colse impreparata e si allontanò. Kate aveva ancora nella testa le parole di Burke e si dispiacque della sua reazione non appena vide come Castle la stava guardando, fu lei quindi ad avvicinarsi a lui e sfiorare le sue labbra con le proprie, lasciando un bacio ed una scusa. Poi si strinse attorno al suo braccio tenendo la mano di Rick tra le sue ed appoggiando la testa sulla sua spalla. Anche questo le sembrava un bel modo di vivere.
- Cosa vuoi mangiare stasera?
- Scegli tu... - Disse stringendosi ancora un po' con l'aria di chi vuole farsi perdonare qualcosa, anche se non sapeva nemmeno lei bene cosa.
- Ok, allora andiamo. - Rick fermò un taxi e diede l'indirizzo.
- Avevi già prenotato?
- Sì, un paio di posti diversi, per essere sicuro.
Kate scosse la testa ridendo, mentre Rick stava mandando dei messaggi in copia per disdire le altre prenotazioni.
Quando entrarono nel locale Kate rimase colpita dall'ambiente con le luci estremamente soffuse, la musica abbastanza alta ma non fastidiosa, tutto era molto chic e curato. Aveva sentito parlare del Buddakan come uno dei ristoranti più trendy della città negli ultimi tempi, almeno gli ultimi tempi che ricordava lei, ma non c'era mai stata, non era di certo il posto adatto alle finanze di una semplice detective della polizia. Le una hostess venne loro incontro, salutò Rick con molta cordialità, segno che probabilmente non era la prima volta che veniva in questo posto, e senza farli accomodare al bar come era di prassi con tutti gli altri clienti, li accompagnò subito al piano inferiore al loro tavolo percorrendo la celebre scalinata. Il soffitto altissimo, gli imponenti lampadari e la grande tavolata al centro della sala la lasciarono senza parole e Castle la guardava sorridente, amava sorprenderla in ogni occasione e adesso gli veniva anche più facile, perché poteva andare a colpo sicuro, sorprendendola con cose che era certo le piacessero, magari era giocare un po' sporco, però in certe situazioni tutto era permesso. Kate non era il tipo di donna alla costante ricerca del ristorante di lusso, del locale alla moda. Non soltanto adesso, ma in tutti gli anni in cui era stata con Castle, non aveva mai approfittato della condizione del marito per frequentare solo certi posti estremamente di tendenza e lussuosi, adorava le loro serate al rumorosissimo ristorante indiano vicino casa mangiando su tovaglie di carta e sedie di plastica, i take-away nel cartone consumati a casa davanti alla tv e lo street food, però sapeva apprezzare le belle cose e quel posto di certo lo era. Vedendole passare vicino giovani ragazze vestite in modo estremamente elegante e fin troppo provocante, si guardò per un paio di volte il suo abbigliamento molto casual tornando ad osservare le persone intorno a loro ed anche suo marito, anche lui vestito solo un un jeans ed una camicia, ma secondo lei, lui stava bene in ogni caso e riusciva a far colpo su ogni donna con il suo sorriso ed il suo sguardo ammaliante.
- Sei perfetta così - Le sussurrò Rick quando la hostess gli indicò il loro tavolo. Castle, come sempre, aveva richiesto una posizione più defilata dal resto della sala, per avere un po' più di tranquillità e, come sempre, era stato accontentato. Era un buon cliente di quel posto, la sua casa editrice aveva organizzato alcuni party proprio lì in passato per il lancio dei suoi libri, ottenendo grande successo e visibilità. Una giovane ragazza molto bella e appariscente gli passò vicino proprio mentre stava spostando la sedia per sedersi e casualmente finì proprio addosso a Castle che le diede una mano per aiutarla a rimettersi in equilibrio. La ragazza ci stava provando con lui in modo neanche troppo velato, incurante della presenza di Kate che la guardava allibita. Rick, però, la liquidò con freddezza rapidamente, lasciandola non poco indispettita tornare dalle sue amiche che continuavano a lanciare sguardi nella loro direzione.
- Scusami, ogni tanto mi capita. - Si giustificò lui
- Fino a quando non mi ridaranno la pistola non ci sono problemi - Disse Beckett con il suo sguardo tagliente.
- Probabilmente uscire da qui vicino a me, in questo periodo, gli frutterebbe qualche comparsa su più di un tabloid, probabilmente cercano questo. Ma tutte quelle ragazze in quel tavolo insieme non valgono la metà di quanto vali tu.
- Sei in versione adulatore questa sera?
- No, in versione uomo sincero ed innamorato. Ti piace questo posto?
- Sì, è molto bello. Ci siamo già venuti prima?
- Sì, qualche volta. Una volta abbiamo portato qui anche Esposito, Lanie, Ryan e Jenny. Lanie non stava più nella pelle, era eccitatissima, ne ha parlato per giorni.
- Sei sempre così gentile e generoso con loro... - Gli prese la mano sul tavolo, spostando lateralmente la candela che era tra loro per poterlo guardare meglio negli occhi senza il bagliore della luce tremolante che la distraeva.
- Mi hanno accolto dal primo giorno come uno di voi, molto meglio di quanto hai fatto tu, se devo essere sincero - le sorrise con dolcezza, accarezzandole con il pollice il dorso della mano - Poi per te sono sempre stati come una famiglia, si sono presi cura di te prima di me ed ogni volta che mi tenevi a distanza. Gli sono molto riconoscente e gli voglio bene.
Quando venne il cameriere per prendere la loro ordinazione, Castle come spesso faceva, disse di lasciar fare lo chef, ricordandogli però i cibi che non potevano consumare per via della gravidanza di Kate.
Mangiarono portate insolite, con accostamenti di sapori particolari, una cucina fusion asiatica molto curata come del resto era tutto il locale. Si scambiavano il cibo nei piatti, si imboccavano a vicenda per assaggiare gusti e consistenze diverse e fecero tutto con molta leggerezza, più di quanta Kate pensava di poter avere dopo la seduta da Burke. Altrettanto leggere furono le chiacchiere scambiate durante la serata e lei rise molto quando Castle le raccontò delle disavventure di Esposito per mangiare un granchio reale fattogli preparare appositamente da Rick dopo che aveva passato gran parte della cena a vantarsi di come sapeva pulirlo alla perfezione seguendo gli insegnamenti di sua nonna.
Era stata una serata piacevole, anzi Kate pensò che era era stata una serata felice. "Kate, deve imparare a chiamare le cose con il loro nome, non deve aver paura di farlo" e sì, felice era un concetto estremamente più adatto di piacevole.
Piacevole è la serata che si può trascorrere con dei colleghi di lavoro, con gli ex amici del college che non si vedono da una vita, quella passata con Castle, invece, era stata una serata felice per lei. Si sentì quasi in colpa per quei pensieri che aveva avuto e mentre facevano due passi dopo aver cenato, in silenzio, godendosi quella bella serata di fine agosto, Kate pensò che in fondo, in quel momento, le importava poco cosa provasse per Castle prima. Stretta al suo braccio capiva che doveva si convinceva che doveva concentrarsi di più sul presente, vivere il momento senza cercare ossessivamente tracce di se nel suo passato. Pensava che per le scelte che aveva fatto, aveva sicuramente avuto i suoi motivi e se Rick, nonostante tutto era sempre al suo fianco, anche a lui andava bene così. Alla fine camminarono un bel po', ritrovandosi sotto casa. Castle stava per aprire il portone quando Kate posò una mano sopra la sua: era preoccupato, non aveva detto una parola da quando erano usciti dal ristorante e temeva gli effetti della conversazione con Burke.

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