Dopo una giornata di caccia, il giovane Atteone, figlio di Autonoe e di Aristeo, si separò dai suoi compagni e si inoltrò solitario per il bosco.Giunse presso una segreta fonte, nascosta tra gli alberi.
Per sua sventura quella era la fonte di Artemide, da lei prediletta per le sue acque ristoratrici.
Lì Artemide, circondata dalle ninfe, si era immersa, sicura che i cespugli avrebbero coperto le sue nudità.
Atteone, però, la vide e sicuramente egli era il primo mortale ad avere, anche suo malgrado, osato tanto.
Purtroppo non ebbe il tempo di gioirne e, meno ancora, di narrare l'accaduto ai suoi compagni.
Fu infatti subito scoperto da Artemide e da lei trasformato in un cervo.
L'incauto Atteone non si rese conto di ciò che gli era accaduto, cominciò semplicemente a scappare a tutta velocità dalla dea e dal suo seguito.
Si fermò ad una fonte vicina, vi si specchiò e si accorse di non essere più umano.
Si recò comunque al luogo d'incontro con i suoi amici, ma, ovviamente, non fu riconosciuto e fu sbranato dai suoi stessi cani.