Siringa era una ninfa dei boschetti solitari.Si ritirava in solitudine presso un piccolo torrente e, con il suo canto, allietava quei luoghi.
Un giorno la udì il dio Pan e subito se ne invaghì.
Le si mostrò, ma riuscì solamente a suscitare in lei terrore, a causa delle sue sembianze caprine.
Siringa fuggì atterrita e Pan la inseguì, senza riposo.
La ninfa, ormai stanca, corse verso il suo amato torrente e quest'ultimo, memore del canto che aveva sempre ravvivato la sua corrente, la accolse per sempre.
Nello stesso punto scelto da Siringa come perenne rifugio, giunse il dio Pan e, dove avrebbe dovuto trovare la bella ninfa, scoprì invece un canneto mosso dal vento.
Una flebile voce attraversava il verde canneto...
Pan ascoltò attento, attratto dalla strana melodia, voltò il viso a destra e a sinistra, ma attorno non c'era nessuno.
Dopo un istante comprese che la voce di Siringa era in quel lamento di canne, tristi per la morte di una dolce ninfa.
Pan, turbato per una morte così prematura, volle rendere eterno il ricordo e il gentile canto di Siringa.
Tagliò dal canneto sette canne di diversa lunghezza e ritornò al suo gregge.
Raccolse un po' di cera d'api e saldò insieme le canne trasformandole in uno strumento: il flauto di Pan.
Egli imparò il canto di Siringa, che ogni giorno sorgeva dal suo ricordo come fedele compagno dei pascoli solitari.