Le morti più assurde dell'antica Grecia pt 1

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Eschilo

Eschilo è considerato il padre della tragedia greca.
Questa sua fama non lo rese immune dall'aneddoto che iniziò a circolare sulla sua morte e che lo rese un po' più umano.
Si narra che le aquile fossero solite divorare le tartarughe, dopo aver lanciato ripetutamente i piccoli animali contro delle rocce per romperne il guscio  e poi gustare tranquillamente il pasto.
Eschilo, ritiratosi nel deserto, si era dedicato alla meditazione dopo i grandi successi ottenuti dalle sue tragedie.
Durante una di queste meditazioni, un'aquila, che aveva catturato una tartaruga, cercò di rompere il carapace lasciandola cadere su una roccia.
Peccato che quella roccia fosse la testa calva del grande tragediografo, che morì per il gran colpo in testa.

 Peccato che quella roccia fosse la testa calva del grande tragediografo, che morì per il gran colpo in testa

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Zenone di Elea

Zenone fu contemporaneo di Eschilo ma si occupò di filosofia.
Creò  un pensiero filosofico tutto suo, oscurato però dalla sua grande abilità politica, che fu la sua rovina.
In quel periodo, infatti, sembra che la città di Elea fosse sotto la dittatura del tiranno di Siracusa Nearco e che Zenone, insieme ad altri rivoluzionari, avesse ordito una congiura contro di lui.
Il tentativo fallì e i congiurati furono sterminati prima ancora di giungere sulle spiagge di Elea.
Zenone venne trascinato in catene davanti a Nearco che lo torturò in vari modi per farsi dire i nomi degli ultimi sopravvissuti, ma ottenne solo i nomi dei politici più vicini al tiranno.
Ad un certo punto il filosofo sembrò pronto a cedere e chiese di rimanere solo con Nearco per poter vuotare il sacco.
Rimasti soli, Zenone gli morse un orecchio e lasciò la presa solo quado venne trafitto dalle spade delle guardie.
Ma non era morto!
Fu torturato di nuovo e, per non lasciarsi sfuggire una sillaba, si staccò la lingua a morsi.
Nearco, per l'esasperazione, ordinò che fosse costruito un gigantesco mortaio e che Zenone fosse ucciso a colpi di pestello.
Solo a questo punto il filosofo morì.

Empedocle

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Empedocle

Anche Empedocle ebbe il piacere di conoscere Zenone, per quanto tra i due non scorresse buon sangue.
Esistono almeno sei diversi aneddoti riguardo la sua morte!
Qualcuno scrive che sia morto per autostrangolamento, altri parlano di morte naturale durante l'esilio.
Demetrio di Trezene afferma che sia morto per impiccagione, Neante di Cizico che sia caduto da un carro mentre si recava ad una festa, mentre Telauge, che sia morto scivolando in mare a causa dell'età.
La versione più eclatante e conosciuta, però, è quella di Eraclide Pontico, secondo cui Empedocle, dopo aver risuscitato una donna ad Agrigento e aver capito di essere giunto al culmine della popolarità, decise di gettarsi nel cratere dell'Etna e che quest'ultimo, abbia poi rigettato uno dei calzari.

Democrito

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Democrito

Democrito fu un dei filosofi più celebri del suo tempo.
Riguardo alla sua morte sappiamo che, arrivato oltre la soglia dei cent'anni, decise di suicidarsi, diminuendo mano a mano il cibo.
Un giorno la sorella, anche lei avanti con gli anni, gli disse che non avrebbe dovuto morire in quei giorni, perché il lutto le avrebbe impedito di partecipare alle feste Tesmoforie.
Democrito si fece portare dei pani caldi e li annusò.
L'aneddoto dice che sopravvisse per altri tre giorni e, infine, chiese alla sorella se le feste fossero finite.
Ricevuta la conferma chiuse gli occhi e spirò in pace.

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