Anceo era figlio di Nettuno ed era un uomo stimato da tutti.Si occupava attivamente di agricoltura, ma, siccome trattava male i suoi vignaioli, uno di essi gli predisse che non avrebbe più bevuto il vino della vigna che egli faceva lavorare.
Anceo si beffò di questa predizione e, fatta spremere una tazza di mosto, stava per portarsela alla bocca, quando uno schiavo lo ammonì:
" Tra la tazza e le labbra vi è ancora distanza "
Infatti, mentre si apprestava a bere il vino del suo raccolto, un altro servitore lo avvisò che un cinghiale stava devastando la vigna.
Anceo si recò sul posto, ma venne attaccato ed ucciso dall'animale che, nascosto dietro le siepi, improvvisamente gli balzò addosso.
Gli dei, per punire la sua superbia, lo mutarono in un sasso, dal quale, ogni tanto, sgorgavano gocce di vino.