Un giorno Ireo, un povero contadino, alloggiò in casa sua tre viaggiatori, che erano Giove, Mercurio e Nettuno e offrì loro un giovane vitello.Gli dei gli chiesero quale cosa desiderasse per ricompensa e quello chiese di avere un figlio senza la necessità di sposarsi, perché aveva promesso alla propria moglie, morta di recente, che non avrebbe più contratto nozze.
I tre dei gli consigliarono di sotterrare nell'orto la pelle del vitello ucciso in loro onore e di andare a scavare in quel punto dopo nove mesi.
Così fece Ireo e, alla data stabilita, trovò in quella pelle un bambino, che chiamò Orione.
Il piccolo crebbe in buona salute e, diventato adulto, era di una statura così prodigiosa che, con la testa, toccava le nuvole.
Era anche bellissimo e tutti lo conoscevano come valoroso cacciatore.
Si innamorò di Merope, figlia di Enopeo, re di Chio, e, per averla, liberò l'isola in cui ella viveva da tutte le bestie feroci, condizione posta dal sovrano per dargli la figlia.
Ma, ottenuto il suo intento, Enopeo non mantenne la promessa, anzi fece ubriacare il gigante e con un tizzone infuocato lo accecò.
Svegliatosi, Orione si diresse a tentoni verso un luogo dove udiva rumore di martelli e lì, trovato un ragazzino, se lo caricò sulle spalle pregandolo di accompagnarlo in un punto dove si potesse vedere sorgere il sole.
Il giovane l'accompagnò e così Orione, esponendo il proprio volto all'astro della luce, recuperò la vista e si vendicò di Enopeo, uccidendolo.
Riguardo la sua fine ci sono due ipotesi.
Una favola dice che fu rapito dall'Aurora, che se ne era innamorata, e poi ucciso da Diana nell'isola di Ortigia a colpi di freccia per avere egli tentato di oltraggiare Opi, una delle sue ninfe.
Ovidio lo fa morire morso da uno scorpione per essersi vantato di essere più forte di qualsiasi belva.
Entrambe, però, concordano nel dire che Orione, dopo morto, fu collocato nel cielo dove forma una luminosa costellazione.