Ercole, dopo che aveva rubato i buoi di Gerone, dalla Spagna giunse nel Lazio e, vicino al fiume Tevere, in un luogo isolato, mise al pascolo gli animali e lui stesso si sedette a riposare.Lì il sonno lo vinse, dato che era stanco per il viaggio e aveva mangiato e bevuto parecchio.
Un abitante del luogo, di nome Caco, affascinato dalla bellezza dei buoi, decise di sottrarne alcuni ad Ercole e li trascinò nella grotta in cui viveva per la coda, poiché, se li avesse radunati nella spelonca spingendoli in avanti, le loro stesse orme avrebbero condotto il padrone nel luogo in cui si trovavano.
Ercole, quando si svegliò, cercò con gli occhi la mandria e si accorse che una parte di buoi mancava.
Allora si diresse alla grotta più vicina e, poiché vedeva tutte le orme rivolte verso l'esterno, confuso nell'animo, decise di cercare gli animali che erano spariti da un'altra parte.
Accadde però che i buoi all'interno della grotta, forse per la nostalgia nei confronti di quelli che erano rimasti nel prato, cominciarono a muggire e il suono proveniente dalla spelonca fece tornare indietro Ercole.
Allora Caco tentò di attaccare il semidio che si stava avvicinando, ma quest'ultimo lo colpì con la clava talmente forte da conficcare il suo corpo nella terra, dalla quale fu inghiottito.