Bacco rimase nella gamba del padre fino a quando raggiunse l'età dell'istruzione.
Il suo maestro fu Sileno, un grande bevitore, tutto dedito ai divertimenti e a scatenare allegri litigi.
Man mano cresceva, il discepolo subiva sempre più il fascino del suo precettore e sempre più la sua passione si rivolgeva verso i piaceri della vita mondana, anziché verso la gloria sui campi di battaglia.
Per cui, quando giunse il momento di riempire la sua vita di gesta avventurose, accettò di darsi alla vita militare a patto però che il suo esercito non ricorresse mai alle armi.
" E come vorresti combattere, caro Bacco? " gli domandò ridendo Sileno.
" Con bastoni e tamburi " rispose senza esitare il dio " così si scatenerà la guerra del fracasso a cui nessun nemico potrà resistere! "
Detto fatto arruolò una grande quantità di gente allegra, in prevalenza donne, poiché era convinto che facessero molto più rumore e confusione degli uomini.
Ordinò quindi al suo esercito di suonare forte e di emettere altissime grida durante il cammino.
Bacco guidava quella schiera festante a cavalcioni di una botte, seguito da Sileno che se ne stava seduto sopra un asino.
La strana compagnia cominciò a marciare in lungo e in largo conquistando facilmente tutte le terre che attraversava.
Le varie popolazioni infatti si affrettavano a sottomettersi a Bacco credendolo un re, poiché aveva la testa coronata di foglie e lo lodavano perché il suo esercito non causava né morti né feriti.
Un giorno, però, Bacco si convinse che la guerra senza sangue era poco gloriosa.
Chiese consiglio a Sileno e questi gli rispose:
" Il rimedio è facile. lo conosco una certa pianta che dà buffissimi frutti, i quali amano tanto la compagnia da non stare mai isolati, allora si raggruppano intorno a un gambo. Se strizzi questi frutti ne viene fuori un liquido rosso che dà la stessa energia, lo stesso vigore, gli stessi impeti che dà il sangue, come se nell'individuo entrasse una nuova vita. Per questo io ho dato a questa pianta il nome di "vite" "
Bacco fu molto lieto di aver trovato quanto occorreva alle sue imprese di guerra e si procurò molti rami della pianta.
Si avviò quindi a conquistare le Indie e l'Egitto.
Occupò queste terre in poco tempo, sempre favorito dalla sorpresa provocata dal fracasso del suo esercito.
In ogni territorio assoggettato piantò delle viti e obbligò i sudditi a cibarsene abbondantemente.
E quando li vedeva con il viso macchiato di rosso, esclamava soddisfatto:
" Ora si potrà dire che anche io ho fatto versare del sangue! "
A volte Bacco riusciva addirittura a sottomettere i nemici senza legarli in catene, ma soltanto facendoli ubriacare.
Allora questi lo seguivano e non volevano più lasciarlo.
Non tutto però fu sempre così facile.
Infatti vari uomini illustri si indignarono per le strategie usate dal dio.
Tra questi ci fu Licurgo, il mitico re della Tracia che, con una grossa scure, abbatté molti vigneti.
Bacco allora volle vendicarsi di lui, naturalmente senza usare la violenza.
Prima lo fece addormentare e poi gli soffiò sopra un alito molto caldo.
Licurgo si sentì ardere la gola dalla sete e, poiché vicino a lui c'era soltanto una bisaccia con del vino, iniziò a bere avidamente fino a che non ne ebbe visto il fondo.
Le conseguenze, però, furono tragiche: l'uomo si ubriacò a tal punto da non riuscire più a distinguere le cose che lo circondavano e nemmeno il proprio figlio.
Poi vide le sue gambe malferme e gli sembrarono due nodosi tronchi di vite e cominciò a dare altri colpi, finché non si ridusse a pezzi.
Bacco insomma rideva e scherzava, ma sapeva anche essere crudele!