• STORIA VERA •
Siamo artefici del nostro destino o siamo in balìa di forze oscure? Fin dagli albori della storia l'uomo si è posto questa domanda, e le teorie a riguardo sono tantissime. C'è chi dice che il destino non esiste e che siamo noi a scegliere l'andamento della nostra vita; c'è chi invece pensa che sin dalla nascita seguiamo quella via invisibile che non possiamo cambiare qualunque cosa facciamo; c'è chi pensa che siamo noi a scegliere il destino e possiamo modificarlo a piacimento; c'è chi afferma che viviamo nel caos totale e che la nostra vita non ha alcun percorso lineare.
Molti filosofi del passato e contemporanei hanno cercato di dimostrare le proprie teorie a riguardo, ma nessuno è giunto ad una conclusione incontestabile. Una teoria tanto bizzarra quanto intrigante è stata avanzata di recente ( purtroppo non ricordo il nome dell'autore) da un fatalista: alla nostra nascita ci vengono assegnati dei numeri, una quantità di volte che nella vita ci andrà bene prima di morire. In pratica alla nascita ognuno di noi avrebbe prestabilito un numero di volte di ogni cosa: ad esempio 10 voli in aereo prima di schiantarsi, 1.000 attraversamenti pedonali prima di essere investiti, 3.500 sigarette prima di contrarre il cancro, e così via.
Se questa teoria fosse corretta a Julia Popova gli è stato concesso almeno un accoltellamento prima di ricevere quello fatale. La storia di cui sto per parlarvi ha dell'incredibile, tanto che l'ho evitata apposta finora perchè ho sempre pensato che fosse falsa. Tuttavia a confermare la versione dei fatti sono stati i medici che l'hanno avuta in cura e testate giornalistiche importanti come il Daily Mail.
Il 2 febbraio 2010 Julia Popova, una ragazza di 22 anni, stava tornando a casa dal lavoro nella periferia di Mosca. Erano circa le 18 quando due uomini le si avvicinarono e tentarono di prenderle la borsetta. La ragazza oppose resistenza e uno dei due la scaraventò a terra, senza però riuscire a derubarla. La via era deserta e nessuno accorse ad aiutare la ragazza che rimase in balia dei due aggressori per un tempo che le parve interminabile.
Uno dei due uomini alla fine tirò fuori dalla tasca una coltello da cucina e la colpì costringendola a lasciare la presa. I due scapparono con la borsetta e si dileguarono nei vicoli, mentre Julia lentamente si alzò da terra e cercò di capire cosa le fosse successo. Sentiva dolore ovunque e ancora sotto shock si diresse velocemente verso casa.
Solo una volta arrivata a casa la giovane impiegata si accorse di avere un coltello con una lama da 15 cm conficcato nella schiena. Durante il concitato scontro la ragazza era rimasta così scioccata da non essersi accorta di avere un coltello da cucina sulla schiena a soli pochi millimetri dalla sua spina dorsale.
I genitori terrorizzati la portarono immediatamente al pronto soccorso dove i medici rimasero allibiti a quella scena. La ragazza faceva fatica a respirare ma il danno era tutto sommato contenuto: operata di urgenza i chirurghi hanno provveduto a rimuovere il coltello facendo attenzione a non danneggiare la spina dorsale di Julia; la lama, infatti, aveva penetrato zone non vitali e aveva mancato la spina dorsale per soli 3 mm.
Uno dei medici che visitò Julia Popova ha spiegato il perché la ragazza non si sia accorta di nulla:
<<Lo shock ha fatto in modo che il suo corpo generalizzasse il dolore e non lo concentrasse in un solo punto. L'unica cosa che in quel momento passava per la testa della ragazza era tornare a casa, anche se aveva un coltello conficcato nella schiena.>>
Come spesso si fa in casi particolarmente cruenti, un medico del pronto soccorso scattò due fotografie alla ragazza mentre veniva visitata. Come quelle foto siano giunte tra le mani di un reporter del quotidiano russo Tvoi Den non si è mai capito.
La notizia e le fotografie vennero prontamente pubblicate e fecero il giro del mondo in pochi giorni. Inizialmente, soprattutto in rete, la notizia venne presa per una bufala, ma successivamente furono gli stessi medici dell'ospedale a confermare il caso eccezionale.
Per chi crede nel destino, Julia Popova quel giorno non doveva morire, qualunque cosa le fosse successo. Forse questa vicenda è proprio a dimostrazione del pensiero di quel filosofo di cui non ricordo il nome e per Julia Popova alla nascita è stato previsto che sopravvivesse ad una delle più feroci aggressioni degli ultimi tempi.