Da tempo Tanya aveva sviluppato un timore particolare, la inquietava la sagoma di cartone del suo cantante preferito che di notte la fissava d'innanzi al suo letto, a pochi passi dalla porta della camera. Un gran bel ragazzo, vestito di nero, con un sorriso ammiccante e persino rassicurante per una ragazzina dagli ormoni in subbuglio.
Lei non era ancora adulta, pensava fosse normale avere almeno una paura irrazionale ma si vergognava ad ammetterlo di fronte ai suoi genitori, per cui sua madre non badava se ogni tanto trovava questa sagoma spostata, per terra, o in una qualunque posizione lontana dalla visuale della ragazza e abitualmente la rimetteva al suo posto. Semplicemente non ci aveva mai pensato.
Una mattina, che era seguita ad una notte insonne, Tanya, esausta, ripose la figura nell'armadio sperando cosi' di placare le sue paure. Quella stessa sera, un Sabato, dopo un'uscita memorabile torno' a casa ad un orario ben oltre il suo coprifuoco, cosi', sapendo che i suoi probabilmente dormivano tento' di salvarsi sgusciando silenziosa per la casa e infilandosi direttamente nel letto. A pochi metri da lei, nella penombra, della figura nera si potevano osservare solo gli occhi attenti e ammiccanti. Tanya si infilo' sotto le coperte incurante di tutto, badando solo a conservare il silenzio che la separava dalla punizione. Lentamente fece scivolare il corto vestitino per le sue gambe e lascio' al caldo del suo letto solo l'intimo. Nel poggiarlo per terra comunque fece cadere anche il cellulare di cui lo schermo s'illumino'.
"Che strano, c'e' un messaggio che non ho sentito", penso'. "Ciao piccola, io e tuo padre stiamo uscendo con degli amici e credo faremo molto tardi questa notte, mi dispiace di non aver messo in ordine la tua camera, non avendo tempo ho lasciato tutto com'era stamattina, dormi bene", lesse.