La corsa in metro e il Giacchetto

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La corsa in metro:

Vivo in Inghilterra. Una mia collega senti' questa storia dal suo fidanzato, che lavora insieme ad un tipo la cui sorella ebbe quest'esperienza un paio di settimane fa mentre prendeva la metro ed era di ritorno a casa. Quando sali' c'erano cinque file di posti vuoti nel vagone ma l'ultimo era occupato da tre persone. Poiche' era alquanto timorosa di sedersi altrove da sola, si sedette sui sedili opposti ai loro. Si accomodo' e si guardo' intorno, accorgendosi che la donna di fronte a lei la stava fissando intensamente.

Prese il suo libro e comincio' a leggere ma ogni volta che rialzava lo sguardo la donna era sempre intenta a fissarla. La metro si fermo' alla stazione seguente e vi entro' un uomo. Guardo' avanti e indietro lungo il vagone, guardo' lei e le persone che le sedevano di fronte e si sedette proprio accanto a lei. Mentre la metro riprendeva la corsa, l'uomo si appoggio' allo schienale e le disse sottovoce in un orecchio «Se vuoi sapere cos'e' meglio per te, fermati alla prossima, dove esco io». Si spavento' ma penso' che l'idea migliore fosse quella di accettare il consiglio, magari la prossima fermata era piu' affollata.

Giunti a destinazione, lei scese dal treno insieme all'uomo. L'uomo disse «Grazie a Dio, non era mia intenzione metterti paura ma dovevo farti scendere. Sono un dottore e la donna seduta di fronte a te era morta, gli altri due la stavano tenendo dritta.»

Il Giacchetto:

Ho comprato ad una svendita un bellissimo giacchetto di pelle. Lo adoro a dir poco. Ogni volta che soffia anche una minima spira di vento colgo l'occasione per indossarlo.

La sera accade che prima di dormire, non avendo stampelle, lo poggio delicatamente sullo schienale della mia sedia, quella che ho dinanzi al letto, per evitare di rovinarlo con pieghe. La cosa strana è che nel cuore della notte vengo svegliato da degli strani sospiri e vedo una figura nera ritta davanti a me con le braccia a penzoloni. Vengo istantaneamente congelato dalla paura, poi pero' mi ricordo e accendo la luce. Rido per quando sia stato stupido, era semplicemente il giacchetto.

La storia ando' avanti per qualche sera fino a quando, capito l'arcano, quella "figura" smise di farmi paura. Stanotte venni svegliato nuovamente e vidi ancora la stessa "figura", ma stavolta non accesi la luce, mi ero abituato a quella stupida illusione ottica. Piuttosto mi ero appena ricordato che dovevo alzarmi presto, quindi cercai il cellulare.

Lo stesso cellulare che avevo lasciato nel mio giacchetto, quello che avevo dimenticato in soggiorno...

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