Capitolo 24 Pov Taehyung

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Resto semi-sdraiato in questo letto, cullando il corpo mezzo tremante del mio ragazzo. Anche lui non riesce a dormire è persino stanco di piangere. Siamo arrivati ad un punto in cui non ti scendono più neanche le lacrime, nonostante dentro ti stia contorcendo per il dolore...
Levo la pezza, mezza asciutta, dalla sua fronte e l'appoggio nella bacinella di acqua fredda accanto al comodino, strizzandola, per poi riposizionarla sulla sua fronte sudata.

- Ti da un po' di sollievo?-

Annuisce, tremando. Sto cercando di scaldarlo persino col mio corpo ma non è facile, se suda così finisco per aver freddo anche io.

J- So_sono tutto sudato...non ti da fastidio starmi così vicino?

Punto lo sguardo nel suo. Che idiota, come riesce a pensare in un momento simile che possa darmi fastidio? Perché dovrebbe poi?! Gli rubo un bacio, anche se respira pesantemente e ha le labbra secche.

- Ho detto che mi sarei preso cura di te per sempre...Ti amo, amo tutto di te dalle cose belle alle più brutte.

Lo vedo pensieroso.

J- Taehyung...io non voglio farti soffrire...

Deglutisce, ho gia capito cosa vuole dirmi. Mi dirà che non è giusto che gli stia dietro soffrendo, perché lo vede che soffro, tanto quanto lui. Dirà che devo preoccuparmi di me stesso e cercare la felicità e io non lo accetto, NO non lo accetto proprio.

- Non provare a liberarti di me...stiamo male entrambi ed avermi lontano ti farà stare ancora peggio. Non accetto di vivere senza di te, qualsiasi cosa succederà io ti seguirò...non accetto un mondo in cui tu non ci sei.-

I suoi occhi brillano nonostante mi ripeta di smetterla.
Abbasso la testa, appoggiando la fronte alla sua sentendo il panno tiepido,
lo vedo chiudere gli occhi e sospirare, rassegnato.

- È inutile che sospiri così...abbiamo ancora tante cose da fare, tra cui festeggiare il mio compleanno.-

J- e Devi portarmi al mare...


Rido carezzandogli la guancia.

– si...per il mio compleanno andremo al mare...-


Si è addormentato, sto attento a non svegliarlo sdraiandomi meglio accanto a lui, cingendolo sempre con le braccia mentre penso a come tutto è iniziato, a come la mia vita da "quasi perfetta" si è trasformata in un incubo, in un labirinto senza uscita...pensavo di averla finalmente trovata la tanto agognata uscita e invece come uno stupido mi accorgo che sto soltanto girando per gli stessi sentieri...

Come poteva pensare, un ragazzino di seconda media, che da qualche stupido gioco con il migliore amico potesse nascere qualcosa di più forte, pericoloso ?! Eppure era lui che aveva iniziato tutto un pomeriggio mentre mi aiutava come solito a fare i compiti, aveva iniziato a toccarmi. Lo lasciai fare per imbarazzo, paura o forse semplicemente perché essendo più grande di me di 2 anni nutrivo del profondo rispetto verso di lui, si chiamava Jun.
Inizialmente pensavo fosse solo un gioco, ma col passare del tempo cominciai a provare sentimenti forti mentre lui continuava imperterrito ad invitarmi a casa sua il pomeriggio, con la scusa che i genitori fossero fuori fino a tardi...siamo stati beccati. Un pomeriggio il padre è tornato prima e ci ha bellamente trovato sul divano
" è colpa sua, io non volevo fare niente è stato lui, mi ha costretto!"  Non potevo neanche obbiettare, effettivamente in quel momento ero io a cavalcioni sopra il ragazzo che tremante chiedeva al padre di credergli.
Suo padre mi accompagnò a casa riferendo quello che aveva visto ai miei genitori che schifati da un figlio così sporco mi fecero passare le pene dell'inferno ma non era venire picchiato da mio padre quello che mi faceva male, quello che mi distruggeva era il fatto che Jun avesse dato tutta la colpa a me pur di salvarsi, pensavo tenesse a noi...si lo pensavo.
Erano 3 giorni che papà non scendeva più le scale per rifilarmi la dose quotidiana di frustate con la cintura, ormai ci stavo facendo l'abitudine al dolore, sembrava colmare quello che avevo nel cuore e vederlo scendere con un cambio di vestiti mi mise quasi in allarme...che intenzioni aveva?
"Lavati, cambiati e vieni nel salotto." Era un ordine, tutto quello che diceva lui suonava come un ordine. Quando raggiunsi il salotto vidi delle persone ben vestite, con abiti scuri.
" è lui il ragazzo?" il piu alto si era avvicinato a me, scostandomi i capelli dal viso per guardarmi meglio" non c'è che dire è proprio un bell'esemplare...Vi verrà recapitato il denaro appena il mio capo lo avrà visto, per ora vi lascio questo..."  Tolse una busta dalla giacca consegnandola a mio padre mentre altre persone mi trascinavano fuori di casa,
non opposi resistenza, avevo ormai capito che i miei mi avevano venduto, probabilmente si vergognavano così tanto di loro figlio da venderlo.

Capii troppo tardi che quella in cui ero capitato era una famiglia di mafiosi. Erano 5 figli e ognuno di loro aveva tatuato una picca su parti diverse del corpo, dal collo alle natiche...lo scoprii quando il più grande cominciò a mettermi le mani addosso, senza preoccuparsi se potesse farmi piacere o meno, ero diventato l'animale da gioco e di piacere di quelle persone, fino a quando cominciai a sentire della presa di posizione ferrea che una cosca stava tenendo, prendendosi tutte le proprietà di quel casato.
" Voglio tutti i Park morti! "  Furono le ultime parole che sentii pronunciate dal padrone di casa, prima di trovarmi su un aereo diretto in America dove frequentai una scuola di formazione militare, più che militare era per delinquenti. Dovetti impegnarmi per non essere calpestato, i ragazzi di quella scuola erano anche peggio dei miei aguzzini. Riuscii a farmi il mio gruppetto di amici, più che amici ero il leader per loro, dicevano che ero il più forte, che nessuno mi avrebbe battuto, che bastava un mio sguardo per far ritirare quelli che ci importunavano. Comportandomi così, in un certo modo, mi stavo difendendo, difendevo i miei sentimenti e la mia incolumità. " Oggi alle 17 il terzogenito dei Park raggiungerà il parco dietro la scuola, voglio che lo finiate, non mi interessa come, sarà semplicemente un avvertimento per il padre. Se non lo fate sarete voi a pagare al posto suo." Ed era così che era successo, quello stupido ordine, quei stupidi adulti che si facevano la guerra l'un l'altro, non si preoccupavano che ad andarne in mezzo fossero i famigliari, no a loro interessava il potere.
Non me la sentivo di sparare ma in quei momenti in cui non hai scelta ti ritrovi costretto a farlo.

...Grazie Jimmy per averlo protetto...ora però per colpa mia sta pagando. Con questo pensiero e le lacrime agli occhi anche io mi lascio trascinare tra le braccia di Morfeo.



*************************



"Ragazzi!!!!! Il pranzo è pronto!!!!!!"

La stridula voce di quella che è la mia mamma adottiva mi rompe i timpani, possibile che sia giù ora di pranzo? Mi sembra di aver dormito così poco...

J- Uhhhmmmm...buongiorno!

Si stira, sgranando gli occhi quando si accorge che siamo entrambi completamente nudi.

J- ma ma...ma abbiamo dormito così?

- Avevi la febbre.-


Sbadiglio stirandomi, scompigliandogli poi i capelli. Poso un bacio sulle sue labbra.

- Come ti senti?-

J- per ora bene!

-Stasera chiamiamo il signor Hoog così ti visita...-

J- CHI?!

- Il signore dell'altra volta, alla discoteca...ricordi?-


Annuisce anche se lo vedo un po' contrariato. Lo abbraccio, a dir la verità lo catturo.

- Avanti che c'è?-

J- Niente è che...quell'uomo, se si chiama così, lavora per mio padre...

- E non l'hai riconosciuto? La prima volta ti sei fatto pestare dai suoi scagnozzi no?!-

J- Si ma io non conosco gli uomini di mio padre, solo di nome alcuni...non ho mai amato quel mondo, nonostante sin da piccolo invece di guardare i cartoni come facevi tu mi facevano progettare trappole, il mio primo regalo di compleanno è stata una pistola...

- Ok fermati ho capito! Per farti riprendere dalla tua triste infanzia domani andremo al luna park!-


Si inginocchia sul letto, sistemandosi meglio nel mio abbraccio, per poi farmi finire sul materasso strusciandosi sopra di me.

- Uhhhmmmm non ti conviene fare così ora...-

Lo sussurro sulle sue labbra mentre da fuori qualcuno bussa alla porta.

L- Ragazzi c'è pronto...

- Arriviamo! –

J- ricordati la promessa per domani!

- Prima vediamo come stai domani mattina e poi andiamo-

J- ormai non importa più guardare come sto, è meglio farle le cose...almeno finchè riesco a reggermi in piedi da solo.

CATTIVI RAGAZZI /BTS/ VMIN (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora