Kam se ne era andato, almeno per il momento.
Il problema principale era uscito da casa senza che lei avesse fatto niente ed in parte la considerava una piccola vittoria. Abbassò lo sguardo a causa di un sorriso soddisfatto che cercava di nascondere con i capelli per non farsi vedere dall'altro problema di fianco a lei, incatenato a lei. Tolto di mezzo un gemello, toccava all'altro, diciamo quello meno problematico. Infatti Tommy era timido, rinchiuso sempre nelle sue grosse spalle, al contrario del fratello che con il suo collo poteva spiccare il volo.
A proposito. Come diavolo gli era venuto in mente un'idea malata come quella? Manette? Era uno scherzo?
Quel ragazzo doveva essere proprio pazzo a pensare una cosa del genere, così disgustoso, una cosa eccitante, come l'aveva definita lui. Da dove le aveva prese? Diletta era sicura che non le avesse trovate a casa sua, non poteva crederlo. Solo l'idea che fossero di qualcuno della sua famiglia la turbava; se fossero state di Leonardo? Forse era probabile dato che ormai era diventato un uomo con certamente dei bisogni... Ma forse erano di Letizia? Era in quel modo che scaricava lo stress prima di una gara di pattinaggio? E se invece fossero state dei sui genitori... No, non doveva pensare a ciò. Appartenevano sicuramente a quel pazzo psicopatico, era ovvio.
Quando Kam era andato a prenderle, Diletta aveva chiaramente sentito il rumore di una serratura che si apriva. Aveva nascosto quella roba dentro casa sua, pronto a tirarla fuori in qualsiasi momento?
Tommy si era finalmente mosso per andare in cucina interrompendo bruscamente il fiume di pensieri della ragazza accanto a sé. Era come se si fosse dimenticato delle manette, dimenticato di lei e senza alcuna delicatezza si portò appresso il corpo di Diletta.
-Scusami! Non l'ho fatto apposta, te lo giuro.- Spaventato, si era richiuso nelle sue spalle aspettandosi una strigliata, ma Diletta non aveva intenzione di sgridarlo, tutt'altro. Mai avrebbe inveito contro il suo aguzzino.
-Non ti devi scusare, non l'hai fatto apposta.- E cercò di sorridergli. Un sorriso forzato, di quelli che cerchi di fare per cortesia e lui ci era cascato per davvero, come era ingenuo.
Ricambiò con uno dei suoi, solari, così infantili che potevano intenerire chiunque, ma non Diletta. Lei covava un grande odio nei confronti dei due gemelli. Un odio che non si sarebbe mai consumato, nemmeno con un bel sorriso fatto da un bel ragazzo.
Non accorgendosi dell'astio ben mascherato, lui la prese per mano come per dirle, "Ora non ti farò più del male."
Era una stretta forte e spontanea, così calda da farle male e l'accompagnò in cucina dato che lui aveva ancora fame. Voleva farsi un panino, ovviamente con l'aiuto di Diletta al suo fianco. Era molto difficile coordinare i movimenti, ma alla fine riuscirono nel loro intento.
-Siamo un'ottima squadra! Questo panino é squisito, quasi ne vorrei un altro. Tu invece non hai fame? Cosa hai mangiato a colazione?
Diletta ovviamente rispose alla sua domanda, latte e cereali, per poi dirgli che non voleva altro dato che non si sentiva tanto bene con lo stomaco.
-Perché hai mal di pancia?- Chiese con preoccupazione mista a curiosità.
-Di solito non faccio mai colazione, dopo mi viene sempre la nausea.
-Ma devi mangiare!- Esclamò il ragazzo con fin troppa convinzione.
-Il cibo é importante, é vita. Non puoi avere la nausea dopo aver mangiato! Cosa sei? Una di quelle che vomitano pur di rimanere magre? Che stupidaggine. Se non ti nutri non puoi muoverti, sei come una macchina senza benzina! E poi non...- E Tommy continuò a parlare come una mitragliatrice sparando parole su parole senza mai stancarsi un attimo, sommergendo la povera Diletta.
Non riusciva a smettere. Amava il "cibo" e ne elogiava le sue qualità nutritive ed esaltava la soddisfazione e la serenità che si prova nell'avere uno stomaco sazio e soddisfatto.
Tutto ciò soffocava Diletta, tanto da non ascoltarlo ed era rimasta scioccata da una sola frase che lui aveva detto.
Sbiancò all'improvviso, abbassò lo sguardo sul panino ed un'ansia terribile le salì in gola, tanto da soffocarla e non riuscire più a respirare, da non riuscire più a pensare.
Si girò di scatto verso il lavello non curandosi di essere imprigionata ancora a Tommy e vomitò tutto per l'ennesima volta.
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Mystery / ThrillerDitemi, cosa ci hanno sempre insegnato i nostri cari genitori? Mai aprire la porta agli sconosciuti. Diletta, una ragazza nata in una fortunata quanto soffocante famiglia, non ha seguito questo consiglio, aprendo le porte della sua immensa casa. Gio...