7 Giorno
Una settimana.
Durante le vacanze aveva come la sensazione che sette giorni volassero via con un semplice vento estivo, come se fossero delle leggere e piccole nuvole sopra una spiaggia desolata. Quando frequentava la scuola, invece, ogni minuto era pesante come un macigno; i secondi laceravano la sua fragile schiena, al solo pensiero che dopo sette giorni ci sarebbe stato un compito in classe, il tempo si allungava e scandiva quel ticchettio contro il suo cervello a causa dell'ansia che provava.
Sette giorni erano passati da quando i gemelli avevano varcato la soglia di casa sua e quel tempo non sapeva come giudicarlo. Erano giorni strani, particolari, in cui Diletta aveva conosciuto personalmente il diavolo e le sue molteplici personalità, danzato con lui in quella musica composta da sole note strazianti.
Il demonio aveva un bel viso. Aveva la classica cattiveria scontata, quella parte sadica che martoriava l'anima della peccatrice, che la torturava sia nel corpo che nella mente, ma non era la parte peggiore. Per illuderla ancora di più, per farle tenere stretta una dolorante ed effimera speranza, a volte era gentile. La trattava bene, le accarezzava il viso infondendole calore asciugandole le lacrime, guarendo le ferite dell'ultima tortura. Il profumo vitalizzante dei pini silvestri la traeva in inganno, cedendo a quella evidente trappola ed il diavolo gli aveva mostrato la sua anima più nera.
Ora era nella sua stanza, sdraiata sul letto, completamente nuda ed inerme, coperta dal caldo piumone e stretta fra le braccia forti di uno sconosciuto. Era circondata, era soffocata, ma cercava comunque di respirare l'aria fredda al di fuori del letto.
Il diavolo aveva danzato con lei un'altra volta in quell'oscura notte, ma questa volta era stato più impetuoso e famelico. Un tango di passione a cui lei aveva partecipato passivamente, accontentando silenziosamente le sue voglie pur di non provare altro dolore.
Le sue grandi mani la cercavano, togliendole i vestiti e scavando sulla candida pelle, anche se lei non voleva farsi trovare. La bocca la inghiottiva volendole comunicare la sua vitalità che cresceva a causa sua. La sua brama e il suo desiderio li mostrava violandola con impeto e lei lo lasciò fare. La seconda volta le fece ancora male, la ferita che gli aveva lasciato quel l'amore amaro sanguinava ancora. La terza volta il dolore era diminuito, era sempre lì presente, ma era un'ombra che solo Diletta poteva ancora osservare nella stanza buia. Alla fine non contò più, quei passi di danza avevano perso interesse. Tutto aveva perso significato quella notte, nulla era più importante.
Finita la danza, i suoi occhi freddi come il ghiaccio erano rivolti verso il suo pupazzo preferito, il delfino dal papillon rosso. L'emblema della sua lontana infanzia aveva osservato Tommy per tutta la notte, giudicandolo in silenzio non emettendo neanche una parola.
Dopo essersi stancato, il castano l'aveva imprigionata con sbarre fatte di carne, in quel caldo e soffocante abbraccio. Le braccia le impedivano di muoversi, di alzarsi ed uscire dalla stanza.
STAI LEGGENDO
Clear
Mystery / ThrillerDitemi, cosa ci hanno sempre insegnato i nostri cari genitori? Mai aprire la porta agli sconosciuti. Diletta, una ragazza nata in una fortunata quanto soffocante famiglia, non ha seguito questo consiglio, aprendo le porte della sua immensa casa. Gio...