48 Capitolo

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Partiamo con il dire... Buone feste ed altro, ma so che a voi non ve ne frega niente!

Voi volete sapere come diavolo finirà questa storia! Non fare gli auguri a sconosciuti simpatici! (diffidate da queste persone)

Questo capitolo lancia in aria una bomba spaventosa (o per chiunque lo sospettava... Bravi, meritate un applauso. Se dopo questo capitolo urlerai "lo sapevo!" scrivilo nei commenti! Riceverai una pacca sulla spalla! ^^)

Quindi sta' bomba è in aria ed esploderà non appena toccherà terra... Chi si salverà? Chi volete che si salvi? Saranno tutti coinvolti in questa esplosione?

E dopo questo delirio dovuto a troppi zuccheri (grazie natale! Ma ti odio comunque) vi lascio alla storia. Capitolo breve questa volta... Ma fidatevi... Spero vi piaccia comunque. Ah, per i suscettibili, c'è la presenza di una parolaccia, L'UNICA dentro questa storia, spero non vi sconvolga... Cavolo, credo che arrivati fino a qui un porca tro**   non faccia né caldo né freddo, no?

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Era un giorno come un altro. Durante le vacanze di natale non c’era mai nulla da fare se non rimanere a letto a guardare alcune puntante della sua serie Tv preferita in streaming al computer.

Eleonora era da sola in camera che si godeva i suoi pochi giorni di vacanza; le mancava il lavoro da tatuatrice, il disegno era tutta la sua vita, ma di certo non disdegnava rimanere con la comoda e calda tuta, con i capelli rosso fuoco legati in una coda e restare sdraiata sul letto anche se la mattina stava ormai per finire.

Era arrivata proprio in una scena importante della puntata che qualcuno, facendo sobbalzare la ragazza, suonò il campanello.

-Mamma, vai tu!- urlò per farsi sentire, imprecando poi contro tutti i postini del mondo.

-Che palle! Non adesso… Volevo sapere chi diavolo avesse sparato!- imprecò ancora mettendo pausa con un click.

Il campanello però non voleva proprio stare in silenzio e nessuno era andato a vedere chi fosse il pazzo che suonava come un forsennato. In un primo momento pensò che si fosse rotto, ma andando a controllare scoprì che era proprio la sua amica Beatrice a non staccare il dito dal campanello.

-Eleonora! Fammi subito salire presto!- sentì dal citofono.

-Ma che diavolo…

Le aprì senza fare troppe storie per poi aspettarla davanti alla porta.

La sua amica era sconvolta; neanche aveva preso l'ascensore preferendo fare quattro piani di scale di corsa. Aveva il viso rosso per la corsa e i capelli ricci che le scappavano ogni dove dall’elastico. A farla preoccupare di più era il fatto che sotto il cappotto indossava ancora la divisa del supermercato dove lavorava.

-Si può sapere che diavolo succede? Che ti prende? Non dovresti essere a lavoro quest’ora?

-Non… Non c’è tempo…- disse una parola fra un respiro e l’altro.

Beatrice entrò e si mosse verso il salottino senza neanche chiedere il permesso o salutare la madre dell’amica che era su una poltrona davanti alla tv.

-Sono venuta appena ho potuto… È successa una cosa incredibile.

-Cosa può essere successo di così tanto spettacolare?

La riccia prese il telecomando dalla madre di Eleonora che dormiva beatamente e cambiò canale mettendo il telegiornale.

Il servizio parlava del problema del lavoro giovanile.

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