-Vivo qui da più di vent'anni e non ero mai stata in questa zona della città.
Disse l'ospite dai mille ricci castani sorseggiando la sua birra e guardando meravigliata la casa più bella che avesse mai visto. L'uniche cose che trovava orrende erano quelle pesanti scene di caccia appese su ogni parete del salotto, se ne allontanava schifata.
-E come mai?- chiese interessato Kam sorridendole, per poi essere toccato sul ginocchio dalla ragazza con la rasatura e i capelli rosso fuoco, che gli aveva distolto l'attenzione dall'altra ospite.
-Perché questo é un posto di classe. Se non fosse per questo consorzio, giù al paese sarebbe una vera noia.- rispose la rossa.
-L'aveva chiesto a me Eleonora!- si stizzì l'altra ragazza rimasta delusa. Erano migliori amiche fin dalle elementari e, da quanto avevano raccontato, erano inseparabili anche se litigavano molto spesso.
-Calma Beatrice, non ha fatto niente di male. Ma ditemi un pò, quindi tu fai la cassiera al supermercato... Mentre tu che fai Eleonora?- Kam era calmo e rilassato, un vero padrone di casa.
-Tatuaggi. Mentre qualcuno perde tempo con l'università e fa un lavoro da schifo.- disse riferendosi all'amica che sbuffò incrociando le braccia, -Io ho trovato la mia vera vocazione dopo il liceo. L'arte; disegno su tele umane.- e dopo quella frase detta con voce sensuale risaltando ancora di più il rosso delle sue labbra, sorseggiò la birra e con le sue ciglia lunghe cercava di intrappolare il ragazzo seduto accanto a lei nella sua ragnatela.
-D'inverno però non posso esprimermi... Non c'è nessuno, é una landa desolata abitata solo da vecchietti e gente sclerata e psicopatica. D'estate invece vado alla grande. Tante persone vengono a farsi tatuare da noi. Amo il mio lavoro.- e poi prese il suo telefono per far vedere le varie foto a Kam.
-Questo era un ragazzo che voleva una spada sulla spalla, era un tipo bizzarro e non faceva altro che parlare di cavalieri e stupidate del genere. Questo invece era un mammone! Gli era morta la madre e voleva il suo nome vicino al cuore, i pianti che si era fatto da inizio e fine ahah... E poi lei...- ed elencò tutti i suoi clienti con ognuno una storia da raccontare. Kam sembrava interessato a quei disegni, guardava attentamente le foto, una per una.
-Sai, ho sempre desiderato un tatuaggio. L'ho sempre voluto, ma per varie ragioni...
-Non dire assurdità.- lo aveva interrotto Tommy, anche lui seduto sul divano che si mangiava le patatine da una ciotola.
-Non puoi farti uno scarabocchio che ti rimarrà per sempre sulla pelle. Sono segni particolari, riconoscibili. E mi hai spiegato mille volte...
-Si fratello. Vorrei averlo, ma non posso. É inutile dilungarsi troppo.- lo fulminò con lo sguardo prima che gli scappasse una parola di troppo. Era ovvio che i tatuaggi erano impossibili per loro, erano fuggiaschi, si nascondevano dalla legge ed un tatuaggio era troppo vistoso, troppo riconoscibile.
-Scarabocchio?!- Eleonora si era voltata verso Tommy con il fuoco negli occhi.
-Come osi definire quello che faccio scarabocchio, sei proprio all'antica.
Beatrice si era avvicinata alla sua amica e le cingeva le spalle per tranquillizzarla. Sapeva che poteva utilizzare parole ben più pesanti di quelle e non voleva che aprisse bocca davanti ai due ragazzi.
-Tu invece che fai Diletta?- chiese la riccia alzando lo sguardo, incuriosita da Diletta e volendo cambiare discordo; era seduta sulla poltrona e fissava la scena come un'estranea, una spettatrice che non si azzardava a parlare per non interrompere lo spettacolo.
Era una scena così surreale che quasi stentava a credere di essere veramente lì. Sembrava una festicciola come un'altra, sua sorella Letizia ne organizzava spesso quando i loro genitori non c'erano; era abituata a intrattenere gli ospiti e a conversare con gente che non conosceva, anche più grande di lei, ma quello... Era tutta un'altra storia. Come poteva mantenere la calma quando uno dei presenti nascondeva una pistola e che l'avrebbe utilizzata se avesse sbagliato a parlare?
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Mystery / ThrillerDitemi, cosa ci hanno sempre insegnato i nostri cari genitori? Mai aprire la porta agli sconosciuti. Diletta, una ragazza nata in una fortunata quanto soffocante famiglia, non ha seguito questo consiglio, aprendo le porte della sua immensa casa. Gio...