42 Capitolo

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Tommy era felice.

Una strana e calda luce illuminava il suo viso ed allargava ancora di più il suo sincero sorriso. Era sempre contento di fare le valige, partire per un nuovo viaggio, stare seduto sul treno vicino al finestrino e scorgere il paesaggio che si muoveva e cambiava in continuazione, ma forse era la prima volta che riponeva dei vestiti da donna dentro una borsa in maniera così precisa e attenta, con la paura che si sgualcissero nel viaggio. Si sentiva come una vera e propria casalinga mentre preparava la borsa di Diletta, assorto dentro a quel rituale nel prendere un vestito, piegarlo con cura e metterlo nella borsa senza che venissero delle brutte pieghe e ripetere le stesse azioni ancora ed ancora ed ancora. Poteva risultare tutto noioso per qualcun altro, ma non per lui.

Appena prendeva un capo, ad esempio una maglia a righe bianche e azzurre a maniche lunghe, la immaginava indossata da Diletta... che passeggiavano in una cittadina rurale piena di castelli in rovina o in una campagna circondati da campi da coltivare. Lei che si voltava a guardarlo sorridendogli e gli chiedeva una mano perché i sandali che aveva indossato, e che proprio in quel momento nella realtà stava incartando in una busta e mettendo in borsa, gli facevano molto male e voleva che l'aiutasse portandola in braccio.

Quasi poteva arrossire.

Ma cacciando quei piacevoli pensieri, doveva sbrigarsi a finire quella borsa. Stentava ancora a crederci, non sarebbero stati più un duo, ma sarebbero ritornati un trio! Proprio come quando c'era Chiara, forse i momenti migliori di tutta la sua vita.

Sapeva benissimo che quel testardo di suo fratello era ancora contrario in quel nuovo acquisto dentro la loro squadra, soprattutto perché era una lei. Kam ripeteva sempre,

-Si, certamente saranno belle quanto ti pare, "affascinanti" come direbbe un ingenuo come te, ma una cosa é certa... Le donne non fanno altro che procurare guai. Ricorda queste parole, mai fidarsi di una che ti fa gli occhi dolci, mantieni sempre la guardia. Loro sono nate solo per fregare noi uomini!

Questo era uno dei consigli più stupidi che Kam ostinatamente ripeteva come un dogma, che Chiara ascoltava con attenzione e rideva alle sue spalle, dandogli poi ragione non appena Kam si voltava verso di lei.

Chiara le mancava molto, il rimpianto di non essere riuscito a proteggerla arrivava ogni volta di sorpresa come un vecchio amico ed ormai era abituato a quella brutta sensazione. L'incapacità di aiutare, di salvare qualcuno, l'essere una persona inutile; quante volte suo fratello gli aveva dato dell'infantile, dello stupido ingenuo credulone. Tommy si era sempre sentito inutile senza qualcuno che lo comandasse, perso senza nessuno che gli dicesse cosa fare. Era come uno strumento nato solo per raggiungere un fine, un pupazzo di pezza senza personalità facile da muovere.

Tommy era ingenuo, a volte faceva finta di essere uno sciocco, ma stupido non lo era mai stato; sapeva benissimo di essere solo un bambino che non era riuscito a crescere, di essere nato in un contesto difficile e di vivere una vita che non avrebbe fatto altro che peggiorare andando avanti in quel modo sconsiderato.

Sapeva benissimo di essere un povero ragazzo senza prospettive, alla continua ricerca di una speranza che non sarebbe mai arrivata.

Aveva sempre e solo pensato al passato, rivivere i vecchi ricordi perché il futuro lo spaventava. Ripetevano in continuazione che non avrebbero mai visto la prigione, che le sbarre non le avrebbero mai toccate e che avrebbero vissuto in una bellissima casa un giorno, ma la verità era che era certo della brutta fine che avrebbero fatto... Ed ora che aveva picchiato un'altra persona, assistito alla morte di Dario, contribuito ad occultare il suo cadavere...

Non c'era più alcun futuro.

Qualcosa di morbido e peloso lo riportò al presente. Senza che se ne accorgesse aveva preso uno dei peluche di Diletta che era accanto ai vestiti, un delfino azzurro dal papillon rosso.

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