Nonostante i giorni precedenti dove le nuvole color grigie e minacciose preannunciassero di scatenare un temporale da un momento all'altro, quella mattina fu una delle più luminose giornate di tutto il mese di gennaio. Il sole era felice non avendo niente e nessuno che lo copriva, mostrando la sua luce e lasciando un tiepido calore in quel freddo e morto inverno.
Grazie a quello splendore luminoso che filtrava allegra nelle finestre della villa, Kam non dovette perdere tempo nell'accendere nessuna luce e poté correre senza nessun rischio di inciampare in qualcosa nei corridoi e sulle scale, avendo un'ottima visuale dell'insieme.
Arrivò finalmente alla cucina, ultimo luogo in cui aveva visto suo fratello e come un prete durante una predica molto accesa sbatté la porta alzando poi fin sopra la testa l'inalatore che aveva trovato.
Era pronto ad accusare Diletta, a dirle che era stata lei la causa principale della morte di Dario, che la prova era nelle sue mani e che la sua sola esistenza, trovata nei pantaloni della ragazza, la incastrava.
Era pronto con un discorso che nemmeno Tommy sarebbe riuscito ad obbiettare, se solo ci fosse stato qualcuno ad ascoltarlo.
La cucina era vuota e buia, con le finestre chiuse dove aleggiava solamente la luce del mattino ed uno strano odore.
Non doveva perdere tempo, doveva trovare suo fratello, anche se un presentimento lo teneva ancorato al pavimento. Quello strano odore era troppo famigliare e allo stesso tempo lo faceva accapponare la pelle. All'improvviso capì che era odore di gas. Si avvicinò velocemente notando fin da subito che i fornelli, che aveva imparato a conoscere in quei giorni, avevano le manovelle girate al massimo. I quattro fischi sibilavano contemporaneamente in un fischiettio che se non controllato sarebbe stato fatale. Kam chiuse i fornelli, si coprì la bocca e rimase lì a riflettere, sorpreso, ma soprattutto spaventato da ciò che aveva visto e da quello che pensava.
Poteva essere che Tommy li avesse lasciati aperti per sbaglio? Era davvero così distratto?
Kam si fece queste domande quando aprì la finestra per far cambiare l'aria e facendo scappare via quel cattivo odore.
O era stata Diletta che in un momento di distrazione di Tommy era riuscita ad aprire il gas?
La risposta a quella domanda lo colpì in pieno viso e fu chiara e trasparente, anzi, cristallina quanto il vetro del microonde che era davanti a lui.
Era uno dei microonde più tecnologico e costoso che avesse mai visto, color alluminio e display grande posizionato in alto a destra. Il macchinario era spento, ma comunque sempre vigile se qualcuno avesse avuto fame e avesse voluto riscaldare qualcosa. Infatti in quel momento era pronto a riscaldare delle posate; tre forchette, due cucchiai ed un coltello, racimolati in fretta e posizionati all'interno del microonde. Bastava solamente che qualcuno lo accendesse e gli dicesse il tempo di cottura, ma Kam sapeva benissimo che il metallo aveva uno strano effetto dentro il microonde.
Il piano si delineò nella mente di Kam stringendo involontariamente la mano che teneva sopra la bocca; quella situazione era più chiara di qualunque altra certezza mai avuta in vita sua.
Diletta li voleva morti.
Sicuramente, mentre Tommy era distratto, lei aveva acceso il gas e chiuso le finestre, frettolosamente avrà preso le prime posate da dentro il cassetto e messe nel microonde e poi saranno usciti dalla camera per non far insospettire la vittima. Poi, aspettando che il gas si propagasse nella stanza, sarebbe ritornata, avrebbe acceso il microonde e messo un timer nel quale avrebbe avuto tutto il tempo di scappare via. Il macchinario si sarebbe rotto provocando qualche scintilla, e il fuoco a contatto con il gas...
STAI LEGGENDO
Clear
Mystery / ThrillerDitemi, cosa ci hanno sempre insegnato i nostri cari genitori? Mai aprire la porta agli sconosciuti. Diletta, una ragazza nata in una fortunata quanto soffocante famiglia, non ha seguito questo consiglio, aprendo le porte della sua immensa casa. Gio...