⚡Irene si presenta.⚡

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Mi chiamo Irene Froste, sorella di Linda e cugina di Shawn.

Ho i capelli biondo cenere - sulle punte e sulla radice - e rosso rame. Ho gli occhi verde smeraldo, più o meno come lo stendardo della Royal.

Solo mio cugino sa ciò che io e Linda avevamo passato da piccole. Per me, quest'ultimo è come un fratello. Non sembriamo affatto cugini, siamo molto legati noi tre. A tutti noi piaceva il calcio e mia madre, quando aveva la nostra età, ammirava con interesse e con i suoi occhi lilla brillanti d'emozione lo schermo della TV quando giocava la Inazuma Eleven.

A 13 anni ho abbandonato i miei amici della Royal Academy, tra cui Jude Sharp. Il motivo? Ray Dark non mi è mai piaciuto. Ero stufa di obbedire a tutto quello che diceva. Siamo aspiranti calciatori, non schiavi! Non è così il modo di allenare dei ragazzi di cuore buoni e onesti! Per colpa sua, sono diventati spietati. Mi meraviglio che nessuno si sia ribellato. Non posso essere l'unica a pensarla in questo modo!

La prima volta che ho incontrato appunto Jude, senza i suoi occhiali, era un ragazzo dolce, andavamo d'accordo, come adesso. Però ora non è più lo stesso, è diventato sadico e cattivo. A momenti mi fa paura. Inizio a pensare che l'unica vittima che non è stata accecata dai discorsi di Dark sia io. Sono stata razionale, ho pensato con la mia testa, ho resistito... Ma alla fine, non sono riuscita più a sopportare un allenatore tanto fastidioso e meschino, ma soprattutto, così maniaco del potere e della vittoria.

Sarò sincera, mi è dispiaciuto molto (che Jude sia diventato così, ma anche di aver mollato. In fondo, la Royal ha vinto il torneo giovanile più importante del Giappone per 40 anni consecutivi, incluso l'anno scorso a tavolino), ma ancora non lo sanno che non verrò più a scuola da loro. Lo scopriranno domani, che sarà il mio primo giorno alla Raimon Jr. High. Sono emozionata, sarà fantastico. Sono pronta ad un nuovo inizio!

Lo reputo improbabile, ma nell'ipotesi in cui mi chiederanno di unirmi al club di calcio... Penso di essere troppo arrugginita, visto che non tocco il pallone né scendo in un campo da un anno. Quindi non accetterei per questo semplice perché.
Adesso mi rendo conto che il calcio non è uno sport che aiuta il cuore! Però non posso negare che Ray Dark mi abbia messo in testa per cinque anni un mucchio di stupidaggini... Sono stanca di tutte queste bugie.

Per ora devo capire una sola cosa fondamentale: Giocare a calcio cosa significa veramente?
E devo trovare risposta anche a queste domande: Come mai non voglio smettere e mi ostino a voler giocare per una squadra? Ai ragazzi della Royal Academy mancherò davvero, o sono stata solo un peso morto? Dovrei passare alla Raimon, visto che studiare là e giocare nella squadra di Ray Dark sarebbe incoerente e presto potrebbero sfidarsi?

Vorrei tanto scoprirlo. Mi tormento con questi interrogativi. Di notte non mi danno pace. Disturbo persino mia sorella e Shawn con queste domande.

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Linda, la sorella minore, ha 11 anni. Ha i capelli castani e gli occhi dell'omonimo colore. Caratterialmente, potrei dire che è abbastanza taciturna (come me) e fifona, nonostante i suoi capricci, non si smentisce mai!

Tuttavia, senza di lei mi sento senza un pezzo importante del puzzle del mio cuore e lei senza me si sente un individuo vuoto, privo di senso critico e di fantasia. È una ragazza rispettosa, e al contrario di me, espansiva, per niente coraggiosa, si arrende non appena le cose si facciano più gravi, però è in gamba, il ruolo di difensore fa per lei.

Un'altra differenza notevole è che lei non ha mai giocato a calcio in una squadra, soltanto per svagarsi con me e Shawn, però vorrà giocare volentieri per la Raimon e non avrà a che fare con i caos tra le scuole, con la decisione che ho preso, incapperò molto spesso in discussioni varie.

Non appena le ho raccontato ciò che Dark ha fatto del mio amico Jude, ha sostenuto la mia scelta e mi ha dato pienamente ragione.

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Mia madre, di nome Clare, amava giocare a calcio. Sembrava esserci nata sul campo. Lei era un difensore, come Linda.

È davvero contenta della strada che stiamo prendendo. Amiamo tutte e tre il calcio con tutto il nostro cuore. Anche a mio cugino Shawn, che non vedo da anni, piace moltissimo questo sport.

È stata proprio lei a regalarmi i poster della Royal e della Raimon che ho appeso in camera mia.
A Linda ha regalato uno della Zeus e l'altro della Kirkwood.

È lei che con la sua macchina ci ha fatto conoscere il mondo, ci ha sempre accompagnato agli stadi (per esempio nella finale dell'anno scorso, dove giocava la Royal ed io mi ero ritirata) durante partite importanti e ai parchi acquatici (e alle piscine) d'estate. Fin dalla nascita mia e di Linda si è preoccupata della nostra salute portandoci dal pediatra, sia se stavamo male che per dei controlli.

A mio padre non è mai passato niente di questo per l'anticamera del cervello. Nemmeno quando era ancora sposato con la mamma.
Dimenticavo... Questa povera donna è distrutta dal cancro al seno. Ogni giorno che passa pensa a quanto le resterà di vita. Sono molto triste...

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Che dire su mio padre Geoff, un professore della Raimon... Dopo due giorni dal mio quinto compleanno, aveva intenzione di farmi smettere di giocare a calcio (anche solo per svago) non solo per la mia media dei voti che si stava abbassando, ma anche poiché lo reputava uno sport praticato e tagliato più per maschi e voleva farmi iscrivere a danza o nuoto.
In quei club c'era poca gente, non ero neanche male, può essere che ero addirittura meglio dei ragazzini che ne prendevano parte. Ma nonostante i suoi lamenti, non ho voluto prendere parte.
Avrei fatto il capitano, dato che i componenti non erano degli assi, tuttavia no, non me la sentivo. Non era quella la strada che volevo prendere.

Quindi, qualche mese dopo, ha costretto mia sorella Linda a iscriversi al club di atletica. Glielo leggevo negli occhi: non era il suo sport. Non era nemmeno il mio.
Ha smesso di soffrire e sentirsi male grazie a Clare e a me.

Perciò, divorziarono. Non ero proprio così triste, neppure Linda, detto francamente... Però mia madre lo era abbastanza. E non mi capacitavo del come e del perché.

Commento di Irene:
«È da circa 11 mesi che non gioco a calcio. L'anno scorso ho finito l'anno scolastico alla Royal, evitando le richieste dei giocatori: "Ma perché non giochi più a calcio con noi?"
Se ve lo dico, vi arrabbiate.
In caso contrario, non sono affari vostri. Se vi importava davvero di me, avreste cacciato quello sporco e psicopatico uomo di nome Ray Dark! O sbaglio?!»

Ehi ragazzi! Tutto bene?

Io sì, sto benissimo!
Come ho detto nell'altro capitolo, ieri sono andata a Le Vele! Ci siamo stati per 7 ore e mezza (dalle 10:30 che eravamo arrivati, alle 18:00 che eravamo partiti). Posso affermare d'essermi divertita tantissimo!*-*

A inizio settembre, da me ci sarà la festa del quartiere... Pochi giorni dopo partirò per il mare.
Perciò per alcune sere, o interi pomeriggi, non ci sarò.
Quando inizierà la scuola (farò il 2º superiore allo scientifico), scordatevi che aggiornerò ogni settimana.

😘❤😘

Comunque...

Domanda personale: È stata toccante come descrizione?

Questo era il prologo di Inazuma Eleven, ovvero una presentazione di Irene e della sua famiglia.

Spero vi sia piaciuta questa "breve intervista"! Anche se lunga 1304 parole!
Ci vediamo al prossimo capitolo!

Sono stufa di scrivere sempre Ilarìe alla fine, non perché non mi piace il mio nome, anzi... Ma per cambiare! In quasi ogni storia ho un nome diverso. Odio la monotonia! Mi stufo subito di certe cose ripetitive! XD

Irene.

𝘍𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭𝘭'𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰. | Jude SharpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora