Eravamo a metà settimana. Dopo questa partita, la temibile Royal Academy e la Raimon si sarebbero rincontrate sul campo da calcio per una battaglia degna di questo nome.
Wintersea: «Quindi... Riepilogando... L'arte dev'essere universale, avete capito o no?» non potevo credere di aver dormito tutta la sesta ora... Il mio quaderno di appunti era quasi vuoto.
Irene: «Sì...» contemporaneamente ai sì dei miei compagni, cercavo con la mano destra di impugnare la penna decentemente e annotarmi le ultime parole che aveva detto approfittando del silenzio del prof, con l'altra infilata nella cartella di rispondere al messaggio di Axel, che chiedeva se avessi studiato. Gli ho risposto di sì, però la verifica non era andata bene.
Wintersea: «Va bene. Irene, dato che mi fissavi con una faccia perplessa fin dall'inizio della prima ora, hai finalmente compreso il significato dell'arte per le popolazioni di quell'epoca? E visto che sembravi anche interessata, potresti per favore dirci qualcosa che ti ha colpito particolarmente?»
Irene: «Ho capito che... Per loro, l'arte non era soggettiva... Come dice lei, un linguaggio universale... Mi ha colpito...» non mi capacitavo di come ero stata in grado di dire ciò. Voglio dire, ero stata sulle nuvole in pratica tutta la giornata... La campanella mi aveva salvato.
Wintersea: «Perfetto... A domani. Mark, Axel, Irene... Buona fortuna.»
Mark, Axel e Irene: «Grazie prof.» che giornataccia. Ero sicurissima che fosse andata male la verifica della terza ora e l'interrogazione della quarta ancora di più. Che frustrazione. Clare non mi avrebbe fatto giocare la finale del campionato, ammesso che la Raimon ci fosse arrivata. La conoscevo troppo bene mia madre...
Axel: «Ho letto il tuo messaggio, Ire. Anche a me è andata male, Irene. Capita di avere una svista.»
Irene: «Questo lo so anch'io... Ma non giocherò più con voi...»
Mark: «NO! Come no?!»
Irene: «Per quanto riguarda la scuola, è molto severa. Mi dispiace, ragazzi.»
Axel: «Ma non ne hai la certezza, vero?»
Irene: «No. Però, non si sa mai. Vi scriverò oggi pomeriggio prima degli allenamenti. Vi farò sapere se si è arrabbiata talmente tanto da non farmi giocare oppure no.»
Mark: «Secondo me no! Non preoccuparti più di tanto! Io ho preso 3 nell'orale!» accidenti... Poveretto. «Pazienza, la prossima volta recupero!»
Irene: «Questo è quello che pensi tu. Mark, se conoscessi mia madre non la prenderesti così alla leggera.»
Axel: «Ha ragione. Clare è una donna che pretende tanto. Anche mio padre è tosto, e molto, Mark. Il mio 4 è ingiustificabile...»
Mark: «Ragazzi! Non demordete! Tanto ci risentirà e ci darà una seconda chance. Capita anche ai migliori di sbagliare.» Jude non sbaglia mai...
Axel: «Quanto vorrei essere felice quanto te...»
Irene: «Infatti. Anch'io...»Tornata a casa silenziosamente, Linda era distesa comodamente sul divano con la sciarpa che le copriva il petto. Mia madre Clare stava cucinando.
Clare: «Ire... Ciao, che succede?» bene. Ciao mamma... Voglio solo sedermi sul divano accanto a Linda e riposare, così ho fatto. «Hai un'aria... Non so, indecifrabile...?» Che cosa diavolo mi ero inventata per "giustificarmi"?!
Irene: «Mamma... Io...» come fare per prendere tempo... Dovevo essere veloce a dirglielo oppure prendere tempo per riflettere e dirglielo con assoluta calma.
Clare: «È per caso andata male?»
Irene: «Non ne sono sicura...»
Clare: «Farai bene a dirmelo subito! Linda ha preso una nota per la sua lingua lunga... Tu invece?!» era arrabbiata... Molto arrabbiata. «Venite a tavola, invece che stare sdraiate come sulla sdraio quando si va in spiaggia!»
Irene: «Sul serio. Non lo so. Le verifiche ce le darà al massimo la settimana prossima, poco dopo la partita contro la Otaku. Poi dovremo svolgere l'altra, ma dopo le finali regionali, che ci ha già anticipato che sarà mille volte più complicata...»
Clare: «Ammesso che ci arriverete alle finali regionali!»
Irene: «Ma mamma! Siamo contro l'Otaku, la squadra più debole del Football Frontier di quest'anno!»
Clare: «Be'... Allora... Stai alla larga da Dark, se ci tieni alla tua incolumità. Per favore, Irene.»
Irene: «Io vorrei evitare sia lui che Jude.»
Linda: «Non è vero! Lei lo...» la sua intromissione nel discorso era troppo prevedibile!
Irene: «Vogliamo parlare di te e di Mark?» altrettanto prevedibile!
Linda: «Mi è simpatico...»
Irene: «Devi unirti al club di calcio!»
Clare: «È un'occasione per fare amicizia e per magari andare meglio a scuola!»
Irene: «Eh... Mark si dimentica spesso di fare i compiti!» che ridere...
Clare: «Ah, bene...»
Linda: «Okay. Mi avete convinto.»
Clare: «Alla partita contro l'Otaku giocherai. Quella contro la Royal, no. Mi dispiace...»
Irene e Linda: «Perché?!»
Clare: «Devo fare degli esami e altri controlli. Sarò via tutto il giorno. Non mi dimetteranno prima di 24 ore. Irene, so che ormai ti sei affezionata ai tuoi compagni... Quindi posso lasciarti con loro.»
Linda: «Perché io invece no?!»
Clare: «Non mi fido di Dark. Avrei voluto che anche Irene gli stesse lontana, però sarebbe un male per la squadra. Tra l'altro, Wintersea mi darà la colpa dell'esito delle partite alle udienze, e non mi piace scusarmi o farmi perdonare.»
Linda: «Mamma! Non ho più cinque anni! So difendermi e non mi lascio mettere i piedi in testa da nessuno! Non sarò matura quanto Irene, però non ho paura di Dark! Non ci faremo intimidire da un uomo meschino e sadico come lui!»
Irene: «Complimenti! Bravissima, ben detto!»
Clare: «Sei brava a parlare, Linda. Vorrei vedere quando ti costringerà in un angolo a fare qualcosa che non vorrai o chissà che altro combinerà...»
Linda: «C-Che... Mi hai messo paura. D-Davvero lo farà?!»
Irene: «Non lo so... Spero non lo faccia con me...» in quel momento ero terrorizzata solo all'idea di Dark che mi mette le mani addosso o che ci provi in tutti i sensi.
Clare: «Lo denuncio all'ordine se ci prova spudoratamente. Linda, dammi retta. Senza fare capricci.»
Linda: «Sì, mamma. Ti farò compagnia in Ospedale. Ci sarà sicuramente una TV. Irene, seguiremo la partita fin dal primo minuto!»
Clare: «È un uomo pericoloso e perverso. Tesoro, hai idea del rischio che stai correndo, salvando la squadra da una eventuale figura inguardabile?»
Irene: «Sì... Starò attenta.»
Linda: «Ok!»
STAI LEGGENDO
𝘍𝘪𝘯𝘰 𝘢𝘭𝘭'𝘶𝘭𝘵𝘪𝘮𝘰 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘰. | Jude Sharp
Lãng mạnIrene, sorella di Linda e cugina di Shawn, ha alle spalle un passato triste seguito da ripercussioni sulla sua vita. È una quattordicenne riservata, seria, timida, fredda, diffidente, enigmatica, ma nasconde un lato dolce che riserva a poche persone...