Capitolo 26.

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«Lui è davvero fantastico!» esclamò Ada, alzando le braccia al cielo e sorridendo senza sosta.

Lei e Nadia stavano passeggiando lungo una via di negozi non molto distante dall'università, e ogni tanto lanciavano delle occhiate alle vetrine allestite.

«È stato un galantuomo. Mi ha aperto sempre la porta per lasciarmi passare per prima, ha insistito per pagare il conto, e ha colto il momento giusto per prendermi per mano. Non lo so, è come se mi leggesse nella mente.» Ada continuò a raccontarle dell'uscita con Bruno di sabato, entrando meglio nei particolari. I giorni precedenti non avevano avuto molto tempo per vedersi, e di conseguenza, avevano rimandato le chiacchiere al primo momento libero dall'università e dal tirocinio in clinica.

«Sono davvero contenta per te. Bruno è un bravo ragazzo. Meritate entrambi di stare bene», si espresse Nadia allegramente, mentre guardava le persone avanti a sé camminare con le buste per lo shopping in mano e i telefoni all'orecchio.

«Però quando mi ha riaccompagnata a casa, non ha fatto niente di più di quanto si sarebbe permesso di fare un amico», mormorò pensierosa, «e da quel momento non trovo pace. Ho paura di aver fatto qualcosa di sbagliato.»

«A cosa ti riferisci?»

Ada alzò lo sguardo e lo incrociò con quello dell'amica. «Non mi ha baciata, capisci? È rimasto tutto il tempo lì, al confine di quella linea sottile, ma non si è mai spinto oltre! E prima di andarsene mi ha schioccato un semplice bacetto sulla guancia. Credi che sia grave?»

«Forse non voleva darti l'idea di essere un tipo frettoloso.»

«Io l'avrei baciato volentieri!» si lamentò lei sbuffando. Mise su un cipiglio arrabbiato che la rese ancora più divertente.

«Potevi prendere tu l'iniziativa, allora.» Nadia scosse la testa, ridacchiando.

«Oh, no! Non avrei mai corso il rischio che si tirasse indietro all'ultimo, o che pensasse che sia una troppo facile.»

«Ada, Bruno non ti ha baciata perché non voleva che tu pensassi che ti ritenesse una tipa facile. È evidente», decretò alla fine Nadia.

«Ne sei sicura?»

«Ha accennato al fatto che voglia uscire di nuovo con te?»

«Sì, ci siamo dati un altro appuntamento. Ma questo non vuol dire-»

«Ne sono sicurissima, allora. È talmente preso da te che vuole aspettare il momento giusto. Faresti bene a tenertelo stretto... i ragazzi come lui sono davvero rari», rifletté ad alta voce Nadia, vagando con la mente ai suoi due dubbi personali.

«Cosa mi dici di Leonardo? Non l'hai più visto dopo domenica?» cambiò discorso Ada, come se le avesse letto nella mente.

«In realtà no. Non so se sia un caso o se lo stiamo facendo di proposito, ma non ci incontriamo più tanto spesso. È come se ci stessimo evitando, senza alcun apparente motivo.»

«Ma tu ci sei rimasta male per il suo comportamento alla festa, no?» Ada le fece cenno di fare dietrofront e di riavviarsi verso il Campus. Il cielo si stava imbrunendo, e i negozi stavano iniziando a tirare giù le saracinesche.

«Un po', ma ho cercato di reagire in modo saggio. So che è stata colpa di Mattia. Non voglio affibbiare tutti gli sbagli a Leonardo.»

«Ma nonstante ciò, sei stata felice di aver passato del tempo con Mattia... Hai dei sentimenti controversi, ne sei consapevole?» la punzecchiò Ada.

Nadia trattenne il respiro ed evitò di guardarla. Stava per raccontarle del bacio con Mattia. Lo doveva fare. Aveva un disperato bisogno di qualcuno con cui confidarsi. «Adesso ti rivelerò un segreto che ti manderà fuori di testa. Ma ho bisogno che resti tra noi, Ada. Non una parola a Leonardo, o a Carlo. Nemmeno a Bruno, intesi?»

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