Capitolo 50.

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Quel pomeriggio il cielo era oscurato da un tappeto di nuvole plumbee e grigiastre. Le previsioni del tempo avevano annunciato dei possibili temporali verso l'imbrunire, ma se avesse continuato in quel modo, probabilmente di lì a poco si sarebbe scatenato un acquazzone coi fiocchi.

Nonostante il clima poco invitante, Nadia e Mattia stavano camminando fianco a fianco lungo il marciapiedi che costeggiava il perimetro esterno della L.U.S.I. Accanto a loro c'erano anche Bruno e Ada, intenti a ridacchiare come bambini in una gita al parco giochi. Lei si aggrappava al braccio del ragazzo e lui faceva finta di lamentarsi, sbuffando a ogni tentativo fallito di staccarsela di dosso. Si stavano divertendo e forse nemmeno si erano resi conto del vento tempestoso che si era alzato sulla città.

«Dai, cretino! Non farmi il solletico!» Ada strillò e saltellò su un piede, allontanandosi bruscamente da Bruno.

«E allora non attaccarti a me come un peso morto! Non sei un sacco di patate», replicò in tono burbero il ragazzo, con il cappuccio della felpa tirato su.

Ada mise su un'espressione imbronciata e incrociò le braccia al petto. «Che antipatico.»

«Non lo pensi veramente...»

«Quando ti ritroverai single da un giorno all'altro, ci crederai.» Lei sorrise beffarda e si legò i capelli ricci in una coda confusa. Il vento tirava forte e le dava parecchio fastidio.

Mattia sbuffò e trattenne una risata, con le mani in tasca e la coda dell'occhio appena rivolta verso la coppia in piena fase di battibecco amoroso. «Questa sì che è una minaccia... Avrei paura se fossi in te», sentenziò, guardando di profilo Bruno.

Nadia socchiuse gli occhi e si spostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio, senza ottenere un risultato soddisfacente. Si voltò verso i tre e annuì. «Conosco Ada, e ti posso assicurare che lo farebbe. Sarebbe una scelta priva di logica e di riflessione, ma proprio per questo la prenderebbe.»

«È una mia impressione, o questa è diventata un'insurrezione nei miei confronti?» si lamentò Bruno, alzando gli occhi al cielo scherzosamente.

Nadia rise e scosse la testa. Quei due, insieme, erano la fine del mondo: spensierati come ragazzini, ma maturi come adulti. Un binomio perfetto.

«Credi che si uccideranno prima di un anno?» Mattia la raggiunse e le passò un braccio attorno alle spalle, attirandola a sé.

«Possibile, ma non probabile. Non rinuncerebbero l'una all'altro nemmeno sotto tortura», ridacchiò lei. Si accoccolò nella stretta del ragazzo e poggiò la testa sul suo petto, mentre continuavano a camminare lungo le vie della città, diretti verso la zona commerciale.

I lampioni avevano già cominciato ad accendersi, rischiarando una sera resa più oscura dalle nuvole nere e cariche di pioggia.

«E tu, invece? Rinunceresti a me?» le domandò Mattia, scrutandola dall'alto.

Lei gli strinse la mano, poggiata ancora sulla sua spalla, e sorrise con furbizia. «Ti ricordo che l'ho già fatto una volta.»

Un tuono squarciò a metà la risata di Mattia, e si portò dietro un odore di ozono e di terra umida. Presto sarebbe arrivata la pioggia.

Ada sussultò e si portò le mani sulla testa. «Sta per diluviare, ragazzi!»

«Già, dovremmo tornare indietro...» aggiunse Bruno, con gli occhi rivolti verso il cielo.

Nadia strinse le labbra e portò le braccia al petto. «Andiamo, è solo un temporale primaverile! Non ho voglia di tornarmene a casa.»

«E io non ho voglia di ammalarmi», replicò Ada, con un'alzata di spalle. «Inizia a fare anche freddo.»

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