Capitolo 25.

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Avrebbe dovuto immaginarlo che le cose si sarebbero presto complicate.

Avrebbe dovuto capire che giocando con il fuoco, si sarebbe scottato le dita. O forse il cuore.

Mattia picchiò la testa sulla porta del bagno, seguendo il ritmo dei suoi pensieri tormentati. Erano passati due giorni ormai dal bacio che gli aveva rubato Nadia in macchina, e ancora si sentiva come se ce l'avesse seduta al fianco, mentre le poggiava le labbra morbide e piene sulle sue, mentre gli faceva provare cose che...

Niente. Cose che gli facevano sentire il più assoluto niente.

Quando realizzò di come stesse cercando di imbrogliare la sua mente sospirò con pesantezza e si passò le mani sugli occhi, frustrato.

La verità era che negare fino alla morte di non aver provato nulla quando la bocca di Nadia era entrata in contatto con la sua, non lo avrebbe aiutato ad accettare la realtà dei fatti: quel gesto così inaspettato in realtà aveva svegliato in lui un turbinio di emozioni. Forse le stesse che aveva provato quando l'aveva baciata per la prima volta sotto casa sua, nel pieno della notte. Anche quella era stata una mossa avventata e priva di ragionamenti, ma stavolta era stato diverso. Stavolta non era stato lui ad annullare i pensieri contrastanti e seguire l'istinto, ma l'aveva fatto lei. Nadia aveva preso l'iniziativa e l'aveva trascinato nella sua dolce trappola. Perché, per essere chiari, solo di una trappola si poteva parlare. L'aveva sedotto con lo sguardo e non gli aveva lasciato il tempo di metabolizzare il loro discorso, avventandosi su di lui e lasciandolo di sasso. E tutto per vendetta.

Nadia e la vendetta avevano appena stretto una pericolosa amicizia. Questo avrebbe potuto rendere le cose molto più complicate di quanto non lo fossero già.

Oltretutto, a rendere la situazione ancora più complessa e ostica, era la necessità di tenere la bocca chiusa con tutti, da Anita ai suoi amici. Ma soprattutto da Anita. Lei non sapeva neppure che Nadia avesse partecipato alla festa, né avrebbe mai dovuto scoprirlo. Odiava le voci di corridoio. Ma odiava ancora di più che i genitori le venissero a sapere. Era sempre stata terrorizzata dal fatto di essere messa sotto accusa o in ridicolo per qualcosa. La posta in gioco era alta, e non poteva rischiare di far sfigurare la sua famiglia. Per questo era sempre così accondiscendente con loro.

Per Mattia non era così. Anzi, se c'era qualcosa che avrebbe infastidito i genitori, era anche quella che più probabilmente avrebbe preso in considerazione: Nadia era stata una di quelle scelte, anche se quello era un caso a parte. I genitori l'avevano annientata come un moscerino senza che lui potesse farci niente. Per questo motivo adesso aveva iniziato a dar loro più ascolto, finendo addirittura ad acconsentire alla relazione di convenienza con Anita: aveva già perso una volta contro sua madre, e non era disposto a iniziarci una nuova, scorretta partita.

Lei non amava le regole, e lui non tollerava i bugiardi.

Ma adesso sarebbe cambiato qualcosa? Il bacio di Nadia aveva sicuramente riacceso dei bagliori di speranza ormai sprofondati nel petto da anni. Ma probabilmente non sarebbero stati sufficienti, visto che lei era stata la prima a intimargli che non sarebbe cambiato niente tra loro. Forse non aveva voglia di ricominciare una battaglia stremante, e come darle torto, insomma.

Nella sua testa la solita vocina pessimista prese vita: "Lei non ti vuole più, si è dimenticata di te".

Questo non poteva essere assolutamente vero. Aveva ancora quello sguardo negli occhi, quella luce, che sfoggiava solo in sua presenza. Ed era proprio quello spiraglio di vita a fargli pensare che Nadia provasse ancora qualche sentimento per lui. Magari era nascosto, sotterrato nella gabbia toracica, ma c'era.

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