Nadia pigiò due volte il pulsante del citofono e attese con impazienza di fronte allo zerbino. Quel pomeriggio avrebbe dovuto fare da baby-sitter a Lidia fino a che i genitori non fossero rincasati.
Ormai conosceva la casa di Diego quasi quanto le sue tasche: nell'ultimo periodo l'aveva frequentata spesso tenendo compagnia alla bambina, che l'aveva accettata appieno all'interno della sua cricca esclusiva di domestici e peluche. Alla fine anche lei non aveva avuto problemi a integrarsi, e tutta la preoccupazione di non essere abbastanza esperta con i bambini era sparita già al secondo incontro: Lidia era una piccola peste, era vero, ma sapeva anche essere dolce e riflessiva. Anche troppo, per una bimba di cinque anni.
Dopo qualche minuto di attesa, la porta si aprì di scatto, e la figura slanciata di Diego s'interpose tra gli stipiti, con un gomito poggiato sulla colonnina al lato dell'ingresso e un sorriso smagliante. Indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una t-shirt grigia; sopra, la solita giacca di pelle, abbinata agli stessi capelli corvini appena un po' mossi e modulati da un sottile strato di gel. Nella mano sinistra teneva le chiavi della sua moto, facendo ruotare il ciondolo del portachiavi nell'indice.
«Finalmente sei arrivata», brontolò, fingendosi infastidito.
«Non sono in ritardo.» Nadia controllò l'ora sull'orologio allacciato al polso e sollevò le spalle.
«Lo so, ma Lidia ha iniziato a piagnucolare già da mezzora. Non vedeva l'ora che arrivassi.» Diego si allacciò la zip della giacca e prese il casco della moto appoggiato sul pavimento. «E anche io.»
«Perché?» Lei lo scrutò con diffidenza, seguendo ogni suo movimento.
«Aspettavo te per uscire. Ora che sei arrivata, posso pure andare.»
«Ti sei messo in tiro... Posso chiederti dove vai, o rischierei di scoprire qualche dettaglio tenebroso della tua vita?» Nadia gli sorrise scherzosamente e si tolse la giacca, per poi appenderla all'appoggia abiti.
Diego fece finta di rifletterci su e reclinò il volto. «Ricordi la tipa del magazzino? Quello dove tu e Silvestre vi siete intrufolati furtivamente per spassarvela di nascosto?»
Nadia alzò gli occhi al cielo. «Non ci eravamo intrufolati di nascosto, Diego. Ci eravamo rimasti chiusi dentro. E sì, la ricordo alla perfezione... ricordo anche troppo del suo corpo.»
«Mi ha invitato a casa sua. I suoi genitori staranno fuori per un'oretta, quindi abbiamo totale campo libero», le spiegò lui, con il sorriso furbo a tendergli all'insù le labbra.
«E immagino che non ti stia riferendo al fare una tranquilla partita a Monopoli.»
Diego le diede qualche buffetto consolatorio sui capelli. «Immagini bene.»
«Quindi, state... insieme?»
«Chi? Io e Amanda?» Lui rise e scosse la testa. «Sei fuori strada, Savini. Lei è solo un passatempo... «Non ti senti uno stronzo a giocare così con i loro sentimenti? Insomma, qualcuna di loro potrebbe anche inn-»
«Non dirlo», la bloccò Diego, freddamente. «Odio quella parola.»
«Be', dovrai farci i conti, prima o poi.»
Diego indurì lo sguardo e strinse il laccio del casco nella mano. «No, ti sbagli. Io no. Io non lo farò», ripeté. «Tutte le ragazze con cui vado mi conoscono già, e sanno quali sono le regole: divertimento sì, sentimento no.»
Nadia scansò lo sguardo da lui e incrociò le braccia al petto. Non approvava il suo stile di vita, ma non poteva nemmeno farglielo cambiare, se era quello che voleva davvero. Ma c'era qualcosa... qualcosa di nascosto dietro alla sua facciata esteriore, che di tanto in tanto provava ad affiorare a galla. Qualcosa che lui ricacciava indietro con tutto se stesso. E sicuramente si trattava di fatti accaduti nel suo passato, di cui non parlava mai. Avrebbe tanto voluto sapere cosa gli fosse successo per farlo arrivare a essere indifferente come adesso, ma forse non aveva ancora abbastanza confidenza con lui per chiederglielo. Però c'era qualcuno che sapeva tutto... Mattia aveva fatto trasparire dettagli curiosi sul passato di Diego. Dettagli che avevano acceso notevolmente la curiosità di Nadia.
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Tutto quello di cui ho bisogno
RomanceQuando Nadia ha lasciato Roma per tornare al paese natale, si è portata dietro un cuore spezzato e tanta fragilità. Dopo molte difficoltà a integrarsi in una metropoli ostica e dopo una storia d'amore finita male, le sue barriere sono crollate, lasc...