Mattia rimase fermo a fissarla da qualche metro di distanza, avvolto nella penombra della luna.
Dopo averla cercata in lungo e in largo nel Club, finalmente era riuscito a trovarla. E dove, se non nel posto che più le si addiceva? Era ovvio che stesse in giardino, al riparo dagli sguardi indiscreti e lontana dalla troppa confusione. Ci sarebbe dovuto arrivare molto prima. Era così scontato.
Il perché si trovasse lì era un altro conto. Se avesse dovuto rispondere seriamente a quella domanda, probabilmente avrebbe anche dovuto spiegare come mai si fosse intromesso negli affari di Nadia, o perché avesse insistito a far servire quel cocktail strizza-budella al suo amichetto così puritano.
Comunque aveva raggiunto l'obiettivo, seppure in maniera poco nobile. Nadia si trovava da sola e il ragazzo aveva lasciato la festa, proprio come si sarebbe aspettato da un tipo come lui.
Effettivamente si era comportato da bastardo, ma del lato morale della faccenda non gli importava granché. Quello che contava era che lui se ne fosse andato via.
Nadia si voltò a rallentatore verso Mattia e strinse le mani sulla pietra. «Vattene», gli ordinò con tono gelido.
«Perché dovrei? Questa è anche un po' casa mia.» Mattia scrollò le spalle e sorrise, senza avanzare di un millimetro. «Tu, piuttosto, cosa ci fai qui, da sola?»
«Non ho intenzione di parlare con te. Ricordi quando mi hai detto di starti lontana? Ecco, lo sto facendo.»
«Sbaglio o qualcuno qui sta tirando fuori gli artigli?»
Nadia a quel punto scattò in piedi e gli puntò il dito contro. «Va' via!»
«Devo ammettere che non mi sarei aspettato di trovarti qui stasera», continuò però il ragazzo, senza abbassare lo sguardo. «Pensavo che dopo l'ultima esperienza avresti preferito startene a casa. E invece guarda un po', ti ho trovata proprio al Club, in compagnia di quello sfigato.»
«Non chiamarlo così.»
«Hai ragione», sorrise Mattia. «In compagnia di quell'illuso.»
Nadia schiuse le labbra, senza parole.
«Andiamo, so che lo pensi anche tu. Dalle mie parti una persona infelice e senza vita sociale che corre dietro a una ragazza molto più carina di lui, è definita proprio in questo modo.»
«Non permetterti di giudicarlo, Mattia.» Nadia avanzò di un passo, furiosa. «Non dovresti neppure aprire bocca, tu! Se adesso mi trovo in questa situazione, la colpa è solo tua.»
«Sì, può essere.»
«Se non gli avessi fatto bere quella porcheria adesso Leonardo starebbe ancora qui!»
«Questo è vero, ma non gli ho detto io di andarsene. Quella è stata una sua decisione, che tra l'altro non approvo granché.»
«Adesso non fare quello che si permette di puntare il dito contro gli altri. Eri perfettamente consapevole delle conseguenze del tuo gesto. Sapevi che lui non era il tipo da feste, e che non avrebbe retto quel drink.»
«Ovviamente», annuì lui, soddisfatto. Provocarla era così divertente.
«Sei un idiota.»
«Così mi ferisci, Nadia.» Mattia finse una smorfia addolorata. «Spero che riusciremo a tornare amici come un tempo.»
«Io voglio solo che te ne vada immediatamente da qui.» Con il dito Nadia gli fece cenno di andarsene, indicando la facciata illuminata della casa. «Perché non torni dai tuoi amici o dalla tua ragazza? Hai già provveduto a rovinarmi la serata, quindi non vedo il motivo per cui tu debba trattenerti oltre.»
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Tutto quello di cui ho bisogno
Roman d'amourQuando Nadia ha lasciato Roma per tornare al paese natale, si è portata dietro un cuore spezzato e tanta fragilità. Dopo molte difficoltà a integrarsi in una metropoli ostica e dopo una storia d'amore finita male, le sue barriere sono crollate, lasc...