28. Il medaglione

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Narratore: 2D

Ormai Murdoc era partito per il suo viaggio. Io e Noodle eravamo rimasti sulle scale a consolarci a vicenda per il dolore ma venimmo interrotti dai passi pesanti di Russel che poi ci fece un discorso su come dovevamo riprendere la nostra vita. Dopo aver accettato di riprendere le vecchie abitudini, ci avviammo in cucina, io e Noodle iniziammo a pulire la stanza mentre Russel preparava il pranzo. Trovai cose impossibili e inimmaginabili in cucina, cose disgustose come i calzini sudati di Murdoc che emanavano un odore orribile ma ho trovato anche cose che pensavo di aver perso, è incredibile quanta roba c'era in quella minuscola cucina. Sgomberato il tavolo lo apparecchiammo per il pranzo.
Iniziai a pensare a come dire agli altri del mio licenziamento al lavoro per passare più tempo con Murdoc ma appena aprii bocca un terribile mal di testa mi inflisse le tempie e non riuscii più a parlare. Grazie al cielo Noodle mi portò le pillole, altrimenti la testa mi sarebbe esplosa dal dolore.
Riprendendo il discorso di prima, pensavo che i miei amici la prendessero diversamente la storia del lavoro invece mi compreso, meno male. Appena Noodle aprii bocca per parlare, venne interrotta dal rumore di una porta aprirsi. Tutti noi ci girammo per vedere chi fosse. Era Murdoc che sulla soglia di casa ci guardava con sguardo cupo e dietro di lui c'era il Boogieman fermo anche lui come se fossero tutti e due impietriti. Io corsi da Murdoc per chiedergli come era andata dalla megera, senza guardarmi in faccia tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto il medaglione di cui ci aveva parlato. Era un ciondolo luccicante con il contorno dorato e nel centro c'era un disco nero che qualche volta si illuminava di rosso e di arancione.
-È questo il medaglione?- chiesi all'uomo verde, anche se sapevo già la risposta. Murdoc mi guardò con sguardo dispregiativo poi mi fissò dritto negli occhi e ringhiò come per dire "si".
Il Boogieman sparì in una nuvola nera e si teletrasportò in salotto. Murdoc fece pochi passi, appoggiò il giubbotto sull'attaccapanni e quando entrò in cucina rimase un po' perplesso quasi come se si stesse chiedendo che fine avesse fatto tutto quel caos che prima regnava quella stanza. Poi si sedette a tavola e senza dire una parola si strofinò gli occhi dalla stanchezza.
-Per pranzo ho fatto gli spaghetti, ti piacciono Murdoc?- chiese Russel rompendo il silenzio. L'uomo verde alzò gli occhi al cielo e sbuffó.
-Ehi, Murdoc! Hai per caso barattato la lingua per quel coso?- chiese Noodle offrendo un piccolo sorriso all'uomo. Murdoc prese un respiro profondo e iniziò a raccontarci quello che era successo nel negozio della strega. Solo lui poteva trovare dei posti del genere.

The life after Plastic BeachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora