Narratore: Murdoc
Inutile dire che l'idea di distogliere la mente dai miei problemi, pensando ad altro, fu vana. Mi tormentai per ore, riflettendo su cosa fare. Ormai ero irremovibile sulla mia decisione di utilizzare il medaglione; ma dovetti ammettere a me stesso che non ero abbastanza forte. E questo perché ero ancora un codardo. In certi momenti sembrava che nessuno potesse smuovermi dal sacrificio che volevo compiere. Ma, in altri momenti invece, ripensavo agli sguardi preoccupati dei miei compagni, alle loro parole di conforto. Non avrei mai immaginato che loro potessero tenere a me fino a quel punto. Ma invece dovetti ricredermi. Pensai a come sarebbe stata la mia vita se mi fossi privato di quattordici anni di essa. Una volta credevo che l'inferno fosse un posto da sballo: pieno di prostitute, alcolici e fumo. Ma da quando avevo finito per farmi odiare anche dal diavolo stesso, neanche l'inferno era più il posto dei sogni per me. Allora mi sono aggrappato ancora di più alla mia pellaccia, cercando di godermi questi anni di esistenza sulla terra; dedicandomi solo ad appagare i miei vizi più sfrenati.
Tempo fa non avrei avuto dubbi a sacrificare gli altri per il mio benessere e per la fama, ma in quel momento sentii di essermi rammollito. E la cosa strana è che, al posto di essere dispiaciuto di questo mio cambiamento, invece mi sentivo felice, orgoglioso.
L'unico mio egoismo a quel punto era rappresentato soltanto dal fatto che non volevo abbandonare i miei amici, e decisi che per loro avrei lottato.
Avrei tentato di usare il medaglione soltanto come ultima scelta, invece che unica. Perciò non aspettavo altro di poter giungere a Plastic beach e pensare a un piano per poter combattere quel bastardo di Mefisto.
Mi brillarono gli occhi quando il radar segnalò che la nostra meta era finalmente vicina.
Eravamo giunti a Plastic beach. Dovetti ammettere che mi era mancata la nostra bella casa sul mare. Certo, avevo vissuto giorni di tristezze e privazioni, ma mi erano comunque serviti a calmare un po' i miei bollenti spiriti. Posteggiai il sottomarino vicino al piccolo molo in legno e in silenzio, con i nostri bagagli in mano, ci avviammo ognuno nelle proprie camere.
Dopo aver rassicurato D sul fatto che la balena era definitivamente sparita, ognuno prese possesso delle proprie vecchie stanze. Tutti tranne Russ, che si scelse una camera nuova.
Mi sembrò come se non avessi mai abbandonato quel posto. Per un attimo Londra, Andree e i nostri problemi mi parvero soltanto un brutto sogno.
Mi sdraiai sul letto della mia camera, chiudendo gli occhi e beandomi di quel momento di serenità. Una voce nella mia testa però, intervenne subito a riportarmi alla realtà. Maledetto Boogieman.
-Murdoc, svegliati. Non abbiamo tempo di riposare.-
Mi misi seduto sul letto, ritrovandomi così di fronte il demone dagli occhi di fuoco. Mi fissava stando in piedi, immobile.
-Che vuoi ancora? Possibile che io non possa riposare per più di un minuto di fila?!-
-Mi spiace disturbarti Murdoc, ma ci resta poco tempo. Se vinceremo questa guerra, avrai tutti i minuti che vorrai per riposare. Ora ascolta ciò che ti dirò.-
Dovetti ammettere che aveva ragione. Pertanto decisi di dargli ascolto, e sentire che cosa voleva propormi.
-Su demone, spara.-
-Abbiamo soltanto tre giorni di tempo per prepararci alla battaglia. Mefisto sa dove siamo, e non tarderà a raggiungerci. La cosa che non sa, però, è che io conosco questo posto come il mio mantello. Ed è su questo vantaggio che noi giocheremo. Il tuo lavoro consisterà nel realizzare delle controfigure.-
Rimasi sorpreso. Perché questa richiesta?!?
-Controfigure?! A che scopo?!-
-Fidati di me. Tu dovrai realizzare dei robot identici a voi, come hai fatto con la ragazzina giapponese. Ovviamente non serve che tu ti soffermi sulle loro funzioni, basta che siano simili a voi. Questi saranno il vostro diversivo, che mi servirà per tenere a bada Mefisto.-
Non sapevo bene cosa gli frullasse in testa, ma il suo tono sicuro m'ispirò fiducia. Poi mi sorse un dubbio.
-Ma come caspita farò in tre giorni a realizzare un progetto simile?! Non ci riuscirò mai!-
Il Boogieman mi osservò, senza rispondere, per alcuni secondi. Poi si decise a parlare:
-Murdoc, sei sempre stato un tipo egocentrico e ora ti fermi di fronte a delle misere difficoltà? Tu hai le capacità di realizzare ciò che ti ho chiesto nel tempo prestabilito. Io lo so, ormai ti conosco bene. Ho la certezza di ciò che dico. E poi, ricordati che ti ho chiesto di realizzare dei semplici manichini. L'importante è che siano realistici. Al resto ci penserò io.-
Lo osservai incredulo. Lui mi stava ponendo una sfida. E io non potevo assolutamente rifiutarla.
-E sia, demone. Tra tre giorni avrai quello che mi hai chiesto.-
Lui annuì, per poi sparire subito in una nuvola di fumo.
Adesso non c'era tempo per pensare, dovevo recarmi immediatamente nel mio laboratorio. L'unica priorità era mettermi subito al lavoro.
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The life after Plastic Beach
FanfictionLa band ritorna coi piedi sulla terra ferma, ma c'è un problema: i soldi purtroppo iniziano a scarseggiare. 2D cerca lavoro inviando curriculum ovunque, mentre Murdoc è impegnato con le sue trasmissioni radiofoniche. Questa sarà una storia basata su...