19. OH MAN!

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Narratore: Russel

Ormai erano le ventuno e non si sentiva più nessuno, mi sa che erano già andati tutti a dormire. Preso da mille pensieri, mi rannicchiai su quel tetto scomodo. Sentivo una senzazione strana alle mani e alle gambe ma non ci feci caso, stavo ancora pensando a quello che era successo oggi.
Il mattino seguente mi parve il tetto un po' troppo largo per me, ancora assonnato mi guardai le mani e tutto il resto del corpo. Ero tornato alla statura normale! Questo voleva dire che potevo entrare in casa assieme agli altri e niente più tetto scomodo! OH MAN! Non potevo crederci, la medicina aveva fatto effetto ed ora sono una persona normale, almeno per quanto riguarda la statura.
Nel bel mezzo della mia felicità uscì dalla porta di casa Noodle che mi aveva portato la colazione.
-Ehi tesoro, guarda un po' qua!- gli dissi. Lei con sguardo assonnato, mi guardò spostandosi qualche ciuffo della sua lunga frangia da davanti agli occhi.
-Oh Russel! Sei diventato normale! Yayy fantastico! Ora puoi venire dentro!- rispose lei sorridendomi.
C'era un problema però. Dovevo scendere dal tetto.
Devo dire che era abbastanza alto il tetto ma con un salto qui e là riuscì ad arrivare a terra sano e salvo. Presi Noodle per mano ed entrammo in casa. Io non avevo mai visto la casa dentro e me la immaginavo pulita e carina ma... quando entrai non fu proprio così... c'erano scarpe, bottiglie vuote e altre cose sul pavimento del corridoio che ormai non si vedeva più. "Se era ridotto così il corridoio, figuriamoci le altre stanze" pensai. Noodle poi mi fece vedere la cucina, i bagni e il salotto della casa. Una ridotta peggio dell'altra. -Ma chi pulisce qui di solito Nu?- chiesi; lei con sguardo basso mi rispose
-Certe volte lo faccio io ma la pulizia qui dentro non dura molto...-, capii subito. Era il momento di mettere delle regole da far rispettare a tutti li dentro, non si poteva andare avanti così. Noodle mi fece vedere anche la mia stanza, era un po' più piccola di quella che avevo ai Kongs Studios ma mi andava bene lostesso, d'altronde avrei accettato qualsiasi cosa pur di dormire su di un vero letto.
Sentii dei passi arrivare da dietro, ci girammo ed era 2D che era ancora in pigiama, o meglio in mutande, che ci guardava confuso e assonnato. Noodle iniziò a ridere per la scena, io scandalizzato lo presi per un braccio e lo portai in camera sua e gli dissi di coprirsi. Quando D si vestì, andammo in cucina a fare colazione. Passammo davanti alla stanza di Murdoc, potevamo chiedergli di venire con noi ma non volevo disturbarlo. Fatto qualche scalino della rampa di scale che portava alla cucina sentimmo una porta aprirsi piano. Ci girammo tutti e tre contemporaneamente. Era Murdoc che mezzo assonnato ci guardò.
-Buongiorno Murdoc, vuoi venire a fare colazione con noi?- chiese Noodle all'uomo che fece spallucce e ci seguì. Quella mattina eravamo tutti un po' assonnati ma io ero quello più sveglio di tutti, ero felice perché finalmente potevo stare con loro, la mia vera famiglia.

The life after Plastic BeachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora