13. Il patto col demone

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Narratore: 2D

Sono abbastanza scioccato da questa faccenda del nuovo mostro che vuole uccidere Murdoc. Per me, quel bassista assatanato, è come un fratello. Il solito fratello maggiore che ti picchia ogni tre per due ma se hai bisogno, lui sarà sempre al tuo fianco. Non voglio che gli accada qualcosa di brutto, io ci tengo a lui.
Dopo essere usciti dal bagno, io e Noodle ci siamo diretti verso la sala dove di solito se ne sta il Boogieman. Arrivati nella stanza, con il fiatone per colpa di tutte quelle scale, c'era Murdoc che teneva il Boogieman dal colletto del suo mantello e con il pugno destro alzato pronto per colpire la faccia del demone, sempre se sotto quella maschera ne abbia una. Noodle li separò, con difficoltà ma ci riuscì. Io mi sedetti sul divano, con lo sguardo atterrito e chiesi a Murdoc
-Quindi....che si fa adesso?- lui mi guardò e con aria distrutta si lasciò andare sul divano, come se non avesse più la spina dorsale che lo reggesse. Il Boogieman mettendosi a posto il mantello ci disse telepaticamente che se lasciavamo fare a lui quel mostro non ci avrebbe dato fastidio, bastava solo che ci fidassimo di lui. Ma sapete è un po' difficile fidarsi di una "persona" che ha sempre tentato di uccidere un tuo amico. Murdoc si alzò di scatto dal divano e si diresse verso la finestra come se stesse pensando o riflettendo su qualcosa. Io gli chiesi di nuovo -Che intenzioni hai adesso? Te la sei sempre cavata con qualche trucchetto, spero che tu ne abbia uno anche per questo caso...vero Murdoc?- l'uomo dalla pelle verde si girò e mi guardò con aria scocciata ma allo stesso tempo preoccupata. Il Boogieman riprese a parlare telepaticamente "Avanti ragazzi, datemi questa opportunità, vi aiuterò io, potete fidarvi..." il mostro non fece in tempo a finire la frase che mi salì una rabbia dal più profondo. -TI RENDI CONTO CHE È DIFFICILE FIDARSI DI UN DEMONE CHE FINO ALL'ALTRO GIORNO HA CERCATO DI UCCIDERE UN NOSTRO AMICO?!- sbraitai in faccia al Boogieman che rimase sorpreso dalla mia reazione e si impietrí.
Murdoc poi si uscì dalla stanza senza dire niente con passo spedito. Sembrava che avesse avuto un'idea buona per toglierlo da quel casino. Noodle intanto stava trattenendo le lacrime, io la guardai, la presi e l'abbracciai, in quel momento scoppiò in lacrime. Iniziai a rassicurarla ma sapevo che questa situazione sarebbe stata dura da superare. Noi Gorillaz abbiamo avuto a che fare con altre vicende simili a questa ma non così pesanti. Questa volta era davvero un'impresa ardua per la band, c'era in gioco la vita di una persona.
Il Boogieman si sedette vicino a noi con aria preoccupata e cupa. -Ascolta mostro- dissi io con voce ferma -se prometti che ci proteggerai da quel Mefisto, ma soprattutto che proteggerai Murdoc allora noi ti possiamo dare una possibilità...- lo guardai con le sopracciglia aggrottate. Lui mi fissò con i suoi occhi rossi e mi comunicò telepaticamente che ci potevamo fidare.
Presi in braccio la piccola Noodle che stava ancora singhiozzando e la portai da Russel che appena la vide in quella situazione se la prese subito fra le sue braccia enormi. Io tornai in casa e iniziai a cercare Murdoc, arrivato in cucina sentii delle voci arrivare dalla stanza che si trovava di sopra. Feci di corsa le scale per raggiungere la stanza dell'uomo dalla pelle verde per annunciargli l'accordo che avevamo preso col Boogieman ma appena aprii la porta della sua stanza non vidi nessuno, solo buio pesto e voci strane che arrivavano dal fondo della stanza. Ad un certo punto, sentii afferrarmi il polso e il buio di quella stanza mi divorò.

The life after Plastic BeachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora