26. Essere forti

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Narratrice: Noodle

Per molti minuti io e D rimanemmo di fronte alla porta dalla quale il nostro Muds era uscito, seguito subito dopo da quel demone maledetto. Eravamo seduti sui freddi gradini delle scale, ad attendere il suo ritorno. Con calma e dolcezza riuscii a placare il pianto di 2D, ma nonostante ciò i nostri cuori erano devastati dal dolore. Come avremo potuto andare avanti sapendo che il nostro bassista voleva privarsi di ben quattordici anni della sua vita? Io lo sapevo, me lo sentivo che Muds stava compiendo questo suo gesto per il nostro bene; ma non si era reso conto che anche facendo in questo modo sarebbe risultato egoista.
Io, anzi tutti noi, desideravamo che lui vivesse sereno e a lungo. Dopotutto è il nostro leader, colui che ha reso possibile tutto ciò. E, cosa molto più importante, è per tutti noi un amico, un fratello. Inoltre, nei miei confronti è stato sempre un padre comprensivo, buono e amorevole. Non avrei mai voluto perderlo.
Non potevo ovviamente negare il carattere particolare di Muds: le sue botte gratuite nei confronti di 2D, i litigi con Russ, i guai che spesso e volentieri ci ha causato. Ma nonostante ciò siamo sempre riusciti a perdonarlo, perché molto spesso si è prodigato a risolvere tutti i casini. È un uomo particolare il nostro Muds. Complicato e combinaguai, ma con un gran cuore d'oro.
Per questo motivo noi non volevamo perderlo. Non sapevamo quanto gli rimaneva ancora da vivere. Potevano essere altri cent'anni, come mi auguravo; ma se poi fossero stati di meno? Se gli sarebbero rimasti solo vent'anni di vita, togliendone quattordici ne avrebbe avuti soltanto sei. E sei anni non sarebbero mai bastati al mio cuore per colmare il bisogno che avevo di lui. Se poi il destino gli avesse lasciato meno di quattordici anni di vita, lui sarebbe morto all'istante; e io non volevo dirgli addio così, all'improvviso! Io non avrei mai voluto perderlo, mai e poi mai!
Mentre questi pensieri affollavano la mia mente, le lacrime lottavano per uscire dai miei occhi stanchi. Ma non volevo far vedere a 2D il mio pianto, perché gli avrei causato altro dolore e sofferenze inutili. In quel momento stavo combattendo una battaglia incredibile contro me stessa e le mie emozioni, una battaglia che le mie abilità non avrebbero mai potuto fronteggiare. Dei passi lenti mi fecero voltare. Io e 2D ci ritrovammo così a vedere Russ che scendeva le scale per raggiungerci. Si sedette due gradini sopra il nostro e ci guardò serio,in silenzio. Poi mi accarezzó dolcemente la testa.
-Su ragazzi, non state lì seduti. Invece di essere tristi e malinconici, dovremo cercare di farci forza. So che la sofferenza è grande, soprattutto dopo che Murdoc ci ha rivelato le sue intenzioni. Ma noi non dobbiamo lasciarci abbattere dallo sconforto. Anzi, dobbiamo essere forti, principalmente per Muds. Sono sicuro che anche lui starà soffrendo, ma vuole compiere ugualmente questo sacrificio. E qualcosa mi dice che non lo sta facendo soltanto per se stesso, ma anche per noi. Per questo motivo ragazzi,  non dobbiamo farci vedere tristi da lui; ma dobbiamo essere forti e sostenerlo. Sapete cosa dovremo fare, invece di star seduti qui? Pensare a un modo per poterlo aiutare. Questa è la cosa giusta, non credete?-
Io e D ci guardiamo negli occhi, poi entrambi ci voltammo verso Russ facendogli cenno di sì con la testa. Non ringrazierò mai abbastanza il mio caro Russ e la sua saggezza, la sua capacità di tranquillizzarmi; di darmi sempre forza e fiducia nei momenti difficili.
Tutti e tre ci alzammo da quei gradini freddi e scomodi per dirigerci in cucina. Lì tentammo in ogni modo di riprendere un atteggiamento tranquillo e normale, con Russell che cucinava, io che pulivo e D che mi dava una mano. Ogni tanto ci scambiavano qualche parola, tentando con le nostre capacità di trovare una soluzione; affinché Murdoc non fosse costretto a compiere il suo sacrificio.

The life after Plastic BeachDove le storie prendono vita. Scoprilo ora